Come annunciato precedentemente ecco in arrivo la recensione del nuovo album dei Baustelle I mistici dell’Occidente, un colpo al cuore che entusiasma e invita alla riflessione mantenendo l’identità degli album precedenti. Buona lettura!
Parlare di un disco dei Baustelle è sempre difficile, riuscire ad assegnare un giudizio unanime a dischi così poliedrici e caleidoscopici sarebbe come voler dare un voto alla Gioconda di Leonardo o ad un’aria di Verdi.
Ci sono canzoni come La canzone della rivoluzione e L’estate enigmistica che richiamano con le loro sonorità la libertà sincopata e disincantata del Sussidiario illustrato della giovinezza; attenzione però, la leggerezza apparente musicale esplode con fragore sulla scia di testi impegnati e ben scritti, deliziandoci ad ogni ascolto e terminando anche il pezzo più incisivo in maniera poetica e romantica.
Quest’anno voglio bere un’aranciata
Perché amaro enigma è la realtà
E io non ho più l’età
Per riuscire a vivere
Nel cielo blu. (L’estate enigmistica)
I Baustelle, da gran maestri, illudono l’ascoltatore mescolando le carte in tavola e portandolo in un apparente caos; in realtà tutto è calcolato e calibrato, il gruppo balla e gorgheggia intorno a noi come divertiti matador per infliggere la stoccata finale: per dimenticare di esser soli, di esser soli, da sempre (L’ultima notte felice del mondo).
Una girandola di emozioni mescolate seguendo la travolgente alchimia baustelliana, che regala momenti vibranti con opere quale Il sottoscritto e I mistici dell’Occidente (che ricorda le ballate intramontabili di De Andrè) che sfiorano le corde dell’anima in modo sensibile e stupefacente.
Melodie e testi ricercati, voglia di recuperare dal passato (l’utilizzo del clarinetto lanciato da Arbore) che guarda al futuro con una speranza sempre viva, seppur disincantata (due citazioni ad esempio: San Francesco si diventa -San Francesco, ci salveremo disprezzando la realtà e questo mucchio di coglioni sparirà –I mistici dell’Occidente).
Per chi acquista l’album su iTunes a € 9,99 viene regalata una traccia esclusiva, ovvero la versione duettata de L’ultima notte felice del mondo (oltre al booklet in PDF), lo screenshot sopra riportato è una pubblicità presente su Rockol.it (link alla recensione dell’album).
Tralasciando la mia passione per iTunes vorrei concludere elogiando questo album, un vero outsider della scena musicale italiana che ha mantenuto l’anima indie (oltre alla qualità a livelli molto alti che ha sempre caratterizzato il gruppo) nonostante il passaggio alla major.
Ritorno trionfale in pompa magna per i Baustelle, meno barocco di Amen: chi ha detto che togliere sia sempre un male?
L’anima (visto che parliamo di misticismi occidentali) non è stata corrotta ma è stata arricchita da questi due anni di silenzio, l’occhio impietoso della band viviseziona la nostra società con gioia senza per questo scadere nel luogo comune o nella banalità che affligge quasi tutto il panorama italiano, salvo per fortuna poche eccezioni.
Ripropongo la stessa valutazione che ho dato ad iTunes, 5 stelle (a livello puramente indicativo, vedi discorso ad inizio articolo).
13 brani che potrebbero essere riassunti come un viaggio emozionale, da ascoltare con attenzione (da evitare ascolti fugaci mentre si sta guidando o mentre si lavora): inserite il disco (o collegate il vostro portatile/iPod al vostro stereo), mettetevi in poltrona, sorseggiate un brandy e premete Play. I Baustelle sono tornati.
Marco
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