È la mania del momento che ha permesso di risollevare i bilanci Nintendo: i rischi valgono ancora la candela? Vediamo cos’è successo, dal 2016 ad oggi. Buona lettura!
La doverosa premessa
Il gioco qui analizzato è stato realizzato da Niantic, ex proprietà di Google, e si basa completamente su Google Maps. Visto che il buonsenso comune non basta si sono già verificati incidenti per cui vi invitiamo a seguire i consigli del gioco:
Guardate dove state andando, non usatelo alla guida di auto e altri mezzi potenzialmente letali e non usatelo all’estero.
Il traffico dati che comporta è capace di prosciugarvi intere soglie in pochi minuti, visto che richiede un segnale GPS costantemente attivo.
Il gioco
Non mi sono mai interessato alle carte Pokémon, le ho sempre trovate abbastanza noiose. Il GdR (leggi: gioco di ruolo) su GameBoy invece mi aveva colpito particolarmente, sia per la complessità della storia che per la creazione di un mondo completo, dove i vari elementi combaciavano e seguivano una logica ferrea. Spinto dal desiderio della curiosità e da richieste incessanti ho installato e provato il gioco per una settimana: vediamo quindi nel dettaglio questa nuova versione dei Pokémon.
Una volta aperta l’applicazione sullo smartphone (che non possiamo eseguire in WiFi perché manca il segnale GPS) veniamo avvisati di non usare il gioco mentre stiamo camminando o guidando (aggiungo io), onde evitare di investire passanti innocenti, auto della polizia (successo proprio in Italia) e bambini innocenti alla caccia dell’ultimo Pokémon.
Le schermate sono molto spartane, a beneficio della chiarezza: la lotta rimane confinata alle palestre, difatto non potete indebolire i Pokémon prima di catturarli: vi basta lanciare una sfera cercando di centrare il cerchio verde che apparirà sulla creatura e aspettare che si faccia prendere, bruciando così diverse sfere vuoi per la scarsa mira vuoi perché un Pokémon con livelli alti difficilmente tende a farsi intortare al primo colpo.
Le sfere sono le Pokéball, senza distinzioni tra Mega, Ultra e Master come nel gioco originale: potete acquistarle con soldi veri o recarvi nei PokéStop, enormi punti blu nella mappa dove, girando il gettone della fortuna, potete incassare pozioni, revitalizzanti, uova che dovete far crescere camminando per 2 o 5 km (l’auto può essere utilizzata sotto ai 30 km/h) e altri strumenti da utilizzare sui vostri amichetti pelosi.
Evolversi
Non potendo combattere per la cattura dei Pokémon ma essendo confinati a lanciare sfere come scimmie addestrate, non c’è molto altro da fare.
L’evoluzione è uno dei momenti più coreografici del gioco, dove effettivamente le grafiche mutuate dal Nintendo 64 sembrano restituire giustizia al gioco.
L’evoluzione non avviene a forza di combattimenti o esperienza ma in base alle caramelle: dovete riempirvi di Pokémon doppi, tripli e quadrupli per trasferirli al Professor Oak e ottenere così una caramella a testa: considerando una media di 4 caramelle a Pokémon (3 alla cattura più 1 al trasferimento) ne dovete collezionare un bel po’ per arrivare a far evolvere i vostri Pokémon, che di solito conoscono due o tre mosse a malapena.
From inside
Cliccando sul vostro personaggio e scegliendo Pokémon troverete la lista degli esemplari in vostro possesso, le uova che state incubando al caldo e i chilometri percorsi, il vostro stato e la squadra a cui appartenete.
La polvere di stella la riceverete ad ogni cattura: migliore sarà il vostro tiro maggiore sarà il bonus ricevuto, consentendovi così di potenziare la vostra squadra. Per l’evoluzione, ovviamente, sono richieste numeri spropositati di caramelle, da collezionare raccogliendo Pokémon a man bassa: peccato che, mentre far evolvere Pidgey non è difficilissimo vista la grande abbondanza, far evolvere Pokémon rari richiede un voto alla Madonna, considerando la difficoltà nel reperirli.
E la vecchia scuola?
La vecchia scuola era tutta un’altra cosa. Non parlo da vecchio imbambito abbandonato ai ricordi ma parlo di emozioni vere: in quegli 8 bit avevi dialoghi, emozioni, scontri, enigmi da risolvere, differenze tra il giorno e la notte, una pensione dove farli crescere, continui incontri e mosse da insegnare per farli evolvere, migliorare e sbloccare passaggi segreti… era un mondo completo, unico, una continua scoperta città dopo città.
Pokémon GO rimane un passatempo da fare al bar con gli amici o camminando nel parco di sera, facendo attenzione a tossici, malviventi e assassini seriali che frequentano le panchine: non sono Pokémon ma fanno paura lo stesso.
Pregi e difetti del gioco
Se da una parte scatta la lacrima di commozione per ricordi ormai sopiti, dall’altra scatena l’indignazione legittima per alcune gravissime mancanze, tra cui:
- GPS continuamente attivato: salasso della batteria e del traffico dati (ma potete utilizzare i 30 GB mensili di Iliad, volendo)
- Nessun incontro preparatorio, lotta in palestra e stop (sconsigliata a Pokémon sotto il livello 150)
- Collezione infinita di Pokémon inutili per ottenere le caramelle evolutive
- Non è possibile scambiare Pokémon con gli amici: dopo 2 anni, nel 2018, è ora possibile. Sono commosso!
- Nessuna differenze tra le sfere nei primi livelli, lancio con il badile di precisione
In poche parole sono riusciti a banalizzare un gioco bellissimo sotto il punto di vista della costruzione e dello svolgimento impoverendolo ad un gioco di pesca, che espone a rischi mortali se non viene utilizzato con cognizione di causa.
Me ne sbatto i beneamati se è una prima versione, se la notte prima hanno gozzovigliato per le strade di Tokyo dandosi al karaoke con ragazze prosperose in minigonna… lo scambio tra amici è uno dei capisaldi del gioco e questa banda di cioccolatai, ad oggi, non l’ha ancora implementato. Ma siamo seri?
Il fuoco purificatore
Tuttavia non occorre disperarsi: per chi possedesse le cartucce originali del gioco è possibile installare un emulatore sul proprio computer, scaricare le ROM dei giochi in proprio possesso e rivivere le emozioni a 8 bit. Senza Internet, senza GPS, senza continui esborsi di denaro reale per ogni strumento, senza l’impoverimento culturale a cui questa versione ci costringe. Pensate alla bellezza delle versioni Blu, Oro, Pikachu o se vogliamo essere più attuali Oro e Argento (mi riferisco a versioni dove i Pokèmon non sembravano disegnati sotto l’effetto di sostanze psicotrope).
Cuffie nelle orecchie, musichette a 8 bit, frasi ad effetto uscite da film degli anni ’80 e tanto divertimento con lotte continue, sfere regalo posizionate in punti nascosti, evoluzioni e scontri all’ultimo PS di vita.
E il telefono può tranquillamente rimanere dov’è, sulla scrivania. Spento.
Amen.
2018_Update da un futuro lontano
Penso ancora molte delle cose presenti in questo blog: tuttavia, verso il livello 20, il gioco inizia a farsi interessante.
Si sente ancora la mancanza di una modalità allenamento: in questo modo è impossibile sfidare le palestre a bassi livelli e il gioco non offre granché.
Si potrebbero allenare e migliorare i propri Pokémon, in vista delle palestre, evitando di essere sconfitti dopo due colpi di vento.
Gli scambi Pokémon, i regali inviati tra amici e l’arrivo dei leggendari ha migliorato notevolmente le cose, però sono occorsi due anni, un tempo decisamente lungo.
Meglio tardi che mai: pur rimanendo dell’idea che i giochi su GameBoy non abbiano rivali, dopo due anni di lotte, amicizie e insulti a mano aperta ritengo Pokémon GO uno dei migliori giochi a realtà aumentata mai realizzati (basta paragonarlo a Jurassic World Alive e ve ne renderete conto).
Voto: 8/10
Marco
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