Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

La memoria perduta

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Placido in un film del 1998 parlava del perduto amore. Noi oggi parleremo delle memorie perdute: chi le detiene? Dove finiscono? Possiamo recuperarle? Come gestire in modo efficiente un parco memorie? Buona lettura!

La premessa

Fin da quando ho iniziato a scattare con la mia prima compatta digitale, tra la polvere del granaio e il sudore che mia nonna lasciava ovunque, impregnando ogni oggetto quotidiano, mi era chiara una cosa: non puoi avere una singola scheda di memoria.

Il concetto è di una semplicità disarmante: se la scheda non funziona, poco ma sicuro come l’oro, tu non fotografi.

Puoi avere una macchina da 8.000 euro iva esclusa, un flash da 400 euro, un cavalletto da 600 euro firmato da Manfrotto in persona… ma se hai una scheda della Chicco tu non scatti. Punto.

La “cittadina” del mondo (o meglio la carciofara della bassa padana)

Chi segue il mio blog avrà notato che ho avuto il piacere di conoscere A. (vedi l’articolo), cittadina del mondo terron-oriented, come scoprii a breve in seguito.

Io non ho nulla contro i meridionali, alcuni sono perfino miei amici, per dire. Ma la correttezza, il rispetto e l’educazione non devono mai mancare, per nessuna ragione.

Le prestai, correva l’anno 2015/2016, una chiavetta USB da 8 GB per passarle dei dati. Conoscendo la sua fama mi sarei dovuto amputare le mani, ma quando lasci ragionare il cuore sono cose che succedono.

Il concetto della chiavetta USB, cosa che nonostante due lauree non è mai stato in grado di capire, è che si chiama Pietro e Giovanni: torna indietro e senza danni.

Lei invece aveva questo concetto del regalo esteso: dal momento che ti dò qualcosa devo metterci una croce sopra, perché so che non lo rivedrò mai più.

Il valore della chiavetta è esiguo: all’ultima fiera dell’elettronica sono riuscito ad accaparrarmela per 6 euro cadauna.

Mi turba il concetto del regalo forzato. Anche perché, se ragioniamo con la mentalità della cittadina de ‘sta ceppa, io conosco e frequento abitualmente una 20na di persone. Se presto una chiavetta da 8 GB a tutti e non mi tornano indietro io ho perso la bellezza di 120 euro, piccola terron-oriented che non sei altro.

Ero disposto a vendergliela ma lei, da brava figlia di Gigi D’Alessio, ha voluto rendermela con una raccomandata che costava più della chiavetta stessa. Due lauree gente, ricordiamocelo.

Rendere i prestiti agli amici, senza pretendere tutto. Dura lezione che, speriamo, abbia capito con il tempo, anche se al momento è impegnata a copulare furiosamente con uno sciatore.

Io non auguro niente di male a questa giovane coppia: solo che tutte le loro memorie (dalla scheda SD al lettore Iomega Zip, dischi fissi inclusi) possano ardere in un incendio doloso, affinché quando serve una memoria A. possa ricordarsi di quanto è importante avere delle memorie disponibili in casa.

Le avventure di Teodolinda

micro-sd-card

Passano gli anni, i mesi, le stagioni. I leprotti si accoppiano furiosamente dietro la siepe e iniziano i concerti per la mia cara amica Teodolinda.

Lei registra sempre i suoi concerti, in modo da avere uno storico delle sue performance per poterle caricare su Youtube, successivamente.

Dopo l’investimento sulla videocamera (150 euro al massimo) e sulla scheda di memoria (20 euro circa, SD Samsung da 16 GB) è partita a registrare le sue gioiose avventure.

11 gennaio 2018

Succede che, durante uno di questi eventi, il gruppo che si esibisce con lei la affianchi dopo il concerto.

“Che bello”, esordiscono, “molto emozionante”, “siamo commossi a tradimento” e via dicendo. Finiti i doverosi complimenti le chiedono un favore: vogliono la scheda di memoria per scaricare i video, “tanto te la rendiamo subito eh, potessero amputarci un braccio”. Teodolinda, che possiede una sola scheda di memoria (eeeeehhhh, la memoria costa…) nel raggio di 50 km dalla sua abitazione, essendo di buon cuore ha acconsentito.

3 febbraio 2018

Com’era prevedibile la scheda, dopo un mese abbondante, non ha ancora trovato la strada di casa. Teodolinda ha un concerto importante da registrare e io, di buon cuore, per evitarle una colossale figura di menta, le ho prestato la scheda di memoria.

Ma perché non diffondi le tue schede in giro, Marco?

Non è cattiveria o crudeltà: si chiama operatività.

Per essere operativo sulla mia Nikon D7100 utilizzo una coppia di Lexar semi-pro da 64 GB: visto il costo (nonché il valore dei dati contenuti) di sicuro non le affido al primo musicante o ballerino che me le chiede.

Scarico il materiale, converto/alleggerisco e poi te lo passo, tranquillo. Ma nel caso Internet non fosse sufficiente utilizzo una scheda da 8 GB, lenta ma sicura come archiviazione. Valore attuale 8 euro.

Non affido al primo mangia patate le mie schede principali: non saprebbe cosa farsene. Sa usare un RAW? Molta gente con cui collaboro utilizza il computer a fatica, figuriamoci se alle 3 di notte elaborano un RAW, non ci credo nemmeno se vedo.

C’è una soluzione per le memorie perdute?

Schede_SD_Marco

Possiamo educare i bifolchi sopra elencati a restituirci le schede? Con l’amore e il lanciafiamme da 500 dollari di Elon Musk (ne hanno venduti 20mila, estintore in omaggio) probabilmente sì.

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Ma, molto più facile e sicuro, impariamo a gestire il nostro parco memorie evitando colossali cappelle.

Ecco alcuni trick appresi in anni di notti passate al buio, gente che si dimentica e sms infuocati a mezzanotte:

  1. Non sottovalutare le memorie più piccole
    Sembrerà incredibile ma su Amazon ancora oggi vendono memorie da 2 e 4 GB, e si fanno pagare giustamente. Non sempre dobbiamo trasferire mille GB di dati alla volta: spesso le foto, elaborate e alleggerite, possono essere comodamente masterizzate in un CD da pochi centesimi. Per cui anche le memorie da 1, 2 e 4 GB, inutilizzabili in fase di scatto perché troppo piccole, possono essere utili a smistare i dati successivamente o come backup temporaneo.
  2. Dividere le memorie in principali e secondarie
    Ho introdotto il discorso sopra: le memorie piccole servono a smistare i dati successivamente, in quanto essendo elaborati pesano molto meno del RAW originale.
    Le memorie principali sono quelle su cui lavoriamo: meglio non darle in giro, col rischio di non rivederle per mesi. Spargiamo il seme con le secondarie, saranno più che sufficienti.
  3. Evitare gli sprechi
    Devo passare dei dati ad una persona che, probabilmente, non rivedrò prima della prossima cometa di Halley? CD e DVD a randa. Costano molto poco e spesso sono sufficienti, come capacità, per foto e video alleggeriti.
  4. Raccolta dati
    Io ho sempre qualche scheda con me: magari chi scatta vicino a te ha una scheda bruciata e sta prendendo fuoco da solo, come Vegeta. Se però questa persona deve portare in Tibet la scheda registro alcuni dati essenziali (nome, telefono e mail), in modo da avere qualche speranza di recuperarla. Vale lo stesso concetto delle chiavette USB affrontato sopra: non posso regalare schede SD a tutta la provincia.

I conti della serva

Prendiamo una calcolatrice.

Se un RAW da 24 Megapixel pesa circa 20/24 MB e avete una memoria da 4 GB 200 scatti circa riuscite a farli, se è da 8 GB addirittura sfiorate i 400 scatti.

Sono calcoli teorici, va bene, e non sembrano tanti scatti (specialmente se sparate a raffica per cogliere il momento saliente) ma in emergenza possono fare la differenza tra chi scatta (e porta a casa il servizio) e chi rimane a guardare, avvicinandosi a Dio in più riprese. Con meno di 12 euro si acquista una SanDisk da 16 gb (800 SCATTI circa), meditate gente.

Sempre per fare i conti del servitore parliamo di prezzi, così ci rendiamo conto di quanto costa la nostra sicurezza.

I prezzi sono indicativi e, come avrete notato nell’ultima scheda, estremamente variabili.

Tuttavia una scheda decente da 16 GB costa 30 euro: le Lexar sono aumentate probabilmente a fronte della chiusura del reparto schede (un vero peccato/reato, schede favolose che dopo anni macinano scatti come il primo giorno).

Se volete risparmiare qualcosa anche SanDisk è un’ottima marca (viva e vegeta, dopo la fusione con Western Digital), al momento utilizzo entrambi i brand e mai nessuna scheda mi ha abbandonato nel momento del bisogno.

I modelli indicati, a parte il primo da 45 MB che è stato proposto per puro paragone, hanno una cosa in comune: sono veloci.

Se scattate con una reflex o girate in alta definizione la velocità conta.

Per le schede che seminate in giro fa lo stesso se sono più “tranquille” (ed è per questo che, se mi capita, acquisto anche schede usate: per questi utilizzi sono ottime), ma sulle schede principali non elemosinate sulla velocità.

Buona gestione delle memorie a tutti

Marco

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