Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

Promessi ex parte 3

(liberamente ispirato dalla novella recensione) Quando una saga ha successo merita un seguito no? 😉 Buona lettura!

Buio.
Le luci del quadrante dell’auto e il solito CD frantumaballe con la voce dell’orso in calore riempito di ormoni Ville Valo riempie l’abitacolo. Due giovani pulzelle che si fanno 2/3 ore buone di auto fino a Gualtieri, stasera ingresso gratis (la benzina evidentemente gliel’hanno regalata 😉 ) al Tempo rock.

Stavamo dicendo che Lucia dovrebbe sceglier meglio i suoi Renzo? L’esperienza non insegna niente… leggete qui 😉 .

Le damigelle sanno già cosa scriveranno nel loro diario di avventure, tenuto a due mani: che schifo, è sabato, ci sono i bambini (per forza entri alle 23.30! e che ti credevi? ndr), musica vecchia, i soliti tipi appezzati, tutti vestiti uguali ecc…

Più che una recensione del locale probabilmente ne verrà fuori un articolo da Vogue alternativo, con qualche sporadico commento sulla musica e sulle parrucche dei tizi.

Quasi mai in queste recensioni vedo descrizioni di persone, emozioni (se non quella di sboccate – detti anche conati di vomito – varie dei tizi del locale), figure che emergano dallo sfondo.
Peccato, una delle due so che ha vinto anche un concorso di scrittura ma si vede che ha perso la mano oppure ha deciso di seppellirla 😉 , rimangono sempre molto sul generis, all’acqua di rose, una semplice cronologia dei fatti.

Ma torniamo alle nostre due principesse.
Dopo aver aspettato indignate che l’età del pubblico medio s’alzasse si buttano al centro della mischia, fuggendo inorridite dai Blink 182 (troppo commerciali, my god!) e intrattenendo allegre conversazioni nelle sale metal e commerciale.

Le simpatiche fanciulle dimenticano forse che molti sfattoni, per apparir tali, si vestono in boutique alternative: ovvero spendi 150 euro per jeans grossi, sformati e rovinati che tuo nonno ti dava gratis.

E così, dopo 40 euro (tra andata e ritorno) circa di benza, 1 ora passata ai tavoli (più un’altra di commenti  e recensioni sui vari pretendenti e personaggi della disco, il classico cianciare gineceo) e vari spasimanti che hanno ghignato (espressione tipicamente milanese che indica il sadico godimento di qualcuno nel far qualcosa di sgradevole a qualcuno) nel farsi vedere con altre tipe, mettendolo simbolicamente in quel posto alle due eroine venute dal paesino sperduto per approfittare del ticket omaggio, loro sono contente! 😉

La vita fa schifo, le persone mentono e tradiscono (la sola differenza è su cosa). É straordinario riuscire ancora a ridere per qualcosa (Dr. House)

Nel viaggio di ritorno altro cianciare misto a pettegolezzo (roba da suicidio) sui vari tizi, sulla musica e sull’età media della serata, nonché sui vestiti (ovviamente a gola secca, non tanto per la patente quanto perchè il bere è a pagamento 😉 ): praticamente La vita in diretta nell’abitacolo di una Punto con uno sfondo metal/HIM a palla.

Forse se il principe azzurro (o anche dark/metal, a seconda del generis) scappa non ha tutti i torti 😉 .

Marco

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