Quando due individui sapiens decidono di andare a vivere insieme è sempre un avvenimento.
Se poi l’alcova proibita è un appartamento da sistemare apriti cielo: lei inizia a saltellare come un criceto in calore per ogni cagata che trova e lui, stremato dalla fatica, cerca di darsi una mossa prima che gli addetti della discarica se ne vadano lasciandolo nel suo marciume. Oggi parliamo di traslochi: buone risate!
Lei, ingasata a mille dal fatto che finalmente può arredare una casa come faceva a 6 anni con quella di Barbie, mette becco su tutto e inizia già a preparare i segnalini per la prossima festività in arrivo (Pasqua, Capodanno, Natale, Compleanno…); lui, leggermente più sensato e con quel minimo di sale in zucca, prova a spiegarle che saranno necessari alcuni mesi per spurgare la casa a dovere.
L’appartamento, infatti, se (come spesso succede) è rimasto chiuso per molto tempo va aggiornato e pulito e ciò porta via tempo: il saltellare a mani piene cantando canzoni indecenti non accelera i tempi di recupero.
Inoltre si tende ad un butta-butta incredibile: mobili e/o poltrone vengono ficcati via in quanto si deve cambiare stile, via il vecchio dentro il nuovo.
Considerando i tempi della crisi odierna credo che bisognerebbe riconsiderare questo ossessionato getta-getta: innanzitutto il vintage è tornato di moda (per cui molte cose, adeguatamente sistemate, possono diventare oggetti di culto) e la qualità del nuovo spesso varia: di sicuro è da pazzi scambiare un tavolo in noce con uno acquistato all’Ikea.
Lui, stanco e sudato, continua a sgombrare per far posto al nuovo arredamento e lei continua a saltellare gaiamente, chiamando ossessivamente tutte le amiche per raccontare ogni singola boiata e facendo il giro dei mercatini per cercare qualcosa di particolare: se tutto va bene comprerà uno specchio Coca Cola identico a quello dato al rigattiere il giorno prima 😉 .
Altra parte importante del trasloco sono gli artigiani: rari come le bottiglie d’alcool nell’America proibizionista, si fanno attendere e pregare in greco antico per fare il più piccolo lavoretto, facendoti scancherare in lingue semi-sconosciute per via dei ritardi, spostamenti e imprevisti vari.
Nella migliore delle tradizioni, infatti, se il battiscopa acquistato è lungo 2 metri ne servivano 3, un tubo è da cambiare, un pavimento è da sistemare: la casa da ristrutturare diventa così un pozzo senza fondo che assorbe sforzi, soldi ed impegni lasciando sfiniti i proprietari e gaudenti i piccoli artigiani che, saltellando con il loro panciotto ben gonfio dal nuovo incasso, se ne vanno canticchiando.
La donna, però, avendo la mania della casa con le tende a fiorellini, continua a ballare con i tacchi sulle palle di tutti quelli che le girano intorno, frantumandoli sapientemente e portandoli all’esasperazione: l’ultima badilata di cemento gliela daresti sul suo telefonino, così finalmente si potrebbe respirare senza il continuo trillare incessante tipico dei cellulari da ragazza.
Ancora peggio se non ha tolto i toni della tastiera: la scrittura di un messaggio diventa un bippare persistente che leverebbe le sberle ad un santo. Nel mentre i vari manovali ti trapanano le orecchie con i loro strumenti, così nel caos più totale ti rendi conto che non vedi l’ora che il trasloco finisca il prima possibile.
E poi mancano ancora gli ultimi ritocchi: ma se il cellulare è stato cementato e gli artigiani se ne sono andati a casa puoi affrontare tutto il resto molto più serenamente 😉 .
Marco
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