Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

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8 dicembre 2016: in avamprima assoluta il nuovo film di Tim Burton. Impossibile mancare: buona lettura!

Trama

3 settembre 1943: un orfanotrofio popolato da “ragazzi speciali” viene bombardato dai tedeschi. Grazie ad un anello temporale riescono a salvarsi rivivendo sempre lo stesso giorno, senza invecchiare di una virgola.
Un anziano signore muore in circostanze misteriose: il nipote Jacob partirà alla ricerca della verità. Ma nella tana del Bianconiglio, questa volta, ad aspettarlo non ci sono animali canterini ma mostri inquietanti pronti ad enucleare le vostre orbite. Accade solo se siete ragazzi speciali: se non pietrificate nessuno con lo sguardo o se non vi escono api dalla bocca potete stare tranquilli. Per ora.

Silenzio in sala

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Seguo da anni Tim Burton e raramente mi ha deluso. Straziante con Big Eyes e Edward Mani di forbice, ironico e pungente con La fabbrica di cioccolato e La sposa cadavere.
In questo caso possiamo parlare di macabro e tetro: il film, nonostante un trailer pacioso e tranquillo, viene descritto come un abile incrocio tra la magia di Harry Potter e le particolarità degli X-Men.
Il binomio è azzeccato ma, a tutto questo, manca il tocco di Burton: a maghetti puffosi preoccupati delle purulenze adolescenziali qui troviamo bambini “freak”: chi ha bisogno di scarpe di piombo per non volare,
chi dà fuoco a qualsiasi cosa, chi mangia dal retro della testa, chi emette api dalla bocca, chi pietrifica con lo sguardo e così via.

Un piccolo museo degli orrori che viene reso normale e tranquillo dal tocco di Burton, che fa sembrare il tutto assolutamente quotidiano. Nella prima parte del film, perlomeno.

I mostri “vacui”, che necessitano degli occhi dei bambini speciali, come viso sono stati copiati dal cattivo di Harry Potter: volto fasciato e bocca con denti acuminati da piranha, con lingue tentacolari per stringere la vittima. Samuel L. Jackson, attore che ho imparato ad amare con Pulp Fiction di Tarantino, si rivela un cattivo inquietante e spietato, perfetto per il ruolo e calato splendidamente nella parte.

Per molti, ma non per tutti

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Tim Burton, salvo alcune rare eccezioni, non è affatto un regista mieloso e zuccheroso: le sue creature nascono dall’oscurità e sono montate con pezzi di ricambio, come potete notare nella foto qui sopra.
Una coppia con due figli (5 e 6 anni) ha dovuto abbandonare la fila centrale della sala per evitare incubi al più piccolo. Vedere gente senza occhi può causare qualche spiacevole ricordo, specialmente se non si conosce il genere o semplicemente non si hanno gli strumenti per contestualizzare il tutto.

Meglio quindi evitare la visione ai più piccoli: anche se la storia è riconducibile ai simpatici maghetti purulenti di Hogwarts qui si fa sul serio e la paura diventa concreta, in alcune scene.
Se con Animali fantastici e come evitarli (licenza poetica) farete fatica a rimanere svegli per la prima parte del film e, nella seconda, avrete un rigurgito davanti all’imbarazzante finale dilatato in modo spasmodico, tranquilli: qui avrete il problema opposto, cioé spiegare ai vostri figli che i loro occhi sono al sicuro. La noia non è inclusa, andate a colpo sicuro.

Concludendo

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Effetti speciali costruiti magistralmente, un tocco di macabro con eserciti di scheletri e creature inquietanti: il tutto condito da una storia interessante che, seppur sa di già visto, ha un respiro interessante e una visione fresca sul genere, un’eterna infanzia minacciata dai nazisti. Il finale è dichiaratamente ispirato ad Ulisse: Jacob deve affrontare un viaggio tra gli anelli temporali degno di una moderna Odissea, per rincontrare la sua amata e rimanere con lei in un nuovo limbo, meraviglioso, dove ognuno può esprimere il suo massimo potenziale.

In questo caso la tana del Bianconiglio, per scoprire la verità su se stessi, è armata fino ai denti e racchiude pericoli mortali. Nonostante tutto la capacità di Jacob  (vedere i mostri vacui) risulterà cruciale per salvare i bambini dell’orfanotrofio di Miss Peregrine (interpretata da una stupenda Eva Green), un ibrido capace di trasformarsi in uccello e proteggere i ragazzi dai pericoli esterni.

Una ventata d’aria fresca su un genere stantio e abusato a suon di flatulenze zuccherose: sembra un racconto di Dylan Dog ma Tim Burton, rispetto al film dedicato all’omonimo indagatore dell’incubo, riesce a caratterizzare in modo equilibrato i personaggi. Li incastona sfruttando le loro abilità per mostrare la potenza inespressa dei singoli, che si esalta nella coordinazione armonica fornita da Jacob, inconsapevole direttore d’orchestra.

Da ascoltare e scaricare la meravigliosa e profonda canzone del trailer: New World Coming (Benjamin Wallfisch & Disa).

Voto: 8,5/10

Marco

Commenti su: "Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali" (2)

  1. Grazie per averlo postato!!!!!scriverò di Burton a presto e passa dal mio sito, Le parole di Paola https://illaboratoriodipetunia2.wordpress.com grazie nel caso…

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