Fin da quando seguivo i corsi delle superiori ho sempre ritenuto che l’informatica dovesse essere semplice e a portata di mano.
Nella vita reale ci si ritrova professori che usano termini desueti, ragionano su tecnologie preistoriche e fanno odiare una materia che, invece, nella vita quotidiana, spunta fuori come un fungo e richiede quel minimo di competenza per non collassare.
Chi conosce l’informatica tende a trattare tutti gli altri come non iniziati, sparando paroloni in inglese e facendo sembrare l’informatica più astrusa di quel che in realtà non è.
Spesso molte mie amiche chiedono il mio aiuto per gli esami universitari dove è previsto un intensivo uso del computer: io cerco sempre di parlare potabile, usando paragoni terra terra che servono ad avvicinare l’informatica alle persone e a renderla più amica.
Ora hanno anche aperto i corsi per i nonnetti, così i simpatici pensionati potranno saltellare e navigare su Internet stimolandosi con le novità del Web: una cura assicurata contro il rincoglionimento precoce.
Per i giovani i corsi da terza età ovviamente sono improponibili: il computer, come molte cose, lo si impara ad usare a forza di compiere operazioni ed utilizzare i vari programmi. I programmi, anche se molte volte ci fanno bestemmiare in greco antico, seguono una logica: la logica perversa di chi l’ha programmato, che ci fa girare come pantegane in prigione.
Imparare ad usare il computer porta a notevoli vantaggi, risparmio di tempo e praticità di potersi informare a livello globale con pochi clic. E’ finita l’epoca del paesello contadino fatto di gara di rutti e di sbruffonate da bar, oggi basta un clic e si possono conoscere le situazioni anche fuori da casa nostra.
Il computer apre un mondo di possibilità e di occasioni che aspettano solo di essere sfruttate: basta volerlo e si può diventare informatizzati in molto meno tempo di quello che si penserebbe.
Basta trovare l’argomento, la cosa o lo stimolo che ci interessa: l’importante è, come sempre, rimanere chiari nello spiegare ai nuovi utenti quello che stanno facendo.
Ormai ci si connette dai telefonini: ma per il Wi-fi nazionale credo che dovremmo attendere ancora a lungo.
L’informatica è nella nostra vita, dal forno a microonde all’elettronica della nostra macchina: il non saperla usare o il non conoscerla, oltre a notevoli disagi, comporta una perdita di tempo enorme. Meglio prevenire che curare allora, ogni giorno può succedere un imprevisto dove con la nostra inventiva possiamo saltarci fuori.
Buona informatizzazione a tutti 😉
Marco
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