Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

La paura dentro

vita_davanti_ramazzotti

Una storia di bullismo che presenta strascichi ancora oggi, a distanza di anni. Buona lettura!

Questa storia è basata su eventi attuali e reali. Penso che raccontarla possa aiutare tanti ragazzi che vivono questa situazione e che magari, per paura, non hanno il coraggio di chiedere aiuto. Per tutelare i nostri informatori e i protagonisti utilizzeremo nomi di fantasia. Le foto utilizzate sono di repertorio, tratte da film che mi hanno ispirato nella stesura.

Il grande LebowskiIl grande Lebowski

Sabato pomeriggio, sette anni fa.

Mentre sono a casa di Armaldo, un mio coetaneo che conosco dai tempi dell’asilo, parliamo del più e del meno. Finiti gli aggiornamenti si arriva al punto: cosa fate stasera?

Ero appena entrato nella compagnia che frequento ancora (dopo varie modifiche e upgrade) e sono sincero: “Andiamo al bowling, vieni anche tu. C’è la musica, ci sono le ragazze, ci divertiamo, ridiamo e passiamo una bella serata insieme.
Non sei obbligato a prender l’auto, ti carico io e andiamo a Modena insieme.”

Gli anni ’90Il grande Lebowski

Fin qui, direte, tutto normale.

Io e Armaldo da ragazzi (erano gli anni ’90) abbiamo subito gli scherzi dei bulli di paese. Io, ad un certo punto, mi sono stancato e ho mostrato i denti: lui, da bravo cattolico, ha sempre mostrato l’altra guancia.

All’epoca non c’erano smartphone, videocamere o macchine fotografiche economiche per tutti: gli scherzi, per quanto cretini, si limitavano ad una ruota della bicicletta piegata, qualche sberleffo, scontri fisici e finita lì.

Nessuno pubblicava o diffamava la gente su Internet. Erano bravate da ragazzi del paese, all’epoca non si parlava di bullismo e venivano etichettate così.

Ricordo tanto stress, non potevo fare attività fisica per cui ne accumulavo parecchio… però gli anni passano, le persone maturano e ci si ritrova.

E si capisce che eravamo tutti molto stupidi all’epoca, incluso il sottoscritto.

Poi la vita ti travolge con le uscite, gli amici, le ragazze, il lavoro (quando c’è)… La mente sfuma e dimentica, perché non possiamo avere un ricordo esatto dei primi 30 anni (salvo memoria eidetica).

Armaldo no.

Storie di vite diverse

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Armaldo ha vissuto esperienze simili alle mie solo che, anziché reagire e cercare il proprio posto nel mondo, ha incamerato tutto questo per anni.

Il suo stress è arrivato a livelli stellari e, abbinato ad una situazione pre-esistente di disagio familiare, ha fatto il botto.

Armaldo è talmente terrorizzato dalla competitività che rifiuta persino una partita a briscola, lascia vincere chiunque per dargli una soddisfazione… Non riesce a gestire lo stress.

Per la sua mente deviata affrontare le olimpiadi o una sfida tra amici, dove (come saprete tutti) se vinci o perdi finisce comunque a tarallucci e vino… è la stessa cosa.

Ho conosciuto persone Alfa iper-competitive che, in qualsiasi cosa facciano, devono obbligatoriamente essere i primi, i migliori, i leader, i top di gamma. Ma la nostra compagnia non ha personalità ipertrofiche fino a questo punto.

Nessuno di noi se perde a biliardo sfonda il controsoffitto a pannelli con la stecca, bestemmia come se Dio dovesse scendere ad aiutarlo o ha mai compiuto atti vandalici.

Siamo persone ragionevoli che affrontano una sfida per quello che è: un momento per divertirsi insieme, dove quando si sbaglia gli altri sono lì per aiutarti, non mortificarti (come penso sia normale tra amici di lunga data).

La paura dentrocasino_scorsese_08

Nella sua mente “speciale” il mondo dev’essere perfetto, organizzato e controllabile, in ogni singolo aspetto.

Le eccezioni, gli imprevisti, insomma il sale della vita non è contemplato. Gli affidano un nuovo lavoro? Deve ripeterlo a memoria, con tendenze ossessivo-compulsive che superano gli standard umani.

Armaldo esce con noi solo quando andiamo al cinema, al pub… serate tranquille dove può anestetizzarsi, ascoltando i discorsi altrui per ore senza imporsi, per paura di sollevare qualche emozione.

Non è facile trattare con una persona così, credetemi. Io e sua sorella (con cui, ovviamente, abbiamo stretto un legame d’amicizia, visti gli sviluppi) facciamo questo lavoro a tempo pieno, h24.

Considero tutto questo un impegno a lungo termine, dove mettere a prova la mia umanità e pazienza, un test per temprare il mio carattere. Però richiede veramente molta passione, credetemi.

Il grande Lebowski… in bocciofila

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Sta succhiando un hot-dog in modo equivoco…

Alcune persone lo chiamano pensionato, anche se ha solamente 32 anni. Purtroppo hanno ragione.

L’impegno della nonna che viveva con lui, assolto oltre ogni limite umanamente possibile, è stata probabilmente l’ennesima scusa per non uscire (senza nulla togliere al fine nobile di assistere un anziano).

Maria, l’altra amica storica che conosco dai tempi dell’asilo, era molto preoccupata sul lungo termine per questa situazione. Disse: “Non sta vivendo la sua vita e, quando i nonni moriranno, si ritroverà da solo“.

Serafica e austera ma incredibilmente vera, aveva ragione presentando il quadro della situazione attuale con cinque anni d’anticipo.

Armaldo è, praticamente, terrorizzato dal mondo giovanile o, più realisticamente, dei nostri coetanei… Trascinarlo a casa di amici per Capodanno ha richiesto la pazienza e tenacia di Roberto, che l’ha braccato parlando per quasi due ore.

Speriamo che gli psicofarmaci di Armaldo funzionino, che possa arrivare fino alle 2 di notte senza addormentarsi, che smetta di rompere le sfere pensando che tutto il mondo lo sta giudicando (ragazze incluse), che possa imparare a nuotare convincendosi del fatto che, un ferro da stiro come il sottoscritto, ha iniziato a “solo” 27 anni… che possa vivere finalmente la sua vita.

Non sto dicendo che Armaldo debba condividere le nostre stesse passioni… ma almeno prova. Se non ti piacciono potrai scoprirne altre, è un modo come un altro per conoscere persone.

Da amico è il miglior augurio che possa fargli.

Marco

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