Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

The good doctor

The_good_doctor_12 David Shore, creatore di House MD, torna in scena: saprà stupirci ancora? Buona lettura!

La trama

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Un ragazzo autistico con un padre violento, incapace di comprendere la disabilità del figlio, assiste alla morte violenta del suo coniglietto.

Mentre cercano di rianimarlo conosce il suo mentore, un dottore che coglie il suo enorme potenziale. L’autistico Shaun e il fratello decidono di vivere da soli in autobus, per evitare le violenze paterne.

Durante un pomeriggio di giochi il fratello cade dal tetto di un autobus abbandonato, perdendo la vita sul colpo.

Dopo aver assistito a due eventi così traumatici Shaun decide di salvare le vite, a dispetto del suo autismo e della Sindrome del savant.

Siamo pieni di medical drama!

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È difficile darvi torto, amici lettori.

Chicago Med, New York Emergency, Grey’s Anatomy, Burundi ER, Baudo Phd… invento alcuni nomi ma avete afferrato il concetto: siamo sommersi da ospedali, dottori geniali e infermiere desiderose della prossima gravidanza.

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Molto spesso in questi telefilm, salvo qualche eccezione come Chicago Med, si parla poco di medicina e ci si preoccupa di parti, gravidanze e di copule occasionali tra medici, infermieri, personale di servizio e talvolta animali.

Verrebbe da dire che il settore sia saturo: eppure, se si appoggia il lambrusco sul tavolo e si riflette a mente lucida, uno spiraglio di speranza ancora c’è. Forse la redenzione ci sta ancora aspettando, tendendoci la mano.

Il valore aggiunto

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David Shore, per chi non lo conoscesse (shame on you, peccatori!!), è il geniale creatore di Dr. House.

Lo so, tra voi sceneggiatori qualcuno griderà “È solo Sherlock Holmes a caccia di malattie, il furfante è la malattia! Ahahahah!“.

Nonostante questa scioccante verità rimane uno dei migliori telefilm che abbia mai seguito, con punte di audience che sfioravano gli 8 milioni di spettatori, mica fagioli e cotiche scondite.

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Non è tutta farina del sacco di Shore: in realtà la serie è tratta dal serial coreano Gut Dakteo, a cui ovviamente sono state applicate debite modifiche per renderlo “americano” quel tanto che basta a noi.

A differenza infatti di tutti i medical drama a suon di puzzette, scopatine occasionali e incredibili rivelazioni scientifiche dopo una ricerca su Google qui si fa sul serio.

Shore mantiene quell’approccio didattico-scientifico che ho sempre adorato in House: mostra le tavole anatomiche, riporta definizioni precise e puntuali e lo fa in modo divertente, innovativo, interattivo senza annoiare.

Un medical drama che ti porta ad amare la medicina, anziché portarti a considerarla un posto di scambisti vogliosi. Dici nulla…

Dr. House, I presume…

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Le somiglianze con House, a dimostrazione dell’amore per il personaggio precedente, sono impressionanti (per fortuna!).

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Il nostro medico, come House, condivide alcuni dettagli molto utili per rendere stimolante la serie:

  • Un passato costellato da violenze e abusi
  • Totale incapacità di empatia o comunicazione verso il prossimo
  • Disarmante ed impressionante conoscenza medico-chirurgica
  • Tendenza all’ossessione e alla perfezione

Tutti questi aspetti, uniti al rigore scientifico e alle tavole originali dei miglior manuali di medicina, ci fanno ben sperare per la seconda stagione.

Dove e quando vederlo

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Negli Stati Uniti la serie è già stata trasmessa in toto sul canale ABC (al finanziamento della serie ha partecipato Amazon), per cui gli episodi in lingua originale (sottotitoli in italiano inclusi) sono già disponibili da mesi, senza problemi.

Se una bomba atomica non colpisce Viale Mazzini possiamo vedere la versione tradotta su Rai Uno, dal 17 luglio 2018 tutti i martedì, alle 21.25. Tre episodi a serata, la prima serie è composta da 18 episodi (sei serate totali).

Sono sconvolto quanto voi; per una volta Mediaset non ha acquistato i diritti della serie. Vedremo se Rai Uno sarà capace di tener fede all’impegno dato, trasmettendo tutti gli episodi integralmente e senza tagli.

Altro problema della trasmissione degli episodi su Rai Uno: il canale HD va e viene, per cui ogni tanto i pixel si abbandonano ai santi tutti. Speriamo migliorino il segnale con il DVB-T2.

Concludendo

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Il primo episodio ha registrato 11 milioni di spettatori, senza se e senza ma.

La maestria di Shore nelle riprese “fotografiche” (gli screenshot qui mostrati non hanno richiesto ritocchi), nella scelta di una colonna sonora intensa e struggente, dialoghi studiati e calzanti, nella ricerca del dettaglio atomico-scientifico è strabiliante.

Come ciliegina sulla torta il protagonista è autistico, per cui parla pochissimo di se: all’occorrenza entriamo in un flashback, vedendo in modo immediato i suoi ricordi, cosa vede nella sua mente… entriamo magicamente nei suoi pensieri, in modo fluido e naturale.

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Una serie che ha appassionato gli statunitensi, girata da chi sa decisamente il fatto suo. Una mano decisa, ferma che ci guida sui binari della medicina, rendendola interessante anche per neofiti della scienza medica, come me.

Il format dei 40 minuti è stato mantenuto, unico peccato la sigla bella ma molto breve. Sento la mancanza di una sigla preparatoria all’episodio, pochi fotogrammi non riempiono il desiderio di un’introduzione adeguata.

Cerco di seguire poche serie televisive decenti, rispetto alle migliaia mediocri che purtroppo compaiono qui e là.

Ma questa, my God, ha la precedenza su tutte. House, sotto mentite spoglie, è ritornato. Hallelujah!

Voto: 9/10

Marco

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