Tranquilli, non c’entra niente la canzone di Alex Britti.
Tranquilli, non sono schizofrenico: semplicemente oggi è uno di quei giorni in cui sento il bisogno di una panoramica sul mio mondo. You’re welcome.
A 23 anni si presume che siamo tutte persone mature, assennate, esseri entrati nel ciclo della vita lasciando i turbamenti e le menate dell’adolescenza alle canzoni di Max Pezzali. Ogni giorno, invece, mi rendo conto che sono cambiato rispetto a qualche anno fa, l’amore mi ha portato verso nuovi modelli di pensiero, ho smussato alcuni angoli della mia personalità per rafforzarne altri.
Premettendo che ormai mi sconvolgono poche cose, devo dire che sto diventando insofferente ad alcune cose, sto sviluppando un acuto senso di allergia verso comportamenti e atteggiamenti infantili, mi annoio davanti alle banalità, mi scopro maggiormente severo verso modi che, forse, fino a qualche anno fa avrei semplicemente ignorato.
Iscriversi all’università per frequentare a singhiozzo (senza un lavoro che impegni in modo altrettanto remunerativo i buchi vuoti), continuare a tenersi un computer del 2001 che avrebbe bisogno di esser spurgato e potenziato (almeno come ram e disco fisso), assistere a presentazioni dozzinali e a discussioni sterili, dover credere a bugie mal raccontate e far viso a cattivo gioco.
Le cose appena elencate sono come virus che ogni tanto mi si ripresentano davanti, lasciandomi perlomeno turbato. Ma in questo roteare di eventi ed emozioni ho scoperto anche aspetti di me che prima ignoravo: ho rafforzato la mia voglia di comunicare (e migliorato la mia tecnica), ascolto maggiormente rispetto ad un tempo e presto più attenzione ai dettagli, cerco sempre di portare un valore aggiunto in quel che faccio, cerco di avere una visione a 360 gradi e di acquisire maggiori informazioni possibili (così da avere un quadro completo della situazione).
Ultimamente frequentando spesso l’ambiente universitario ho notato una forte controtendenza verso i Mac, che stanno popolando le scrivanie e affermandosi come piattaforma condivisa. Certo, ci vorrà molto tempo ma ho fiducia che la bontà del sistema operativo unito ad hardware di prima scelta possa spazzare via un po’ di ciarpame per far spazio a qualità ed efficienza.
Sempre tra i banchi dell’Ateneo noto con piacere l’occasione di conoscere persone nuove, che con le loro storie e il loro modo di fare mi permettono di passare belle giornate e mi arricchiscono incredibilmente. Provo difficoltà verso l’ottusità e la chiusura mentale, in generale trovo assurdo che persone della nostra età siano talmente bloccate emotivamente da non avere rapporti sociali ma, come si dice, c’est la vie.
Da un po’ di tempo sono single: all’inizio era interessante, in seguito è diventata un’occasione per avere campo libero, ora la cosa non mi tocca più di tanto. Se devo concedermi storie stressanti dal punto di vista fisico/emotivo preferisco conoscere una persona con calma e vedere se ci si può trovare anche sul piano amoroso.
La caccia dell’allupato non mi ha mai attratto particolarmente, le persone che si presentano con gli amici raccontando che hanno fatto questo e quello di solito mi provocavano (e lo fanno tutt’ora) un coma vigile, dove ascolto ma con la mente sono per i miei sentieri.
Per me la conquista è una cosa raffinata, un gioco tra due persone che cercano di capire se la loro combinazione chimica funziona. Assolutamente niente a che vedere con battute da osteria, pacche sul culo e sguardo da provolone con la bava alla bocca. Sto diventando sensibile alle presenze di stile, ai quei piccoli segnali che distinguono una cosa/evento/persona rendendola semplicemente unica.
Alle baracconate e alla fiera di chi la spara più grossa preferisco due chiacchiere in privato con una ragazza che mi piace davvero o che mi intriga, che mi racconta cose nuove, che mi regala un sorriso, un’emozione.
Di gente che ragiona con la vanga e il badile penso che non se ne senta la mancanza, servirebbe un ritorno (come annunciava una campagna pubblicitaria di qualche tempo fa) della cavalleria, di quelle persone che si sforzano di capire l’altro ed aiutarlo.
Testa e cuore, mente e corpo, anima e vita: quando sono in armonia tra loro mi sento una persona migliore, ho voglia di seminare le basi per una vita piena di colori e di ricordi belli. Grazie a tutti.
Marco
Commenti su: "Oggi sono io" (1)
Ma come siamo maturi.. 🙂
Condivido il tuo modo di pensare,di osservare e, in un certo senso, di “catalogare” le persone: l’Università aiuta ad aprire gli occhi anche su questo. Ci si rende conto troppe volte di avere davanti persone che sono lì semplicemente per farsi mantenere da mamma e papà e non dover lavorare.Le stesse persone che si presentano agli esami contando unicamente su pile di bigliettini, che frequentano una lezione su mille e che,quando lo fanno,assumono comportamenti tipici da bulletto delle scuole medie.
Rientro in quella schiera di ventenni che non hanno “la testa da ventenni”,vedendola a volte come una maledizione:vorrei essere capace ogni tanto di mettere da parte il lato razionale e iper-analitico,di dire un “chissenefrega” in più e di non arrovellarmi troppo sulle conseguenze delle mie scelte.
Ma basta che mi guardi attorno un attimo per capire che essere maturati prima del tempo -specie in un’epoca come questa- è davvero una benedizione.
Buona fortuna per tutto!
Tania
Ah,i miei vecchi Festivalbar dicono che “Oggi sono io” è di Alex Britti… 😀
cobain86: Grazie per il tuo intervento, ultimamente mi sono accorto di queste cose irritanti e ho capito che serviva un qualcosa in più per differenziarsi. Gaffe corretta 😉 Marco