Capita tutti i giorni, spesso ce ne rendiamo conto e passiamo oltre per non ricordare. Ma le nostre ex relazioni (d’amicizia, d’amore, di lavoro) sono sempre lì a mostrarci chi eravamo e una parte del nostro percorso. Vale la pena parlarne? Forse sì, così esorcizziamo e andiamo avanti 😉 . Buona lettura!
Possiamo cancellare un numero/indirizzo email da una rubrica, possiamo ignorare una telefonata e cancellare i messaggini ma il nostro passato vive. Cresce. Commenta. E giudica, sulla base di una vita migliore o no rispetto alla nostra.
La società attuale impone il dogma che l’apertura e la tolleranza sia la strada da perseguire (e per i conflitti mondiali sicuramente è vero) ma nelle questioni di cuore forse non è proprio così. Forse bisognerebbe chiudere del tutto per evitare di farsi male a vicenda, evitare spiacevoli conversazioni basate sul meteo e concentrarsi di più sulla vita futura, su ciò che ci aspetta, sulle nuove possibilità che possiamo sfruttare per valorizzarci.
Ho un rapporto d’amicizia che è sopravvissuto ad un litigio e, miracolosamente, resiste ancora ma, come spesso House afferma, le persone non cambiano. Almeno non nelle cose importanti.
Le stesse difficoltà di comunicazione che c’erano prima, gli spazi diversi, le diverse visioni del mondo che si ponevano come muro prima del litigio esistono ancora e, naturalmente, si sono rafforzate. Gli amici che scegliamo e preferiamo (e succede abbastanza frequentemente) sono nostre copie sgrezzate, in cui collimano con il nostro pensiero a punti.
E così ritroviamo compagnie d’amiche/i che mostrano una immaturità spaventosa e saltellano come sedicenni in calore con tre RedBull (beninteso: i tredicenni lobotomizzati sono normali, i maggiorenni sono penosi e così rimangono i sedicenni su cui fare esempi con serenità) e sventolano il girl power (senza immaginare nemmeno lontanamente cosa significhi) mostrando pochezza di contenuti e comportandosi come emeriti deficienti (e mi scuso per le persone che deficiano davvero, qui si parla di persone che giustificano le loro vite comportandosi in modo quantomeno discutibile).
Qui arriviamo al punto cruciale delle ex relazioni: cosa ci hanno lasciato? Sono state occasioni di crescita o piacevoli interludi che hanno rallentato fino allo spasimo una serena maturità e consapevolezza che non si può vivere di sbronze, di notti in bianco in discoteca fatte solo di critiche musicali e di trucchi da Drag queen (che al confronto Moira Orfei risulta una persona squisitamente sobria)?
Quando lasciamo abbiamo sempre la sensazione di perdere qualcosa d’importante ma, a posteriori, era significativo davvero? L’aver fatto scelte diverse ci ha reso così peggiori dal punto di partenza?
Forse abbandonare certe amicizie/storie/compagnie è un segno di salute mentale che, a lungo termine, porta benefici anche al nostro comportamento e alle nostre idee. Allargare i propri orizzonti spesso porta benefici inaspettati e fa conoscere persone nuove: in questa prospettiva le ex relazioni diventano la partenza per qualcosa di migliore. Sicuramente meglio della prospettiva della perdita di qualcosa di irreparabile.
Non sempre ciò che si perde o si lascia è un tesoro, spesso è un’arma a doppio taglio: ma d’altronde crescere non significa anche distinguere le cose pericolose e rimuoverle?
Marco
Commenti su: "Ex relazioni" (1)
A mio parere nella vita non facciamo altro che seguire quello che più amiamo; crescendo cambiamo e prendiamo sempre più coscienza di come siamo fatti e di cosa abbiamo bisogno; in questo procedimento è normale che ci allontaniamo da certe persone e ci avviciniamo ad altre, è parte dell’equilibrio universale.:-)