Un’allegra e scanzonata raccolta di episodi con dialoghi veri con commessi/e, dove spesso non si capisce il limite tra serio e faceto, tra venditore e cliente, tra presa per il ciapèt e intenzioni serie.
5 episodi uno più esilarante dell’altro, tutti rigorosamente tratti da conversazioni realmente avvenute.
Quando si diceva che vendere è un’arte evidentemente molti erano fuori a fumare.
Buona lettura!
Primo episodio
Piccolo negozio d’informatica. Un pertugio stracolmo di cose dozzinali cinesi che si frantumano dopo un mese nemmeno dall’acquisto, il regno del tarocco. Vi passo davanti ed entro spinto dal bisogno, cerco un nuovo dissipatore per il mio processore.
Il simpatico panzone con l’immancabile maglietta Non sono grasso… sono soft! con le dita stra-unte di ciccioli e mortadella fa tutto a gesti. Sta facendo una conversazione al telefono di vitale importanza (evidentemente gli deve arrivare la nuova versione dei Pokèmon dal Giappone) e continua con la stessa indifferenza della pantegana di fronte al contadino che la insegue.
Gli chiedo se, magari entro il prossimo anno bisestile (pensato e non detto), riesce a trovarmi il dissipatore. Lui si esprime a gesti che mi ricordano il conte Mascetti con la supercazzola (sembra che stia guidando il traffico dei maiali nella porcilaia) ed intuisco che devo aspettare 1/2 settimane, senza nemmeno la certezza che arrivi. Lo lascio alla sua chiaccherata e lo ordino su eBay.
Lui tiene tanto alla vendite e vorrebbe espandersi in un buco più grande. Ma fin quando non impara a vendere dubito che potrà permetterselo.
Al minimo problema formatta tutto il computer, un mio amico aspettava che gli ricaricasse le cartucce della stampante e dopo un mese d’attesa (!!) gliene ha date due nuove (rigenerate, ovvio) perchè non aveva tempo…
Secondo episodio
Boutique di gran lusso, parquet e tappeti persiani, arredamento esclusivamente in legno.
Chiedo per un modello di Prada America’s Cup. Notare che Prada veste molto largo per cui di norma bisogna richiedere sempre mezzo numero in meno rispetto al proprio.
Commessa: Guardi come misura uomo ho solo il 7 (misura americana, ndr), il 6 e mezzo l’ho venduto la settimana scorsa.
Io: Scusi ma cosa cambia tra uomo e donna? Il modello non è unisex?
Commessa: Sì, certamente, non cambia di una virgola, sempre dello stesso colore (nero).
Io: E della misura donna (sempre nel concetto pradiano) avete il 6?
Commessa: Certo.
Io: (pensiero) E che ca..o aspetti a farmelo vedere? Se sono unisex IDENTICHE NERE cosa me ne frega se Prada le considera misure da donna o da uomo? Devono andare bene al mio piede!
(risposta reale) Potrei provarle? Magari mi abbracciano meglio la pianta.
Commessa: Certo, gliele prendo subito.
Nella boutique potrebbero assumere una pianta grassa: ragiona più velocemente. Se vuoi vendere ma poi non offri le alternative…
Terzo episodio
Classica Ipercoop. Chiediamo ad un commesso di mostrarci dei telefonini. Il modello doveva soddisfare le esigenze di mia madre, non molto tecnologico. Al commesso (interpellato unicamente perchè i cellulari sono sotto teca chiusi col lucchetto) abbiamo detto solamente che lo volevamo semplice. Il resto è tutta di sua fantasia.
Commesso: Guardi se vuole abbiamo questo Nokia 1100 a 29,90 euro oppure quest’altro a 39,90 € che ha… (serie di gadget tecnologici: schermo a colori, fotocamera…) ma d’altronde chi se ne frega? Voglio dire un telefono deve solo telefonare, chi ha bisogno di tutto il resto?
Io: (pensiero) Ma pensi per lei, noi lo sappiamo cosa ci serve!
(risposta reale) Ci dica le funzionalità del modello
Commesso: Sono identiche al 3310, molto semplice, leggero, pratico.
Io: (pensiero) Mazza, te sei letto tutto il manuale eh?
(risposta reale) Va bene, lo prendiamo (per necessità più che per le spiegazioni, ndr).
Quarto episodio
Sempre nella stessa Ipercoop vedo un SIM backup, piccolo aggeggio che permette di salvare ed esportare la rubrica del proprio telefonino. All’epoca avevo ancora il Motorola V3, cellulare che non prevedeva backup dei dati contenuti nella memoria SIM/fissa. Pensando al dramma di dover ricercare tutti i numeri memorizzati chiedo (per curiosità) quanto costa. Il commesso (ahimè) è sempre lo stesso.
Commesso: Costa 20 euro ma d’altronde a chi serve? Chi ha bisogno di salvare sul computer tutti i propri contatti? É proprio un vezzo, un accessorio inutile (notare che lui è il commesso, ndr).
Io: (pensiero) Ma parli per lei: io ho circa 100 contatti e se li perdessi mi dispiacerebbe abbastanza, c’è la mia vita lì dentro, tutte le persone che conosco. Ti auguro che ti fottano il cellulare appena uscito da qui, così devi reinserire nella SIM nuova i numeri UNO ad UNO… Scommetti che dopo lo compri? Questo se va bene non fa il backup nemmeno sul suo computer… che una bella scarica da 200v gli fonda l’alimentatore bruciando i dischi fissi.
(risposta reale) …… va bene, grazie lo stesso.
Me ne sono andato senza acquistarlo. Con il mio nuovo Nokia (acquistato da un’altra parte sottocosto) mi faccio un backup sulla scheda esterna e poi me lo passo sul computer. Alla faccia sua, che ha un Nokia 1100.
Quinto episodio
Poste. Nello stanzone immenso (ormai più simile ad un ipermercato, con i vari articoli di cancelleria, dvd e giochi per il computer) chiamano finalmente il mio numero e mi trovo davanti Nonna Papera. Devo fare una raccomandata piego libri. L’opzione permette di spedire a prezzo contenuto cultura (libri) a patto di di non sigillare la busta in modo che sia verificabile il contenuto (libri e non altro).
Commessa: Bene bene… (traffica con il computer) Dov’è il piego libri? Non lo trovo… Esiste?
Io: (pensiero) Non è un nuovo tipo di pacco, è la variante della raccomandata.
(risposta reale) Sì, deve selezionare Raccomandata e poi Piego di libri ordinario, senza lo sconto riservato agli editori (a loro costa ancora meno).
Commessa: Ma fa te… Ha ragione… Coincide tutto…
Alla fine mi sono chiesto perchè ho pagato quando l’operazione praticamente me la sono fatta io.
Marco
Commenti su: "Pianeta commessi" (8)
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