É successo senza che ce ne accorgessimo ma stiamo tutti correndo contro il tempo. Di continuo, notte e giorno, 24 ore su 24: ogni nostra attività è programmata e ha un tempo prestabilito.
Vogliamo allungare e render manuali le attività più artistiche (dipingere un quadro, costruire un veliero) e vogliamo velocizzare/automatizzare quelle di routine come il caffè, lavare i panni, scaldare il cibo.
La cosa più preoccupante è, di conseguenza, che oltre ad accelerare i nostri compiti stanno accelerando anche le nostre menti, i nostri figli, il nostro modo di crescere e vivere.
Una volta il cellulare era stato sdoganato per professionisti, medici, avvocati. Poi è entrato nell’uso comune dei genitori commercianti, in seguito è arrivato ai giovani. Prima sui 16/17 anni, poi verso i 13/14, adesso lo regalano alla nascita.
Dobbiamo comunicare a tutte le ore con tutti: per i genitori è una buona scusa per tenere il figlio sotto controllo, per il bambino è già un carico di responsabilità. Inizierà già a tormentarsi con suonerie martellanti e sms sincopati quando dovrebbe giocare a pallone con i suoi amici.
Su Facebook è nato addirittura un gruppo generazionale femminile: “Perchè noi a 14 anni noi non eravamo così vacc…e”. L’accelerare dei tempi, dei ritmi, questa ossessione malsana di voler bruciare tutte le tappe per non perdere ulteriore tempo sta bruciando le individualità nel profondo.
Ora il sesso viene usato come modo per relazionarsi, merce di scambio, collante per tante persone sole che credono di esser qualcuno solo perché sono brave a letto.
Ne parlava Carrie Bradshow in un episodio della ben nota serie Sex and the city, chiude con un’eleganza regale Samantha (l’amica bionda che adora il sesso orale): Io ho avuto una cosa che queste adolescenti non potranno mai avere: un’infanzia.
Ci rendiamo conto forse solo ora che, con questa assillante corsa al prossimo traguardo, stiamo trasformando bambini e pre-adolescenti in adulti incompleti, togliendo loro delle basi fondamentali per la loro maturità psichica.
Vengono sbalzate all’improvviso dalle Barbie a corsi di educazione sessuale su come non rimanere incinte con il primo ragazzo che capita, i ragazzi 15enni scoprono la loro sessualità cliccando su Confermo (che ho 18 anni) su siti porno come YouPorn/PornTube.
Sono tempi ben diversi da quelli dov’è cresciuta la generazione dell’86: la stragrande maggioranza non aveva un computer (Internet per noi era un’entità misteriosa riservata ai maggiorenni) e il massimo che ci concedevamo era qualche disegno stilizzato di Kamasutra trovati sulle nostre Bibbie (ovviamente acquistate di nascosto): Max e Gq.
Forse alcuni di noi all’epoca potevano risultare meno smaliziati (rispetto alle nuove leve) ma credo che, forse, eravamo più felici. Certo l’ambiente bestemmiatore e volgare di uno spogliatoio maschile di una squadra di calcetto paesano non è il massimo, molti miei ex compagni erano stronzi geneticamente ma nessuno di loro ha mai fatto filmini o deriso dei disabili.
Stronzi ma con dei principi, almeno quello.
Il tempo pareggia molte cose, rimettendole nel giusto ordine: chi prevaricava gli altri non volendo mai fare una mazza a scuola nella vita è stato pagato, come anche i furboni che facevano scherzi idioti o i presunti geni che, non volendo sudare, volevano diventare ricchi sfondati.
Chi è finito nelle malefiche braccia dell’ecstasy, chi ha cambiato compagnia per salvarsi, chi da grande cuoco si è adattato a lavorare in una mensa aziendale da 200 coperti al giorno, chi ha avuto un incidente in auto, chi ha perso la patente e, dopo nemmeno 3 anni, la sta ridando da capo per la 2^ volta.
Come al solito si salvano i figli di piccoli commercianti/imprenditori: vanno a lavorare con il padre e tanti saluti, così fanno ancora una volta quello che gli pare.
Non abbiate fretta di crescere, di bruciare le tappe, di diventare delle guide Michelin del sesso: c’è tutto il tempo, godetevi i vostri anni (anche perché, poco ma sicuro, non torneranno una seconda volta).
Non ustionatevi nel voler accelerare il decorso della vostra vita: per qualche libertà e vantaggio si va incontro ad un turbine da incubo che ingoia tutto e tutti.
Marco
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