Rispolveriamo dal cassone dei ricordi un’ottima serie chiusa per motivi ignoti. Buona lettura!
Come tutto iniziò
Durante l’afa di questi pomeriggi estivi è difficile concentrarsi per cui, dopo un mattino passato a inviare cv, nel pomeriggio recupero il rapporto con il mio divano.
Accendendo su Italia 1 assistiamo a varie repliche in successione: Simpson, Griffin e American Dad. Poi inizia il pomeriggio Comedy: My Name is Earl, The Middle, Two and half men (di Chuck Lorre, ndr), Friends e così via.
Della sezione Comedy l’unica a non avermi mandato in shock iperglicemico è stata My name is Earl e così mi sono documentato, ho recuperato i vari episodi godendomi 4 stagioni di divertimento (96 episodi) e mi sono preparato per la stesura di questo articolo.
ATTENZIONE: Verranno trattati temi poco adatti ai minori. Mettete a letto la nonna e liberate i guinzagli dei bambini al parco.
La serie – Ambientazione e riferimenti culturali
Avete presente quelle persone che, dopo aver vinto la lotteria, dopo qualche mese vengono ritrovate alcolizzate all’angolo di una strada pidocchiosa, riverse tra i bidoni, morte per un’overdose di eroina con la siringa ancora infilata nel braccio?
Per fortuna ad Earl non è successo questo. Dopo la vincita è stato investito da una vecchietta assassina in auto ma, una volta ripreso, cerca di dare un senso alla sua vita redigendo una lista. In questo modo può rimediare a tutte le nefandezze compiute in passato, godendo appieno dei benefici positivi del karma (una cosa buona fai, una cosa buona riceverai).
Earl è la perfetta rappresentazione dell’americano medio senza una cultura di secondo livello: mai terminato il college, vive in un caravan (e successivamente in un motel) con una moglie sposata a Las Vegas.
Il suo contesto di riferimento è la perfetta provincia americana: “topi di fogna” che passano le giornate in pantaloncini e infradito, dormendo con un fucile a canne mozze sotto il cuscino per evitare che qualcuno possa rubar loro le pulci.
Laddove sudiciume e scarsa pulizia potrebbero allontanare perfino un principio di colera avanzato troviamo la vita: adattata, modificata e integrata a questo ambiente.
Furtarelli, alcolizzati e tossici si alternano nello scenario di un’America che, chiaramente, pensava di poter realizzare i propri grandi sogni.
Tutto ciò sfruttando la cultura di strada e abiurando (per motivi culturali o economici, dipende dai contesti) la cultura collegiale. Ciò li ha portati a delinquere in ogni modo possibile, vivendo di espedienti e con una volante della polizia onnipresente nella baraccopoli per capire che diavolo stesse succedendo.
- Jaime Pressly – Joy Turner
Biondina alcolizzata, ninfomane e psicopatica. Tende a farsi ingravidare con una facilità incredibile, per cui è meglio non essere nei paraggi quando è su di giri.
Sogni infranti di modella, di bellezza e di successo l’hanno resa una mamma ladra che vive in un campo caravan a Camden, la ridente cittadina protagonista della serie. - Eddie Steeples – Darnell Turner
Marito e compagno di Joy per più di un mese, è nella Protezione testimoni. Gestisce un locale che si fregia di un enorme granchio come principale simbolo. È acculturato, legge e studia nel tempo libero.
Probabilmente all’interno del locale è uno dei pochi a conoscenza dell’utilizzo di un pollice opponibile. - Jason Lee – Earl J. Hickey
Il protagonista della serie, un ladro di polli che passa le sue giornate a sbronzarsi seduto al bar con il fratello mezzo rimbambito. Nel giro di una notte si ritrova sposato con Joy, pronto a dover crescere due figli non suoi. Quando si accorge che il secondo figlio è color cioccolato capisce che la fedeltà non è certo una delle principali virtù della sua dolce mogliettina. - Ethan Suplee – Randy Hickey
Il fratello imbecille di Earl, lo scemo del villaggio. Con la testa di un bambino di 8 anni vaga mangiando e sniffando qualsiasi cosa, riuscendo difficilmente a coordinare più di un pensiero alla volta.
Quando è affamato, però, diventa pericoloso: in quel momento riesce a collegare più neuroni insieme e diventa potenzialmente letale e distruttivo, come un bulldog a digiuno senza catene. - Nadine Velazquez – Catalina Aruca
Rappresenta la minoranza razziale che porta a facili battute su ispanici e messicani. Arrivata negli States all’interno di una cassa vive facendo le pulizie e danzando al palo.
La sua mossa vincente è saltellare facendo rimbalzare quel dolce balcone che si ritrova sul petto. Un matrimonio con Randy risolverà i problemi legati al permesso di soggiorno.
Una piacevole alternativa che, per motivi inspiegabili e con 4,5 milioni di spettatori di media, ha chiuso nel 2009 dopo 4 anni di onorata carriera.
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