Un marchio storico rischia una fine incerta: ne vale la pena? Buona lettura!
Il doloroso antefatto
Da quanto si apprende dal comunicato ufficiale Micron pare che Lexar sia in svendita: grande occasione per i futuri compratori.
Lexar, per chi non lo conoscesse, è un noto marchio leader nella produzione di memorie di massa da 20 anni, in particolare modo quelle di tipo flash.
SD, Compact Flash, lettori di schede, adattatori, chiavette USB… quando si parla di memoria portatile c’è una soluzione Lexar per le vostre esigenze.
La memoria conta?
Se parliamo di mogli e fidanzate certamente, per la sopravvivenza del focolare domestico.
Tornando seri se parliamo di reflex è fondamentale la memoria. Una macchina da 300/500/1.000/2.000 euro con una memoria mediocre di fatto è inservibile.
Releghiamo alla digitale i nostri scatti più belli, un’intera giornata di lavoro. Per poi scoprire, una volta rincasati, che i contatti o il file system della scheda è danneggiato.
Penserete che sono catastrofista ma è già successo: la mia migliore amica, a causa di una memoria mediocre, ha perso i ricordi di un’intera vacanza.
Per cui sì, la memoria conta quando stai per immortalare momenti preziosi. E Lexar è tra i marchi più accreditati come affidabilità, sicurezza e resistenza.
E la crisi?
Purtroppo, da quanto annuncia Micron, i margini di guadagno su schede con prezzi da 5/10 euro -tagli minimi- a 100/200 euro per i tagli importanti, sono molto risicati.
Se a ciò aggiungiamo che, con le schede Lexar serie grigio/oro (linee semi pro e professionali), veniva regalato Image Rescue (valore 34 dollari circa) per recuperare le foto cancellate, il rapporto costo/benefici aumenta notevolmente.
Un’azienda deve riuscire a guadagnare: se qualcosa diventa anti-economico va stroncato sul nascere, per evitare ulteriori perdite.
Ma i prodotti Lexar sono ottimi sotto molti punti di vista: vengono costruiti in Corea anziché in Cina, sfruttano il know-how di Micron (che di semiconduttori se ne intende, le RAM Apple le produce lei), sono testati in condizioni estreme (polvere, sabbia, acqua, ghiaccio) e ancora funzionano.
2009: con la Nikon D60 c’era in omaggio una scheda Lexar da 2 GB. Nonostante appartenesse alla fascia bassa (le più economiche) dopo 8 anni funziona ancora perfettamente.
Sono memorie su cui puoi contare.
Concludendo
Me ne frego, personalmente, se per tagliare i costi il packaging viene ridotto all’osso rispetto alle scatole attuali. L’importante è che non cambi la qualità delle schede di memoria.
Negli anni ho acquistato varie schede SD Lexar (8, 16, 32 e 64 GB, sia oro che argento) e non mi hanno mai deluso.
In un solo caso la capacità risultava inferiore rispetto alla gemella montata/formattata sulla stessa reflex: Amazon me l’ha sostituita e il problema è stato risolto.
Attanaglia il cuore sapere che un’azienda che produce prodotti di ottimo livello sia in crisi. Sembra che ci siano compratori all’orizzonte, speriamo bene.
Incrociamo le dita, speriamo che la qualità possa sopravvivere per i prossimi 20 anni.
Stay tuned.
Marco
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