L’Emilia ci regala una storia di amore, droga ma soprattutto motori: buona lettura!
La trama
Giulia De Martino (Matilda De Angelis) è una diciassettenne che gareggia in Porsche con la scuderia del padre. Ad inizio campionato il padre ha un malore e al funerale re-incontra il fratello maggiore tossico, devoto alla pipa da crack.
Dopo iniziali dissidi l’assistente sociale li obbliga a convivere, per non rinunciare alla custodia del piccolo Nico.
Correre (e vincere) il campionato si rivelerà indispensabile, in quanto il padre ha fornito la casa come garanzia ad un facoltoso signore che vuole rientrare del prestito.
Il fratello tossico Loris (Stefano Accorsi), ex campione acclamato come Il Ballerino, nonostante non si regga in piedi, rimane la loro unica possibilità.
Silenzio in sala
Notando che veniva trasmesso a inizio giugno su Rai 3 non me lo sono perso: fisso davanti alla tv per vedere Stefano Accorsi, personaggio che avevo già visto in altre interpretazioni “tossiche” (pensate a Freccia di Radiofreccia).
Adoro le storie di rivincita e, se sono protagonisti gli ultimi, non me ne perdo una: la serie di Rocky, The fighter (film stupendo, ndr), Over the top e così via. Sono storie che fanno bene al cuore e fa bene rivedersele ogni tanto, anche se scappa la risata di fronte a certe esasperazioni.
Come dicevamo una storia di sangue, sudore droga ma soprattutto motori: la passione automobilistica riesce a fornire i collanti a questa sgangherata famiglia, con un padre morto e una madre assente.
Buona fotografia e musica, ottimo montaggio, bravissimo Stefano Accorsi che simula un crack-dipendente in modo abbastanza credibile, donando alla storia una piacevole atmosfera cupa e ironica allo stesso tempo.
Il fratello, ex grande pilota attualmente grande tossico, è una fonte continua di problemi e guai. Sono 10 anni che non rimette il piede a casa, viene considerato uno scarto umano, nessuno è disposto ad investire un centesimo su di lui.
Tuttavia quando capisce che può aiutare la sorella a non perdere la casa si attiva come un furetto. Loris allena e coltiva la sorella come un vero pilota, dandole delle regole e preziose lezioni di guida sul drift, sull’anticipare le curve, su come assumersi dei rischi per strappare il primo posto a scuderie ben più blasonate.
È il bisogno di rivincita di un divo del passato, una persona che ogni giorno lotta con un passato brillante e illustre, con un futuro sfumato a causa di un incidente sulle cosiddette “bare da rally”.
Potendo aiutare la sorella cerca di trasmettere la sua conoscenza: i metodi sono poco ortodossi e discutibili (risse, effrazione di proprietà privata così via) ma efficaci allo scopo.
Una pellicola che merita di esser rivista: cupa, triste con decise svolte comiche, per ricordarsi che l’importanza della vita è vivere con gli affetti più cari.
Concludendo
La storia presenta numerosi parallelismi con The fighter: bisogno di rivincita, fratello ex campione che diventa utile, momento rischioso sul finale e abbracci e baci così, senza riserve per sciogliere tutte le tensioni.
Essendo la storia ambientata in Emilia ciò rappresenta un divertente intercalare dialettale, forti passioni guidate dall’ignoranza (in senso buono), dal cuore e dalla voglia di cambiare realmente le cose.
Ispirata ad una storia vera, è un ottimo esempio di come il cinema italiano possa raccontare una storia di corse con una buona trama alle spalle. Non servono giubbotti rossi, effetti mega-iper alla Fast and Furios, basta raccontare la storia ricordando sempre il valore del piano fotografico.
Non adatto ai più piccoli per via di alcuni squarci sul crack, consigliato dai 14 anni in poi.
Il film è una carezza sul cuore e riporta alla luce una storia poco conosciuta: ottima scelta sia a livello di copione che recitativa, gli elementi ci son tutti.
Da recuperare in queste assolate serate estive, è il cinema italiano che fa bene: tratta temi scottanti e difficile ironizzando ogni tanto, alleggerendo le corde del film e giungendo tutti insieme ad un epilogo interessante.
Voto: 8,5/10
Marco
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