Le ragazze pom pom al top: ecco la recensione del film che ha generato lo spot tanto adorato (per vedere la bici orgasmica clicca qui). Ma vedremo anche Juno: chi vince tra i due?
La storia delle ragazze pom pom in breve: due squadre di pallavolo devono affrontarsi ma una delle due perde. Il motivo si presume sia la mancanza di orgasmi, unica vera potenza che darà la vittoria a queste ragazze.
Inizia così, da una videocassetta di educazione sessuale, l’avventura di queste ragazze: a metà via tra American Pie e Sex and the city.
Il problema che si pone è un altro: se il film e la serie sopra citati hanno avuto tanto successo un motivo c’è. Nel primo caso trovate divertenti, ritmo incalzante e canzoni ad hoc. Nel secondo dialoghi e storie ben intrecciate miscelate con quel pizzico hot che caratterizza tutta la serie.
In Le ragazze pom pom al top purtroppo il ritmo manca, le canzoni non sono un granché e anche la storia scricchiola: le trovate geniali ci sono ma risultano piccole perline in una collana che fatica a stare insieme.
La biondina Inka è la prima che riesce a venire (vedi la scena del sellino), le altre due fanno come possono. Felicitas Woll (ben più conosciuta con il ruolo di Lolle) si soddisfa da sola in una chat hard con una donna (che poi si scoprirà uomo) e l’altra si sbaciucchia con il classico frontman figo della band musicale.
Ovviamente il novello Kurt Cobain combina la vaccata e riconquista l’amata con una canzone, baci e lacrime scorrono a fiumi e inondano i nostri 36 pollici sullo schermo, inducendomi ad un leggero abbiocco.
La bionda rivede un ragazzo conosciuto in un bar e si frequentano, Lolle (la chiamo così in modo che capiate subito chi è 😉 ) esce con il pippone informatico e la più piccola decide di dare una nuova occasione a Cobain, le ragazze vincono e tutti vengono dalla gioia 😉 ehehe perdonate la battuta.
Carino da vedere una sera con le amiche, divertente la seconda volta. Ma se volete scompisciarvi veramente, ridere da star male allora noleggiate il primo American Pie (poi potrete guardarvi il secondo e ridere ancora di più 😉 ): questa versione tedesca fa da riempitivo.
Non stupisce, strappa qualche sorriso ma si poteva sviluppare molto di più: molte cose rimangono allo stato embrionale. 3 stelline su 5.
Juno invece è stata una vera rivelazione: noleggiato in un freddo pomeriggio invernale è stata un’esplosione di freschezza.
Di solito i film sulle ragazze-madri sono melodrammi strappa lacrime dove ogni due secondi c’è un abbraccio e un bacio, seguito da melodie che farebbero impallidire perfino Ghost.
Premiato come miglior film al Roma Film Festival, è molto scanzonato e irriverente al tempo stesso. La ragazza ha un senso dell’umorismo grandioso e viene spalleggiata da persone con la stessa visione della vita.
Certo, anche qui c’è un trionfare di buoni sentimenti ma non si cade mai nel melenso, casomai nel compiaciuto e divertito in attesa della sua prossima mossa. Alcune canzoni sono tratte da Astrud Gilberto, una ragazza leader della bossa nova, da recuperare assolutamente.
Juno è una ragazza spiazzante, diretta come un pugno in faccia utilizza lo slang giovanile per edulcorare le cose e alleggerirle, senza per questo dimostrare una leggerezza d’animo. Alla fine del film vedremo una maturazione dove l’amore, oltre che a scombinare gli ormoni, porta un po’ di sale in zucca alla giovane fanciulla.
E le regala quelle emozioni semplici e dirette che prima aveva bruciato troppo in fretta.
Buona la fotografia (inquadrature davvero ben studiate), musica abbastanza in tema, regia giovane che segue la storia: non ammorba e si rivela una piacevole visione, 90 minuti di riflessione scanzonata.
Guardatevelo, merita davvero. 5 stelline su 5, brava Juno!
Al prossimo film e buona visione
Marco
Rispondi