Dopo il successo di Ldg (Lavori Di Gruppo) ecco un altro articolo per riflettere e sorridere di noi stessi. Buona lettura!
Quando Dante immaginò il suo Inferno, evidentemente, si è scordato un girone: i Postali. I Postali sono le persone che, per variegati/astrusi motivi, sono in fila alle Poste. La dannazione viene ridotta negli uffici delle grandi metropoli, dove al limite puoi guardare i libri esposti, comprarti un dvd o provarci con la commessa carina mentre aspetti il tuo turno. La pena viene intensificata nei piccoli uffici di paese, quelli con due sportelli senza chiocciolina dei numeri: lì il giramento zebenicolare raggiunge vortici immensi, alzando bufere e spostando anche il flusso delle maree. Ma procediamo con ordine 😉 .
Innanzitutto bisogna raggiungere l’ufficio postale, di solito collocato in un posto con parcheggi abbondanti ma sempre pieni: una volta completato il nostro pellegrinaggio dal parcheggio all’ufficio inizia la fila. Se siamo fortunati riusciamo ad entrare. Altrimenti aspettiamo fuori, accarezzando il cane piscione del vicino o salutando CippaLippa che attraversa in bici il paese cantando canzoni popolari oscene.
La fila, solitamente, è così variamente formata:
Donna sindacalista, convinta fomentatrice
É di solito quella che, dopo mezz’ora di fila, inizia a farsi spazio inneggiata dalla folla e inizia ad urlare chiedendo della direttrice, agitandosi come una tarantolata e con un cipiglio sempre, perennemente e costantemente rabbioso, come un cane senza l’antirabbica. Di bellezza discutibile, di solito è un sindaco mancato, zitella, ha un lavoro pagato poco e vive di surgelati economici acquistati al Lidl. Vorrei vedere al suo posto chi non sarebbe alterato…
Uomo di mezz’età modello LAVORO SOLO IO
Fomentato ed incoraggiato dalla sindacalista di cui sopra, inizia a sparare una serie di luoghi comuni sulle Poste, sempre nello stesso ordine e con la stessa cadenza nella voce: Ma tanto là non fanno niente, loro spostano delle tende mentre io zappo le cipolle, io mi alzo alle 5 e loro aprono alle 8, non hanno voglia di lavorare, sono tutti raccomandati e così via. Se prima di venire in Posta si fosse anche degnato di cambiarsi le scarpe magari eviterebbe di lasciare metà del suo terreno (sotto forma di fango) sul pavimento delle Poste. Risparmierebbe un bel po’ di lavoro alla donna delle pulizie che deve passare dopo di lui.
L’oratore mancato
Questo signore di mezz’età è un coetaneo del pensatore dei luoghi comuni, con la differenza però che lui di argomenti ne ha. E anche validi. Ci si riscalda con il meteo per poi passare alla tv, calcio, cinema e situazione politica. Di solito è una presenza piacevole, accetta botta e risposta improvvisati con perfetti sconosciuti, ha la parlantina sciolta e rompe il silenzio tombale in cui, di solito, piomba l’ufficio nella pesante attesa.
Donna della tragedia imperante
Signora 70enne, ben vestita, che si mimetizza abilmente tra la folla. Viene allo scoperto quando trova qualcuno con cui ciozzare e raccontare il suo entourage (credo si scriva così 😉 ) di disgrazie, sfighe, morti e ospedalizzati. Il tono di voce è debole e sommesso, quasi come se le stesse per venire un colpo mentre racconta, e la storia procede quasi sempre nello stesso ordine.
Socializza facilmente con l’uomo di mezz’età LAVORO SOLO IO, suo amico, che ascolta passivamente la catastrofica narrazione. “Sa, deve sapere che mio cognato Aldegondo fino a due mesi correva e saltava poi il cane del vicino della Lola, quella signora di 95 anni che si è sposata con un egiziano naturalizzato albanese che poi l’ha abbandonata per una tedesca a Riccione, l’ha morso ad un alluce e si è fatto due mesi di ospedale perchè il medico, uno giovane sa di quelli che devono far pratica, gli ha amputato un dito per sbaglio e gliel’hanno dovuto riattaccare. Ora è a casa, fa qualche giro, bestemmia contro le galline ma sa, non è più vita eh… I suoi genitori sono morti 3 anni fa di dissenteria, la cognata è stata investita da un canguro in calore e il cugino dello zio della nonna ha avuto la malattia dell’asino, una fatica quando doveva chiavare, guardi… E poi Aldegondo deve fare la riabilitazione per il dito, in modo da muoverlo bene, così può andare al cimitero per i suoi cari ogni giorno…“.
L’uomo, soffocato dalla diarrea di parole, tira fuori il telefonino per far vedere i suoi nipoti e cambiare argomento, ma la disgrazia continua: “Eeeeeh, ma che belli, poverini, però hanno patito tanto anche loro, sa, il marito neozelandese della Giuseppina (la madre dei pargoli suddetti, ndr) è fuggito con un puttanone brasiliano incontrato mentre andava a busone (prostitute, ndr) sulla tangenziale Nord… Poi la figlia del cognato dello zio della nonna del nipote della Iolanda mi ha detto che era un uomo, ma sa, in questo mondo va tutto allo scatafascio… Anch’io sapesse il catarro che ho oggi, asfalterei il centro storico se potessi…“. Quando arriva il suo turno ti butti in ginocchio, ma non per il dolore: per la gioia che si leva finalmente dalle …..
Mamma con bambino iperattivo
È come una sorta di bonus, quando c’è la rottura di zebedei è assicurata. Il bambino, ignaro di ciò che fa, gira per l’ufficio credendosi Tarzan, tirando giù roba e urlando come uno scalmanato. La madre, anzichè far sentire la sua autorità, lascia pure che si sfoghi su Guidolini Anselmo, anziano signore che lo placca tirandogli le guance da un’ora ponendogli domande idiote (Ma ciaaaaaoooo, Ma chi sei? Ma come ti chiami? É la mamma quella là? Secondo te ci riprenderemo dalla crisi? Ti piace la mia ascella pezzata? Ti fai la doccia? Ti piace stare con i vecchi?). Se il bambino è piccolo di solito attacca con un’inquietante sirena, come essere sull’ambulanza ma in stato perfettamente cosciente.
Ragazzo web addicted, FACCIO TUTTO ONLINE
Di solito è un giovane di belle speranze (anche se, guardandolo in faccia, non si direbbe) che smanetta tutto il giorno sul computer per lavoro e, giustamente, ricicla la sua abilità per gestire conti online, carte di credito e il conto corrente postale. Risparmio di tempo, denaro, ecc… fino a quando rimane a casa. Quando arriva in Posta ha la fortuna di ritrovarsi una quarantenne che sa a malapena cos’è un mouse e che giocoforza, deve intendersi con il cliente informatizzato. Quelle persone che pensano che la mail si spedisca con il francobollo, ecco. Lei non sa nemmeno distinguere tra password e username, lui avrebbe solo bisogno di una piccola dritta: totale della somma partono 20 minuti tra spiegazioni, insulti e disegni fatti su un foglio di carta riciclato, in un folle berciare che fa addormentare le gambe alla fila retrostante.
Anziano contrario all’accredito automatico
In ogni realtà che si rispetti c’è ne sempre uno. Ogni mese l’impiegata, ormai allo stremo delle forze, gli spiega che potrebbe ricevere l’accredito automatico e gratuito che, oltre ad evitargli di intasare la fila alle Poste, gli permetterebbe di incassare anche se avesse una gamba in gesso, il nipote drogato, la moglie in coma e la figlia alle Maldive. Ma lui nossignore, ho lavorato per trent’anni e ora voglio TOCCARE CON MANO I MIEI soldi.
Bravo, quando vai all’ospedale (perchè uno del cantiere che stavi osservando ti ha fatto TOCCARE CON MANO una pala) però un delegato dell’Inps deve correre al tuo capezzale (sperando che tu non sia in coma) e farti firmare una delega. E se non eri morto prima c’è il caso che ti smazzoli lui, visto che gli hai fatto perdere quasi mezza mattina per trovarti all’interno dell’ospedale…
Ragazza giovane e carina, possibilmente single: Lei è l’unica della fila che non te ne frega niente se è davanti a te. Anzi, così hai l’occasione di guardare qualcosa di bello mentre aspetti. Noti i suoi vestiti, il suo modo dolcemente infantile di giocare con una ciocca di capelli, i messaggini che manda grazie al suo telefonino rosa, la sua risata riempie di sole una giornata uggiosa, il suo culetto sembra scolpito nel marmo e, di solito (per dire com’è infingarda la vita), è quella che ha sempre meno di tutti: un bollettino, prelievo, al massimo una ricarica postepay.
Andate alle Poste, mi raccomando, vi farete risate mai viste.
Alla prossima 😉
Marco
Commenti su: "Fap (Fila Alle Poste)" (3)
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[…] Chi ha progettato il sistema, infatti, non si è reso conto che altri enti (penso all’Agenzia delle Entrate) hanno elaborato sistemi di pagamento più celeri come un bel bonifico sul conto corrente e quindi è necessario regredire ai tempi della transumanza. Un capretto sotto braccio, Guerra e Pace nello zaino e attendiamo il nostro turno in Posta, momento in cui può accadere di tutto e di più, come narrato da questo articolo. […]