Un grande classico intramontabile di Tarantino: buona lettura!
Trama
Los Angeles, 1994. Attorno alla figura del malavitoso Marcellus Wallace girano vari personaggi che, per varie circostanze, intrecciano le loro storie: i due sicari Vincent Vega (John Travolta) e Jules (Samuel L. Jackson), il pugile ormai in pensione Butch (Bruce Willis), la fascinosa moglie di Wallace Mia (Uma Thurman), due rapinatori occasionali (Tim Roth e Amanda Plummer), un poliziotto stupratore gay e l’avventore di un negozio di merce usata.
Il film
Il film è diviso in capitoli non consequenziali: nonostante in alcuni Paesi sia stato rimontato nella giusta sequenza Tarantino ha preferito dividere questi momenti, per aumentare la suspense e concederci il quadro finale solo alla fine della storia, con “il problema di Bonnie”.
Decisamente molto più movimentato delle Iene, fa parte della trilogia pulp, che include Le Iene e Una vita al massimo (quest’ultimo diretto da Tony Scott).
Musiche da applausi scelte con estrema cura e perizia, inquadrature ancora più precise con dettagli sulla passione per la polvere bianca di Vincent, sulle maniglie delle porte e sugli sguardi di alcuni tra i più grandi attori cinematografici disponibili. La sottolineatura musicale è una parte molto importante del film, che serve ad ironizzare situazioni tragicomiche e ad affondare momenti drammatici.
I personaggi
Tra i personaggi “secondari” impossibile non ricordare il Risolutore Winston Wolf, uomo raffinatissimo ed elegante che con poche parole riesce a risolvere qualsiasi problema puntando su velocità, efficienza e precisione. Uma Thurman ci regala emozioni altalenanti, dalla gioia e la spensieratezza dei suoi balli sincopati al Jack Slim (un locale stile anni ’50 e Cadillac) alla sua overdose che fa sbiancare Vincent alla ricerca di una soluzione.
Personaggi disegnati e calibrati su misura, con tratti ben precisi e un’impronta forte, che non lascia dubbi: la loro posizione è chiara e ben si integra nel meccanismo globale che dà vita a questa girandola di eventi.
I personaggi di Tarantino sono spesso in cerca di vendetta, alla loro maniera: Butch dopo anni di fallimenti riesce a fregare Wallace, salvandolo da una situazione quantomeno spiacevole.
Vega, a forza di essere strafatto, paga il conto per vari errori imperdonabili che un gangster non può concedersi.
Jules riceve un’illuminazione dopo aver rischiato la pelle e decide di cambiare vita, di dare un senso al tempo che gli rimane su questo sporco pianeta, per rimanere in tema con la pellicola.
Battute calibrate al millesimo di secondo, un taglio deciso e sicuro per ogni scena, una composizione curata continua per ogni singolo fotogramma: onestamente credo che Tarantino non potesse offrirci uno spettacolo più completo e magistralmente orchestrato.
I temi sono “pulp”, per cui sparatorie e droga si riversano attraversano i nostri teleschermi ma la simpatia dei personaggi smorza i toni e regala puntualmente un sorriso anche in situazioni drammatiche; la reazione di Jules al colpo di pistola partito da Vincent, seppur tragica, risulta comica.
Lo stile Tarantiniano
La citazione da vari generi rende il film unico e definisce lo stile di Tarantino: citazione continua con garbo, stile e accuratezza da cecchino, per rimanere in tema.
Un atto d’amore dovuto verso il cinema, rappresentato da attori in stato di grazia e da una formula narrativa inconsueta, che dipana la storia completa solo verso il finale, avvinghiandoci alle tragicomiche vicende delle maschere messe in scena dal nostro mattatore preferito, Tarantino. Un cult da recuperare assolutamente, un classico senza tempo che fa strada.
Concludendo
Pulp fiction è un ottimo banco di prova per i vostri amici e amiche: se lo amano scopriranno un regista eclettico, se lo odiano probabilmente Tarantino non fa per loro. Quentin crea questa forte dicotomia, non lasciando zone d’ombra: lo stesso personaggio che si è ritagliato all’interno del film assume una sfumatura simpatica, essendo costantemente preoccupato dal ritorno della moglie Bonnie.
È difficile descrivere questo film, in quanto assume molte sfumature diverse e anche la durata è notevole (due ore e mezza) ma se lo apprezzerete per la sua qualità e il lavoro retrostante state pur certi che lo amerete.
Voto: 10/10 con lode
Marco
Commenti su: "Pulp Fiction" (2)
[…] lingue tentacolari per stringere la vittima. Samuel L. Jackson, attore che ho imparato ad amare con Pulp Fiction di Tarantino, si rivela un cattivo inquietante e spietato, perfetto per il ruolo e calato splendidamente nella […]
[…] Se, come me, avete adorato Pulp Fiction My name is Earl vi piacerà […]