Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

Lettera a un amico

House 6x22 - Help me (scritta studio)

House 6×22 – Help me (scritta studio)

Giorni fa ho scoperto che il mio migliore amico Paolo (nome fittizio per ovvi motivi) è depresso. Avendolo ricoverato in ospedale e non ammettendo visite in reparto, l’unica cosa che posso fare è scrivergli una lettera. Buona lettura a tutti.

Caro Paolo,
come stai? Mi auguro che le cure possano fare effetto e tu possa stare un pò meglio.
Di tante persone a cui pensavo di poter scrivere una lettera del genere non avrei immaginato di dedicarla a te.

Proprio tu, che al terzo anno delle superiori sei diventato un mito imitando tutti i professori e scimmiotandoli, sempre con garbo ed eleganza, senza mai scadere nella volgarità.

Insieme ne abbiamo passate tante, ci siamo incontrati alle elementari nella sezione B (ho cambiato sezione a causa di gentilezze da altri compagni) e da allora, anno dopo anno, ci si è conosciuti sempre più e si è rinsaldata la nostra amicizia.

Tu ascoltavi i miei problemi e viceversa, ci si confrontava, ci si sosteneva nei momenti difficili…
Purtroppo a questo punto penso che neanche due battute sulla racchia di turno o sui mangiafagioli contadini possano sorbire effetto.

La depressione è insidiosa: inizia con le paranoie che arrivano a distorcere a livelli abnormali la realtà, ci si sente soli, un amico che non ti risponde diventa già un rifiuto insostenibile… (e magari aveva il cellulare staccato per ricaricarlo).

Dicono che i farmaci da soli non bastano: servono gli amici. E tu Paolo di amici ne hai pochi ma buoni: hai me, Betty, Sabba, Cox, Maicol, Ele…

Persone che ti trovano straordinario; sei un ragazzo di un’intelligenza unica e rara, adori i presepi (e costruisci le ambientazioni con le tue stesse mani), sai esser spiritoso e sagace, mai noioso, ipersensibile e molto maturo…

E purtroppo, a volte, chi troppo comprende scoppia, non riesce a sostenere il peso delle responsabilità e delle preoccupazioni e cade in un buco profondo come quello della depressione.

Ma prima che tu perda la presa hai la mia mano per tirarti su. Anzi ne hai 12.

Contiamo su di te come tu puoi contare su di noi

Marco

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