La madre italiana è un esemplare raro di persona ossessiva-compulsiva, terrorizzata dal pargolo che a 20 anni passati lascia il nido per studiare fuori sede.
Piccolo vademecum su come utilizzare questa sconosciuta evitando di chiamare vostra madre: tempo e soldi risparmiati, serenità guadagnata, indipendenza acquisita. Buona lettura!
Mio dio, pensa, morirà di fame, vivrà nel lerciume (e questo non si può negare) e poi NON SA USARE LA LAVATRICE!!!
Il malcostume italiano, infatti, prevede che l’abbandonare casa per formarsi una vita (professionale/amorosa/studentesca) sia un lutto da cui non potersi più riprendere, atroci sofferenze che vi trafiggeranno e spade di Damocle che vi schiacceranno la capoccia facendovi abissare nella vostra ingratitudine.
Nella realtà è la cosa più sana che potete fare, un vero corso di sopravvivenza che vi permetterà di acquisire competenze nuove, di conoscer gente e di rendervi maggiormente autonomi.
Rimane l’atroce dilemma: come utilizzare quel simpatico elettrodomestico bianco che mi guarda con il suo oblò microscopico? Escludendo il fatto che ci mettiate dentro birra e ghiaccio (come in un famoso spot) dovrete, per forza maggiore, darvi una svegliata e capire come si usa (senza l’incessante bisogno di chiamare vostra madre via chat/Skype o cellulare).
Googlando si trovano molti link interessanti: l’articolo ha la funzione di raccoglierli e di renderli disponibili in una pagina sola, così con pochi click potete salvarvi (o stamparvi) le pagine che più vi interessano.
Prima cosa da stampare a formato poster sono i simboli dei capi (vedi immagine dell’articolo): già con quello dovreste aver risolto il problema di decodificare le astruse etichette dei vostri vestiti.
Omino Bianco, Lelit e MigliorScelta sviscerano l’argomento tutto bene, analizzando punto per punto le varie difficoltà del lavaggio: tuttavia OminoBianco (essendo uno smacchiatore) tratta l’argomento in modo più completo rispetto agli altri due siti, scrivendo in maniera semplice, diretta e divertente!
Vale (come in molte cose che affrontiamo quotidianamente) la regola del buonsenso: unire troppi colori non va assolutamente bene (si mischiano, salvo l’inserimento di un foglio di AcchiappaColore), temperature troppo alte rovinano i capi delicati, alcuni indumenti si stirano al rovescio per non rovinare le scritte, troppo detersivo/ammorbidente non va bene: produce un profumo nauseabondo e va in gran parte sprecato.
Per risparmiare acquistate una BioWashBall oppure fate rifornimento di detersivo ai distributori automatici dei grandi magazzini: meno plastica in giro, prezzo notevolmente ridotto e possibilità di farlo per più prodotti (c’è anche l’ammorbidente).
Buona lettura e buon lavaggio a tutti!
Marco
Commenti su: "Fuori sede o fuori giri?" (2)
questo mi sa un po di plagio dal discorso fatto l’altra settimana: io che chiamo mia madre, il MIO acchiappacolore e io che prendo il detersivo al distributore automatico della coop
–>Ciao,
tu hai lanciato uno spunto e io ho trovato una soluzione per il bucato da single, tutto qua.
Grazie mille, mi sono già sdebitato oggi
Marco
MITICOOOOOOOOOO.
Quanti ricordi … Quando anche io, uscii di casa per andare a studiare all’estero.