Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

Le voci bianche

famiglia_bimbi

Leggendo gli ultimi dati Istat l’Italia è un Paese a crescita zero. Tanti nonni svuotano le case di riposo tanti bambini affollano le case italiane. Eppure, di fatto, il proliferare di bambini è impressionante. Ma serve davvero S.O.S. Tata o basta un po’ di buonsenso? Oggi ascolteremo le voci bianche: buona lettura!

Il titolo voci bianche è a doppio senso: da un lato si parla di bambini ma rappresenta anche il candore, il bianco di una voce che spesso viene ignorata o non considerata.
I bambini, spesso, vengono trattati come balocchi e rimpinzati come se fossero cani o gatti. Il problema dell’agire in questo senso è la mancanza di educazione comportamentale e sentimentale.

A tutto ciò si aggiungono comportamenti decisamente riprovevoli, per i quali non serve una laurea in psicologia per trovare quale sia l’errore.

Bambini strapazzati fino a mezzanotte in giro per locali (quando invece dovrebbero dormire a casa propria), ciondolanti nelle varie piazze e rumorosi (per forza, hanno sonno). Piccole anime che scivolano nei passeggini-carrozina-posto auto, che diventano letti involontari.

Bambini a cui viene concesso di tutto (dallo scorrazzare dentro casa in bicicletta al mangiare accampati su divani e tappeti), l’anarchia più totale che s’impossessa delle mura domestiche. E poi si stupiscono che con i nonni certi problemi non ci siano: per forza, loro sanno qual è il loro compito!

Ci troviamo davanti a genitori sprovveduti che non hanno ricevuto un libretto d’istruzioni (casomai esistesse), sono diventati figure di riferimento quando nemmeno loro (forse) sanno quali siano le proprie: una gran confusione generale che scombina, ruoli, posizioni e stili educativi.

Un medico in famiglia (in replica la sesta stagione sulla prima rete) ne è un candido esempio: il padre corre in Australia con moglie e due figli piccoli e lascia il resto della progenie a casa, tutti cresciuti dal nonno.
Una persona abbandonata a sé stessa che punti di riferimento ha?

Bisognerebbe evitare questa forma del “tanto i figli crescono da soli”: i bambini sono personcine con il loro carattere, emozioni, stili di ragionamento, una ente incredibile che può apprendere tantissimo senza il minimo sforzo.
Il problema, spesso, è questo potenziale non viene riconosciuto e così si trattano figli grandi come se fossero bimbi e viceversa.

Le voci bianche, però, si fanno sentire: prima con la voce, poi con i comportamenti.
Prevaricare le loro esigenze perché non si riesce a rinunciare all’aperitivo chic in centro è un errore madornale: l’infanzia è un diritto (e la sua conservazione pure).

Basta smettere di esser accecati dal proprio ego personale ed iniziare a ragionare per una terza persona: essere genitori è (soprattutto) questo.

Marco

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