Dopo mesi di attesa finalmente è arrivato il seguito di Ralph. Top o flop? Buona lettura!
La trama
Nella sala giochi ambientata nella sonnacchiosa provincia americana tutto scorre tranquillo.
Un giorno la ragazza immortalata nello screen qui sopra, con una forza animale, sfonda il volante del gioco di Vanellope. Ralph interviene e cerca di aiutarla ad orientarsi nel vasto mondo di internet.
Tuttavia non sempre un volante aggiusta le cose e la voglia di libertà è dietro l’angolo: riuscirà Ralph a gestire tutto questo, senza utilizzare un rullo compressore?
Silenzio in sala
Con un ritardo indecente di circa quattro mesi rispetto ai cugini americani finalmente a gennaio 2019 questo film è sbarcato nelle nostre sale.
Curioso come un puledro ho cercato di vederlo il prima possibile, essendomi innamorato del primo capitolo di questa buffa saga.
Ralph è il cattivo che tutti odiano, a cui nessuno vuole dare un premio, sempre escluso dal gruppo di elite: la solidarietà con lui nasce spontanea nel mio cuore.
Il film ha trasformato Internet in una moderna città stile Tokyo/New York, dove è possibile reperire sostanzialmente qualsiasi cosa.
Ralph, dopo aver offerto dei soldi a caso, capisce che i volanti comprati su eBay vanno pagati: dopo aver tentato di rubare un auto, in un gioco che ricorda in modo imbarazzante Need for Speed, capisce che deve pubblicare video divertenti per guadagnare soldi. Il fatto che varie parti del suo corpo vadano a fuoco è secondario.
Trattandosi di un film Disney la parte legata allo spaccio, ai furti e alla delinquenza è stata eliminata e il gioco di corse risulta un modo di vivere alternativo: esso infatti è popolato da gente “variopinta” (tatuata) che passa il tempo in strada ad ascoltare musica da enormi beatbox, bruciando rifiuti radioattivi per riscaldarsi.
Non mancano momenti alla Ghostbusters, con un Ralph enorme composto da mini Ralph, che minaccia il web a causa delle sue insicurezze e, come è ovvio, vuole demolire tutto quello che trova.
Giusto per aggiungere un tocco di sudicio e clandestino troviamo anche personaggi poco raccomandabili nel dark web, persone uscite dalle fogne di Matrix [dopo aver subito mutazioni genetiche] bevendo l’acqua marcia delle Tartarughe Ninja.
Finalmente assistiamo anche a vari crossover: vediamo il gruppo delle principesse Disney in tre dimensioni, troviamo un omaggio allo studio A113, notiamo personaggi appartenenti all’immaginario Disney che si fondono con questa nuova creazione.
Il momento è maturo e la commozione aumenta: siamo forse dunque giunti al punto in cui la Pixar deve tremare, in quanto Disney ha capito come realizzare film emozionanti in 3D senza far cantare la gente ogni due secondi?
Bene ma non benissimo
Tralasciando il fatto che, se in un anno solare, non riesci a guadagnare 200 dollari da un gioco di corse a suon di caramelle, probabilmente non sai lavorare e/o prezzare il costo delle tue partite, la realizzazione mostra piccole lacune.
Alla Disney hanno finalmente capito, a suon di badili sui denti, che una storia dev’essere coerente nella grafica, nei personaggi e nelle caratterizzazioni dei singoli personaggi che la compongono e la popolano.
D’altronde, come potete vedere qui sopra, troviamo un ufficio dove l’utente si interfaccia con il PC solo con la tastiera: il mouse è scomparso, forse inghiottito da un mostro notturno disoccupato.
La ragazza al coffee shop utilizza un laptop ma le porte/connessioni sono tutte sul retro, anziché sui lati come da tendenza attuale.
Alla Disney studiano la realtà in modo preciso ma non troppo: qui e là si tira via e la realizzazione, entrando nei dettagli, a volte risulta un po’ approssimativa.
Concludendo
Il film riprende le tematiche del “nido vuoto”, spesso lasciato dai figli vogliosi di affrontare il college e la vita, lontano dal letame maleodorante presente nel giardino di casa.
Ralph, da bravo genitore adottivo iperprotettivo, a momenti devasta l’intera rete per non lasciare che la sua amichetta, una bimba dedita alle corse clandestine contromano, scopra il mondo e le sue insidie.
Durante l’intera pellicola quindi, tra battute da asilo (quattro in tutto, siamo stati fortunati) e odori molesti, Ralph matura ancora una volta, scendendo dal pero e lasciando che Vanellope viva l’occasione che merita.
Ralph, infatti, ragiona da videogioco degli anni ’80 e gli va bene non cambiare una virgola.
Vanellope, d’altronde, vuole provare nuovi circuiti, nuovi tracciati, abbandonarsi alla vita da strada elemosinando ciabatte usate e ascoltando musica molesta a tutto volume in strada, in mezzo a cartoni rotolanti.
Ancora una volta il messaggio è cristallino: se ami veramente una persona devi capire quando è il momento di lasciarla andare, attendendo che sia lei a tornare da te.
Molta maturità in alcuni punti, battute da asilo eliminabili, il mondo di Internet rappresentato con fantasia e creatività.
Finalmente siamo sulla strada giusta, sono commosso a tradimento. Bene così.
Voto: 8/10
Marco
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