Quando parliamo di film d’animazione un’altra casa produttrice importante è la Illumination Entertainment (ricordate i Minions?): ecco la loro ultima fatica, buona lettura!
La trama
New York. Max, un Jack Terrier Russell molto fortunato beve e mangia a sbafo a casa di Katie. Dopo anni passati a sollazzarsi Katie porta a casa un randagio gigantesco, pieno di pelo, odore e forza distruttiva. Durante una gitarella con il dog sitter si perdono e iniziano un rocambolesco ritorno a casa, ostacolati da una palla di pelo (in inglese Snowball) demoniaca schizofrenica che abusa di stupefacenti chiamata Nevosetto. Gidget, una piccola nuvola di pelo bianco, follemente innamorata di Max, inizierà la ricerca di Max per la grande Mela.
Il film
Il film si ispira alle gag a macchinetta protagoniste nei film Disney anni ’60/70, l’idea probabilmente è stata scopiazzata da Toy Story (cosa fanno i giocattoli quando non ci sono umani? E gli animali?).
Lo stupore immortalato dagli amici pelosi che inaugurano questo paragrafo è lo stesso degli spettatori usciti dal cinema: 90 minuti divertenti ma poi cosa rimane?
Al di là di gag a macchinetta (a volte di dubbio gusto) e continue battute cosa rimane alla fine del film? Il nulla. Se domani investissero Max o se Nevosetto finisse in salmì nessuno ne sentirebbe la mancanza.
I personaggi non hanno un carattere ben definito, non riusciamo ad entrare nella loro psicologia: mancano tenerezza, dolcezza ed empatia, che di solito sono le cose principali che emanano i nostri amici a quattro zampe (oltre ad abbondanti ciambelle sul prato del vicino). Hanno lo spessore della carta velina e una volta a casa farete fatica persino a ricordarvi i nomi, seppur brevi e facili da memorizzare.
L’unico personaggio che emerge è Nevosetto, un coniglietto sotto steroidi con attacchi schizofrenici che architetta piani per distruggere il mondo e vendette micidiali dalla profondità delle fogne.
Chris Renaud, regista acclamato per Cattivissimo me e Lorax, non vuole rischiare e punta su una formula collaudata: il pubblico e la critica battono le mani e lui si riempie le tasche assieme al produttore Chris Meledandri.
Altre prove che spingono a sospettare lo scopiazzamento è la presenza di una gang delle fogne composta da animali abbandonati, esattamente come i giocattoli “da asilo” che incontriamo nella scuola materna di Toy Story 3.
Concludendo
Qualche citazione interessante, gag a sfinimento su difetti e pregi degli animali condito da un ritmo psichedelico che trascura il lato tenero e affettivo degli animaletti da compagnia.
Immancabili, oltre a cani e gatti, cavie da laboratorio, pantegane in miniatura altrimenti detti criceti, bombardamenti atomici e ed esplosioni per compensare un evidente vuoto di sceneggiatura e di spessore nei personaggi.
Anche il disegno dei personaggi non fa impazzire: lo stesso protagonista si regge su quattro stuzzicadenti, mentre l’amico ha talmente tanto pelo che potrebbe riempire una decina di divani Ikea.
Nonostante l’abbondanza di ottimi doppiatori italiani troviamo in sala di doppiaggio mezza MTV, tra cui Alessandro Cattelan (Max) e l’immancabile Francesco Mandelli (Nevosetto): ascoltatelo con orecchio attento, riesce a non pronunciare una battuta dei Soliti idioti per quasi 90 minuti, un record!
Un film adatto per tutta la famiglia (in coma).
Voto: 7/10
Marco
Per le immagini si ringrazia Illumination Entertainment, tutti i diritti riservati.
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