Dopo aver tanto parlato di Facebook e dei suoi effetti devastanti sulla vita sociale vorrei chiarire come gestisco questo triangolo: io, Facebook e i miei amici.
Torniamo per un attimo nel 2009: buona lettura!
Sinceramente del sito apprezzo la grafica pulita (privata di fronzoli e menate varie), la chat (che però andrebbe migliorata) e qualche quiz. Stop.
Messenger è diventato ridondante: se mi collego scopro che le stesse persone che trovo su MSN sono anche su Fb. Tanto vale contattarle direttamente dal sito, a questo punto: un programma in meno che gira e messaggi più puliti.
Le emoticon che mi avevano conquistato anni fa ora mi stanno intasando la mente: se per un messaggio devo cliccare di continuo col destro per capirne il significato perdo il gusto e l’immediatezza della chat (famosa e diffusa per essere in differita di pochi secondi).
Se dovessi effettuare videochiamate (si contano sulle dita di una mano le mie) utilizzerei Skype: ma molti miei amici non hanno la webcam quindi ripiego diversamente, solo testo e vai con il liscio.
Con la diffusione strabordante della piazzetta virtuale molti pensano di esser aggiornati sulla mia vita leggendo quelle poche righe che pubblico nello status. In realtà la mia anima, i miei pensieri senza freno, la mia vera essenza scorre limpida e fluida attraverso le righe di questo blog, di questo spazio gratuito che mi permette di condividere la mia creatività.
Facebook tutt’al più è un richiamo: ehi ho scritto questo, se vuoi capire come la penso leggi il resto sul blog.
Molte persone le vedo pochissimo a causa dei frenetici ritmi che la vita moderna ci impone: inutile tenerle al telefono per ore, certe cose riesco ad esprimerle solo attraverso un discorso che si snoda attraverso vari passaggi logici che, a voce, è facile perdere.
Il blog fissa, memorizza, scolpisce virtualmente la mia creazione rendendola disponibile a tutti i miei visitatori, amici e non: Facebook diventa quindi un satellite, una vetrina che racchiude vari ambiti ma in modo superficiale. Va bene per mostrarli ma per lo sviluppo preferisco uno spazio separato.
Chi mi conosce sa che il vero ritrovo è qui sul blog, il vero punto di snodo passa attraverso queste righe battute la sera con la musica nelle cuffiette: ma, ribadisco, per chat fugaci e veloci e messaggi lampo va bene Facebook.
Alle sue spalle c’è Twitter, probabilmente lo standard del futuro: ma è ancora troppo di nicchia per usarlo come punto di contatto, rimane una scelta molto nerd (smanettoni informatici, ndr) che non sento mia, non rappresenta il mio essere.
Rimango affezionato alle cose consultabili: vengo dalla generazione che si chiamava ancora col numero di casa, che inseriva le cassette a nastro nei walkman, che andava alle feste con i CD compilation fatti il pomeriggio prima.
Il blog, in tal senso, mi ricorda molto il diario come forma: offre però l’incredibile vantaggio della visibilità sul web, della pubblicazione di vari media (foto, video, musica, pdf e presentazioni), della leggibilità (la mia scrittura, oltre a stancarmi presto, è poco godibile), della possibilità di costruire articoli ben strutturati con vari collegamenti.
É comodo per chi, come me, ogni tanto ha voglia di scrivere e liberare i suoi demoni con quel pizzico di semplicità ed ironia, vera chiave per affrontare la vita con serenità.
Ringraziando con tutto il cuore i miei quotidiani 50 visitatori, vi invito a commentare i vari articoli, a lasciare segni del vostro passaggio: sono i ricordi più belli che rendono il blog vivo e pulsante. Saluto e dedico questo articolo anche ai miei amici che, come avrete capito, sono la fonte primaria d’ispirazione per la maggior parte del materiale qui pubblicato.
L’appuntamento è qui, sempre aperto e ben accogliente; che sia la vostra prima volta o degli ospiti di vecchia data ecco uno stralcio di me. Buona lettura! 😉
Marco
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