Nella vita il talento è tutto? Florence Foster Jenkins ci insegna di no: buona lettura!
Trama
Una donna malata di sifilide diventa un ereditiera benestante dopo la morte del padre, da cui era scappata per studiar musica. Diventa una mecenate della città e fonda il Club Verdi per sostenere le attività culturali. Al suo fianco un marito devoto e (in)fedele che cerca di renderla felice in ogni modo possibile.
Il film
Avendolo perso al cinema (una forza oscura mi tratteneva dal vederlo in sala e, a conti fatti, aveva ragione) me lo sono goduto in lingua originale sottotitolato.
Nonostante il film venga classificato come drammatico di drammatico, cari i miei lettori, c’è ben poco. Al limite il vero dramma è dover reggere due ore di vocalizzi fuori da qualsiasi grazia, ma questo è un altro discorso.
Meryl Streep interpreta questa ricca benestante che, secondo il mio modesto parere, sapeva in cuor suo di non essere eccellente ma, grazie alle generose mazzette distribuite dal marito ai giornalisti, riceveva sempre recensioni entusiastiche.
Tra uno splendido Hugh Grant in ottima forma e un’attempata Meryl Streep oramai novantenne troviamo il giovincello, meglio conosciuto come Howard in The Big Bang Theory.
In questa pellicola interpreta il ruolo del pianista personale della signora Jenkins, visibilmente preoccupato quando scopre che dovrà esibirsi davanti ad un migliaio di persone.
È un film senza infamia e senza lode: la storia si tinge di drammatico quando scopriamo che Florence non ha i capelli, è malata di sifilide e deve curarsi con mercurio e arsenico. I suoi rimpianti per non aver dato al marito sono palpabili e qui, va riconosciuto, assistiamo ad una meravigliosa prova d’attrice da parte di Meryl Streep, è doveroso citarlo ai fini della qualità complessiva.
Il resto del film è un minuetto estenuante tra lei che si ritiene una gran cantante e vuole gorgheggiare di qua e di là, mentre il marito tra mazzette e selezioni varie cerca di controllare l’opinione pubblica, evitando così che la prendano in giro. Il film è incentrato su Florence, sulle sue debolezze, sui suoi timori e sulle sue paure, che svaniscono quando parla con il marito che, a livello spirituale, le è devoto fino alla morte.
Una moglie morente non impedisce al marito di farsi un’amante e ciò creerà problemi inaspettati nella loro routine quotidiana. Lo citiamo in quanto unico elemento che aggiunge un filo di vivacità al film.
Concludendo
Le musiche sono di buon livello, prevalentemente ispirate alla lirica visto le velleità della protagonista. Anche la recitazione è molto valida.
L’unico dubbio che si è insinuato nella mia mente è se valeva la pena trasformare questo libro in un film per il grande schermo, rendendo nota la storia di Florence a tutti.
Commedia del sabato pomeriggio con una Streep che continua a vocalizzare alla membro di segugio, convinta che sia il modo giusto di cantare, Hugh Grant che sfodera il suo aplomb inglese in modo impeccabile.
Interessante il personaggio del pianista, abbastanza statico nelle inquadrature senza troppi sforzi.
Si ride per non piangere dal dolore causato dai continui do di petto della Streep, sperando che questo supplizio finisca.
Nulla di nuovo sotto il sole: una commedia divertente su una cantante stonata come un badile accordato con la pietra, curioso cenno storico che suscita tenerezza e ammirazione in tutti noi.
Consigliato, da vedere in coppia. Se siete single un bel film di Tarantino e passa la paura, via!
Voto: 7/10
Marco
Rispondi