Gli appassionati di vela devono per forza pensarla così.
La ricerca del miracolo, anche quest’anno, si è compiuta con la Vendèe Globe, la più grande regata del globo senza scalo in solitario.
Sinceramente, vedendo le puntate di Vivo X Miracolo condotte da Marco Berry su La7, la voglia passa: ma qui siamo a livello professionistico, in teoria chi si mette in mare a queste condizioni ha ricevuto un ingente finanziamento per la barca (tutte da 60 piedi) e dovrebbe sapere quello che fa.
Sta di fatto che qualcuno ci lascia le penne e/o viene salvato da imbarcazioni di fortuna. Considerando il fattore C (che per ognuno è diverso) cosa cambia una volta in mare? Molti si lamentano dell’eccessiva lunghezza della barche: sono più performanti e tecnologiche ma hanno anche molti più problemi.
Se Soldini (campione italiano di vela), sponsorizzato da Telecom, punta su un 40 piedi normalmente un motivo ci sarà no? Forse bisognerebbe realizzare le barche con più navigatori ed esperti del settore, tenendo conto dei vari vantaggi/svantaggi.
La competizione fa gola perchè è la più difficile, una specie di Nobel del velista, il banco di prova che tutti aspettano. Chi va in mare (in particolar modo) dovrebbe però sempre considerare l’emergenza: che non sia forse il caso di introdurre qualche limite, riducendo le dimensioni delle barche (e così aumentando i partecipanti)?
Mentre queste persone rischiano la vita ci sono due nuovi record: un velista 16enne che vuole compiere il giro del mondo in solitario con un 15 metri (altro che generazione cresciuta a Nutella e Playstation 😉 ) e un francese che ha girato il mondo in 57 giorni.
Mentre stiamo parlottando allegramente un francese, Michel Desjoyeaux, nonostante una pausa di due giorni per delle riparazioni, ha vinto con un vantaggio di quasi 6 giorni sui concorrenti, stabilendo un nuovo record per la competizione.
Ma bravo!
Marco
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