Amnesia del cuore, un ritorno ai miei scritti con qualche sfumatura poetica. Buona lettura!
Ti vedo arrivare dal bancone del bar.
Sei incredibilmente bella, i capelli castani raccolti
e i tuoi occhi color nocciola tondi mi rapiscono, il tuo vestito rosso che ti veste fino al ginocchio mi toglie il respiro,
le tue curve sono più tortuose del circuito di Laguna Seca.
Con un sorriso spiazzante mi guardi, ti presenti, io ascolto deliziato la tua voce come melodia soave e tu
mi rispondi a tono, dimostrando che oltre al fisico hai aperto anche diversi libri.
La dolcezza delle tue mani mi manda ai matti, vorrei sussurrarti nell’orecchio ciò che provo per te
e renderti speciale per una sera, conoscerti meglio e incantarmi nel tuo sguardo.
Se fossimo usciti avremmo fatto un giro per il centro, parlato delle solite cose come sempre, avremmo mangiato un gelato insieme, ci saremmo sbellicati dalle risate vedendo i ragazzini che si bullano di cose mai fatte, ti avrei accarezzato dolcemente il viso per poter portare con me un po’ della tua bellezza nel mio cuore.
Ad un certo punto il cellulare vibra: prima una volta, poi due, tre e quattro, una successione che richiama la mia attenzione. Lo apro: vedo due squilli e un messaggio da parte tua.
Pensavo che volessi sapere come andava, se c’erano novità. Leggo che tu non vuoi uscire con me
perchè hai già una situazione a metà con un altro. Se eri indecisa bastava dirmelo no?
Tu mi hai chiesto di vederci, io volevo conoscerti: ad un certo punto mi riprendo dal torpore,
mi desto e mi guardo allo specchio. La mia immagina riflette una nuova chiarezza,
una pulizia di ciò che prima mi pareva offuscato.
Ricordo poche cose degli ultimi giorni, una sorta di reset del cervello.
Non è un danno chimico o fisico: è la voglia di cambiare, la forza che mi aiuta a proseguire,
il bisogno di trovare qualcosa che mi possa completare.
Amnesia.
Marco
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