É una delle serie tv più rivoluzionarie e controcorrente degli ultimi anni, milioni di spettatori e infinite repliche decennali su La 7/La 7 D delle 6 stagioni. É Sex and the city, il sesso visto (a volte un po’ troppo facilmente) da 4 ragazze newyorkesi.Quelle che, almeno in apparenza, possono sembrare quattro ragazze dai facili costumi, si rivelano poi donne con seri problemi che meritano di esser risolti.
Samantha, addetta alle pubbliche relazioni, fa sesso come un uomo (dice lei), non ha sentimenti e ha un amore incondizionato, vero e tenace per i pompini. É la più anziana del gruppo ma ciò non le toglie la voglia di darla a destra e manca. É la più tecnologica del gruppo dopo Miranda.
Miranda è l’avvocatessa cinica e bastarda che adora ingozzarsi di cinese ed essere indipendente, il vero simbolo della donna moderna che non ha bisogno di nessuno. Bianca come il latte, adora farsi concupire da un barista chiamato Steve (nella realtà Cynthia Nixon è lesbica e si è sposata nel 2012 a New York).
Charlotte, proprietaria di una galleria d’arte, è la versione moderna di Cenerentola, con un cipiglio sexy e molti sogni irrealizzabili. Molto pudica e dolce, tende a trovare uomini a dir poco maniaci, ma lei non demorde: l’inconfessabile speranza di coronare il suo sogno d’amore con il cavallo bianco, la casa fotografata sulle riviste patinate e un King Charles Spaniel che le saltella intorno scodinzolando la rende un’inguaribile ottimista.
Carrie, scrittrice di una rubrica, è la protagonista (per cui più equilibrata) e ha un target estremamente vario, passando da pensionati ad adolescenti, con la variante che impara difficilmente dagli errori e che odia le cose troppo tecnologiche. Non cucina e vive di Cosmopolitan (un famoso cocktail alcolico, ndr): paga l’affitto in quanto un mutuo non potrebbe permetterselo, visto le migliaia di dollari che brucia al mese in scarpe (da Prada, Gucci e Dolce & Gabbana per arrivare alle costosissime Manolo Blahnik).
Viste così farebbero venir voglie inconfessabili a chiunque un po’ pervertito ma la grazia di Michael Patrick King smorza i contrasti e le rende adorabili: toni dolci, una certa delicatezza nel raccontare le storie, quel pizzico di umorismo unito a una maggiore consapevolezza che devono prima o poi evolvere le rende uniche.
Si parla certo di sesso (è il tema pregnante della serie) ma lo si fa in maniera femminile, evitando facili stereotipi e quel bigottismo che avvolge molte italiane. C’è una comprensione e un’umanità nell’affrontare certe tematiche che spesso non si vede in giro.
Non per niente è diventata una serie cult che ha portato a due film di successo e, in un futuro, forse si arriverà alla 7^ stagione (ma la vedo dura).
Dal romanzo di Candace Bushnell è stato tratto un nuovo telefilm (HBO giura che non è un prequel) dove vediamo la vita di Carrie alle superiori, prima di diventare parte della Grande Mela. Dopo due stagioni (tredici episodi ciascuna) avevano confermato una terza serie, poi cancellata a fronte dei bassi ascolti, probabilmente.
Notiamo nella serie una costante ricerca dell’amore basata su scelte sbagliate e su una New York che inghiotte e tritura le sue vittime, trasformando le persone (spesso) in una versione migliorata/peggiorata di sè stesse.
C’è una motivazione logica anche per consigliare la visione del telefilm ad un pubblico maschile.
Primo ci sono belle donne che recitano scollacciate 😉 secondo possiamo meglio comprendere la tortuosa e complicata meccanica femminile. Se non del tutto, almeno in parte.
Altra nota positiva del telefilm il lato fashion della Grande Mela, i locali, gli stili (per le giovani pulzelle arrapate da codesto telefilm), i modi per rimorchiare meno penosi (per noi maschietti) e un certo stile generale che non scade mai nella volgarità (e se esagera lo accentua in modo ironico).
Qui viene riproposto l’annoso dilemma dell’amicizia femminile, che spesso sfocia in litigate sterili e fine a sè stesse: nella serie notiamo invece una coalizione abbastanza forte e non patetica, anche quando sfocia nella rissa.
Vorrei concludere con una frase di Samantha, che penso riassuma al meglio lo spirito del telefilm:
Una volta se eri single era perchè nessuno ti filava, dopo Sex and the city il motto è diventato: sono single perchè voglio trovare il tempo per amare prima me stessa.
Giustissimo. Se non ami te stesso come fai a donare amore agli altri?
Marco
Commenti su: "Sex and girls" (1)
Ho scoperto Sex and the City da poco, prima di vedere il film mi sono voluta riguardare tutte le stagioni x capire un po’ il filo del discorso. Che dire? A me piace tantissimo. Il sesso visto senza quei tabu’ falsi che vi sono in giro e soprattutto è bello vedere una sana amicizia tra donne (rara).
Ora sono quasi alla fine della sesta stagione e a breve guarderò il film. Spero cmq in un seguito!
P.s. Hai preso spunto dalle mie parole su Facebook per scrivere qst post?:)
cobain86–>Ciao puzzetta edulcorata,
penso d’aver letto qualcosa ma sono andato a braccio come sempre, lo sai che il copia ed incolla non è nel mio stile.
Grazie per la visita, ciao ciao! MARCO