Emozioni, ironia, fantasmi e la rievocazione di un gruppo di amici: benvenuti a Ano Hana. Buona lettura!
La trama
Cinque amici frequentano le elementari insieme. Un giorno, per un tragico incidente Menma (la protagonista dell’anime) passa a miglior vita e il gruppo si scioglie, prendendo strade diverse.
Il ritorno della presenza di Menma (la bambina al centro verticalmente tra i due fiori), molto concreta e visibile (ma solo per Jinta, il ragazzo con la t-shirt rossa slavata), cercherà di chiudere vecchie ferite e ricostruire il gruppo dei Super Busters della Pace.
I personaggi
Jinta “Jintan” Yadomi
Capo fin da piccolo dei Super Busters della pace, era un bambino allegro ed estroverso. La morte della madre e della migliore amica Menma lo portano al rifiuto della scuola, salvo poi scoprire (quando ricomincia a frequentarla) che a nessuno frega niente della sua mancanza. Innamorato segretamente di Menma, lo ha sempre negato sfuggendo con le lacrime al vento.
Meiko “Menma” Honma
Morta in un incidente da piccola, compare a Jinta come uno yūrei (fantasma giapponese, ndr). Dicono che la morte rende belli: nel caso di Menma, essendo rimasta sempre una bambina, è anche allegra e giocherellona. Cresciuta nel corpo ma non nella mente, è infantile e molto dolce.
Considera di grande valore l’amicizia stretta da piccola con i suoi amici e i suoi ricordi sono legati maggiormente a loro (essendo, probabilmente, gli unici ricordi che ha portato con sé nel passaggio). Sebbene solo Jinta riesca a vederla e sentirla, Meiko interagisce con il mondo circostante, aprendo porte, cucinando e scrivendo sul diario segreto che aveva da bimba.
Molto legata a Jinta, non incolpa nessuno dell’incidente. Ha un fratello minore di nome Satoshi.
Naruko “Anaru” Anjō
Amica d’infanzia di Jinta e Menma, è fredda e scostante nei confronti di Jinta: lo amava in gran segreto ed era invidiosa del rapporto tra Jinta e Menma. Facilmente influenzabile da chiunque passi per strada, dubita del ritorno miracoloso dal regno dei morti e odia il fatto che lui sia ancora innamorato di lei. Campa lavorando part-time in un negozio di videogiochi.
Atsumu “Yukiatsu” Matsuyuki
Amico d’infanzia di Jinta e Menma, ha un comportamento condiscendente nei confronti di Jinta. Nonostante i successi ottenuti nello sport e nella scuola si agita ancora, pensando di non poter scalzare Jinta, un fallito vivente, dalla posizione di leader nel gruppo d’amici. Lui e Tsuruko frequentano lo stesso liceo di alto livello. Adora travestirsi da Menma girando per il bosco come un allegro travestito.
Innamorato di Menma, ha qualche problema ad accorgersi che Tsuruko gliela tirerebbe dietro con la fionda, smaniosa di mettersi con lui da anni.
Chiriko “Tsuruko” Tsurumi
Amica d’infanzia di Jinta e Menma, è una ragazza osservatrice, calma, tranquilla, statuaria in certe pose e atteggiamenti. Muore di passione per Yukiatsu ma non è ricambiata (ovviamente), e così si limita a vivergli accanto godendo semplicemente della sua compagnia. È l’unica che ha mantenuto i rapporti con un membro del vecchio gruppo (anche se non quelli che avrebbe voluto lei).
Tetsudō “Poppo” Hisakawa
Muratore bergamasco d’origine, è il pirla del gruppo: fa battute, è sempre pronto a seguire il leader ingozzandosi da mattina a sera senza soluzione di continuità. Risolve tutto con forza fisica, di volontà e con la mazzetta da 5 kg.
Amico d’infanzia di Jinta e Menma, da piccolo ammirava molto Jinta, diventando praticamente il suo tirapiedi. Dopo aver abbandonato la scuola gira per il mondo guadagnandosi da vivere con lavoretti part-time, probabilmente legati all’edilizia o ai cantieri navali, valutando la stazza fisica.
Solare e spensierato, ha quasi sempre un sorriso stampato sul volto. È il primo a promettere a Menma che l’aiuterà e crede subito alla storia di Jinta.
Quando il gruppo comincia a litigare, cerca di rimediare, consapevole del fatto che ha assistito alla tragica dipartita di Menma ma, tra il terrore e la paralisi, non ha fatto nulla per salvarla.
L’anime (11 episodi + OVA)
Chi frequenta questo blog conosce lo stile ironico e dissacratorio che cerco di mantenere, sia per snellire la lettura che per invogliare anche i più pigri ad approdare su questi lidi.
Mi perdoneranno i cultori degli anime giapponesi se mi sono preso questa piccola libertà: ho interpretato liberamente il pensiero dei miei lettori dopo la presentazione di ben sei personaggi.
Come vedrete in seguito, lettori fedeli, era una necessaria premessa.
Nonostante il nome richiami un film a luci rosse giapponese Ano Hana è traducibile come “Quel fiore”: nulla di osceno quindi. State tranquilli.
Nella mente della sceneggiatrice doveva diventare un’anime giocoso e spensierato incentrato sulle pulsioni sessuali adolescenziali: il regista l’ha fatta ragionare, convincendola a porre l’amicizia come tema centrale della storia. Decisamente meglio così.
Anziché ritrovarci con una versione giapponese di American Pie, quindi, abbiamo potuto godere di questa piccola perla di animazione nipponica.
Facciamo le persone serie
Quanto può essere straziante il dolore di una madre per la perdita di una bambina soffice e giocosa come Menma?
Mille pagine di questo blog e altrettante fotografie non riuscirebbero a descriverlo.
Nell’anime, per fortuna, si recano poco a casa della madre: l’episodio in cui accade è straziante a dir poco. La rabbia con cui lei non riesce ad accettare che siano tutti arrivati vivi alle superiori è una pugnalata a cuore aperto.
Togliendo dunque questo episodio chiave il resto dell’anime punta ad una leggerezza di fondo, che viene accentuata dal muratore bergamasco con la camicia a fiori e da Menma, protagonista-fantasma di questo anime molto bello e colorato, senza alcun dubbio.
Spesso si dice che il buongiorno si vede dal mattino: di solito un telefilm o un anime, se validi, hanno spesso una sigla decente.
Le sigle di Ano Hana non fanno eccezione e, tra trasparenze e giochi cromatici, restituiscono una freschezza e un respiro necessario ad affrontare la serie con il giusto spirito (santo).
I dolori, i rancori nonché gli amori sopiti vengono spiegati e analizzati in modo molto preciso durante l’intera stagione, con dovizia di particolari estrema.
Della loro infanzia vediamo molto poco; siamo focalizzati su quello che accade nel giro di poche ore e viene riproposto fino alla sfinimento, al fine di analizzare cause e concause di una scomparsa così prematura.
L’incidente viene narrato con molto rispetto e garbo: non lo vediamo direttamente, ne vediamo solo gli effetti (una ciabatta odorosa che galleggia) e una simulazione, in modo da capire le dinamiche. Per il resto l’anime si concentra sulle relazioni intrecciate da queste sei persone, scavando nell’animo umano con un Caterpillar a ciclo continuo.
Nonostante questa tristezza di fondo la spensieratezza gaia di Menma (legata al fatto, come vi accennavo poc’anzi, che è una bambina nel corpo di un’adolescente) alleggerisce molto l’anime, rendendo i 20 minuti dell’episodio un soffio di vento, molto scorrevole e piacevole.
Conclusione
Menma non nutre rancore verso i suoi amichetti: è stata una tragedia, è successo e basta. Però le dispiace vedere che tutti hanno intrapreso strade diverse, allontanandosi.
Probabilmente continuare a vedersi, con tutte queste questioni irrisolte, avrebbe generato ancora più dolore e lanciafiamme del necessario, per cui ognuno ha deciso di tagliare i ponti con gli altri.
Menma quindi, oltre a saltellare nel desiderio di re-incarnarsi il prima possibile per tornare dai suoi amici (seguono la religione buddista, ndr), riesce a riavvicinare tutti quanti, portando quella serenità e consapevolezza che, fino ad allora, non avevano mai avuto.
Bello, intenso, equilibrato, commovente a tratti (non è vero che si piange sempre, non ascoltate i vostri amichetti), una sferzata al cuore prontamente ricucita a suon di dolcezza, luci soffuse e colori stupendi.
Il momento in cui sono crollato, sarò sincero, è stato quando ho visto la lettera di Menma per Jinta: [È quel “ti amo” che significa “Ti voglio sposare”].
Detta così sembro una vecchietta in menopausa, me ne rendo conto, ma contestualizzato è molto forte, credetemi. Scena indimenticabile.
A fronte del successo ottenuto hanno prodotto un filmino nel 2013 (OVA), ma di fatto è una raccolta dei momenti più belli condensati in 90 minuti. Alla storia aggiunge poco e, se avete appena visto la serie, è molto ridondante.
Fortemente consigliato con un cubo di Kleenex sotto mano, già doppiato in italiano (è uscito nel 2011): una vera perla da recuperare il prima possibile.
Voto: 10/10
Marco
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