Ecco, dopo due settimane di testing, una prima impressione sulla console Nintendo: buona lettura!
La premessa
Dopo 16 anni di PS2 ho deciso di cambiare console, orientandomi ad una soluzione che fosse un ibrido tra mobile e desktop.
Io, difatti, gioco prevalentemente guardando la TV ma volevo un dispositivo flessibile. In questo modo, se devo andare a casa d’amici o spostarmi per le vacanze posso portarmi la console in borsa senza troppi sforzi. Posso portarla anche al piano superiore della casa in pochi attimi, senza impazzire tra cavi e cavetti.
L’altra motivazione è stata la voglia di un mondo colorato, divertente, che uscisse dalle solite gioco dello sparatutto del momento. In questo senso Mario e Pokémon Let’s GO hanno incontrato i miei gusti, regalandomi musiche avvincenti e momenti unici, ribaltando i concetti della fisica e della logica in pochi attimi con uno stile fresco e divertente.
La base stabile
Ereditando il concetto della docking station aziendale abbiamo una postazione fissa dotata di una porta USB 3 posteriore, uscita HDMI e porta USB C per l’alimentazione. La base, com’è facile intuire, ricarica sia la console che i due Joycon, che si collegano alla console seguendo una slitta. Un piccolo click conferma l’aggancio avvenuto, rendendo gli stick un tutt’uno con la console.
Per evitare, come ampiamente descritto nella recensione dell’HoriPad (unico controller cablato ufficiale Nintendo), morti e feriti gravi sono presenti due porte USB 2 sul lato sinistro della console.
Ciò permette di collegare due controller cablati in relativa sicurezza: la base/docking station è molto leggera e sotto colpi decisi nella foga del momento non è affidabile.
Meglio piombarla con dei tasselli appositi o, se non siete fan del trapano, passare alle soluzioni wireless.
I controller, com’è visibile in foto, sono speculari per cui se si scarica uno si può continuare ad utilizzare l’altro.
È molto facile che accada questa eventualità: i controller sono piccoli, adatti alle mani di un bimbo voglioso.
Le minori dimensioni, giocoforza, collegate a sensori di movimento/giroscopio e altre corbellerie, prevedono una batteria ridotta che, in ogni caso, le sue 8/10 ore di gioco le garantisce (cadauno).
In giochi come PokèMon Let’s GO, escludendo la ladrata dei 50 euro per la PokéBall Plus che, di plus, ha solo il dono segreto con Mew, muoversi è importante durante le catture: i pad, sensibili e pronti al movimento, consentono di catturare tutto ciò che respira divertendosi.
Risulta scontato che se si prevede di far festa come amici, spesso battezzati come bestie di Satana, i laccetti sono indispensabili: un bicchiere di birra, una ragazza prosperosa e il testosterone parte.
Se parte il controller dalla mano, come è già successo, si sfonda il 40 pollici appena finito di pagare pochi giorni fa, e lì i santi volano in coro, a gruppi di cinque per volta.
La console, nell’utilizzo quotidiano, sfrutta il Wi-Fi di casa e il bluetooth per collegarsi agli accessori.
Pagandola bene (esempio al Lucca Comics) per una versione base parliamo di 280 euro, ampiamente ripagati dall’hardware in dotazione: nessuna incertezza, i giochi scorrono fluidi e i salvataggi pure.
Usando una scheda SD modificata da Nintendo, infatti, salvare i giochi diventa questione di attimi: l’aggiunta di una memoria esterna certificata (es. quelle di SanDisk) consente di passare dai 25 GB del disco interno della console a 128 GB esterni.
Ciò consente di salvare i download dei giochi (con inerenti salvataggi) su una memoria esterna, garantendo anche un backup se ogni tanto staccate la scheda e la collegate ad un computer.
Per chi non vuol metter mano alle schede c’è il cloud, ma è un servizio a pagamento Nintendo e i miei risparmi, se permettete, preferisco dedicarli all’acquisto di giochi o accessori utili.
Sui controller ritornerò con un articolo dedicato, molte cose sono ancora da dire.
Round finale
Per il momento sono molto soddisfatto dell’acquisto della console; Mario, i Pokémon, la nuova versione di Crash Bandicoot… è un turbinio di emozioni in alta definizione, dove le ore volano e l’esperienza di gioco è appagante.
Qualche piccolo difetto progettuale qui e là a volte minano l’esperienza utente ma, una volta seduti sul divano, ci si scorda ben presto di questi piccoli inconvenienti e ci si dedica al divertimento.
Nintendo, ovviamente, rincara e vende qualsiasi extra a prezzi da amatore, per cui occorre tenere gli occhi ben aperti e valutare attentamente i pro e i contro.
D’altronde la comodità di staccare la console e portarsela in giro, anche se decisamente ingombrante rispetto alle console precedenti, ha un costo e la mobilità si paga sempre.
Una console che, partendo da una base mobile, riesce a diventare un piccolo desktop, regalando colori, musiche e animazioni a colpo sicuro senza incertezze.
Un piccolo gioiello che entrerà ben presto nei regali di Natale di molti ragazzi. Molto bella, grandi emozioni in un piccolo “tablet”.
Fortemente consigliata, 8/10.
Marco
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