Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

Credo

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Freccia alla radio (Radiofreccia, 1998)

Credo nelle rovesciate di frittata. Credo che, senza esagerare o bruciarsi troppo presto, valga la pena provare qualcosa di nuovo. Credo nei baci dati a mezzanotte, nelle coccole dopo l’amore, nei baci rubati sotto i portoni, nei piccoli gesti quotidiani con cui rendiamo una persona importante. Buona lettura.
Credo nei riff di Cobain, nelle melodie immortali dei Queen e nei testi dei Negrita. Credo nelle serate con i miei amici, nelle risate, nei viaggi in macchina fatti cantando a squarciagola, nelle partite a biliardo ovunque e comunque, negli strike mancati per un birillo, nelle corse a piedi nel cuore della notte per respirare l’aria pura e fresca nel silenzio totale.

Credo nell’umorismo dei Peanuts, nelle pedalate in bicicletta nei caldi pomeriggi d’estate, nelle nuotate fino all’ultima bracciata, fino all’ultimo respiro. Credo nelle belle ragazze simpatiche, rare ma possibili da trovare: credo nella loro capacità di rendersi umane regalando pomeriggi divertenti con semplicità, credo nei baci dati ad occhi chiusi, credo nei sorrisi che migliorano le giornate.

Credo che, se nella vita non combatti mai per qualcosa, stai perdendo il tuo tempo; credo che serva buttarsi e rischiare per arrivare ad un vero risultato, credo che l’unica verità che conta è quella del cuore.

Credo a molte cose, credo che fino a quando si ha una carta da giocare valga la pena combattere e difendere le proprie idee, credo che ricominciare una storia d’amore rimanendo fermi sempre allo stesso punto sia come mangiare una minestra già riscaldata.

Credo che il vero amore per me debba ancora arrivare; credo che lo aspetterò, senza fretta, con un sorriso sul volto.
Credo che, quando una storia è finita, tutto l’amore che abbiamo dato non venga dimenticato ma rimanga nell’aria e si trasmetta ad una giovane coppia in fiore. Credo nei sogni e nella loro possibilità di realizzarsi, anche solo per un momento, per un attimo, per un battito di ciglia.

Credo che scriverò e fotograferò per molto tempo ancora, perché sono le cose che mi rendono vivo: quando svolgo queste attività riesco ad essere me stesso, mi sento a casa.

Credo che sia bello non arrendersi davanti alle difficoltà grazie ad amici che ti sostengono anche nei momenti buii, che vengono a raccoglierti nell’angolo e ti portano fuori, a bere qualcosa, a parlare di te, ad aiutarti a riemergere dal baratro dove credevi di essere sprofondato. È molto dura trovare persone simili e fa piacere, ogni tanto, incontrarne di nuove: in quel momento credo che non tutto sia perduto.

Credo che per me, fuori da qualche parte, ci sia qualcosa di più. E continuerò a cercarlo.

Marco

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