Spiderman prosegue con una nuova saga, iniziata con lo scorso Homecoming. Ma ne vale davvero la pena? Buona lettura!
La trama
Il nuovo Spiderman, tra un saltello e l’altro, trova il tempo di godersi una gita in Europa dove, secondo un piano complicatissimo descritto in 176 punti, dovrebbe riuscire (forse) a dire alla sua ragazza preferita che la ama.
Tra creme per l’acne e feste scatenate nel clima libertino-europeo (per gli americani noi siamo molto più liberi sessualmente, andiamo bene) il mondo rischia, ancora una volta, di essere distrutto.
Compare il cattivo di turno, Spiderman viene contattato, prima rifiuta e poi interviene, mazzolando a destra e manca per un lieto fine.
Il film
Spiderman, insieme a Batman, è forse uno dei personaggi più inflazionati dell’universo dei comics.
Tutti lo riconoscono, i bimbetti vogliono vestirsi come lui, iniziano a disegnare ragni a scuola e, fino a poco tempo fa, speravano di essere contaminati da sostanze radioattive per assumere i poteri come un nuovo super sesto senso,
poter sparare ragnatele e avere la presa sui muri. Uao!
A quanto pare Stan Lee, prima di lasciarci, ha deciso di lanciare questa nuova saga, con uno Spiderman più sbarazzino, menefreghista e svagato rispetto alla trilogia precedente [magistralmente interpretata da Tobey Maguire, ndr].
Quando l’ho vista all’epoca la trilogia non mi sembrava un granché, lo ammetto, ma paragonato ai film di Spiderman edulcorati dalla Disney… uao, erano autentici capolavori!
Al di là dell’ennesima storiella (di cui non vi fornirò i dettagli, perché fanno addormentare anche me) dove bisogna salvare il mondo ogni volta, il nuovo Spiderman lo trovo irritante.
Non so il motivo, sarò sincero… forse questa voglia di farsi i selfie in continuazione, di non tacere mai quando dovrebbe… nell’ultimo film degli Avengers, End Game, speravo morisse Spiderman. Peccato.
Tutto questo disimpegno rende Spiderman irritante come una zanzara alle tre di notte con l’afa di agosto, eppure dovremo sorbircene ancora e ancora.
La nuova filosofia Disney

Il sorriso malconcio di fronte ai nuovi SpiderMan disneyani
Il film non è male in se, alla fine paga la Disney: effetti speciali, scene mozzafiato, amori inconcludenti, battute stupide e momenti di grande tensione.
Ma la Disney, per rendere Spiderman intellegibile a tutti, anche al bimbetto di 4 anni che martella casa (e gli zebedei del padre) per andare al cinema, ha semplificato enormemente il personaggio.
La zia May è una MILF di prima categoria sui quarant’anni, che suscita grande ammirazione da parte dei padri presenti in sala, che raschiano sul pavimento come leprotti in primavera.
Spiderman invece è un ragazzo adolescente con la voglia di farsi deliberatamente i fatti suoi… ascoltando musica trap, lavandosi una volta al mese, abusando di Topexan per i brufoli e salvando la città solo occasionalmente.
Per lui essere Spiderman è un passatempo, come il cinema il sabato sera… altro che DA GRANDI POTERI DERIVANO GRANDI RESPONSABILITA’, come ha ripetuto Maguire a sfinimento per ben tre pellicole.
Qui la responsabilità è solo part-time: si vede che Iron Man ha trovato Maguire occupato e quindi ha ripiegato sul nuovo SpiderMan, un adolescente che non vuole assumersi questo compito perché è guidato da istinti pelvici di bassa lega.
Concludendo

Anni bui di adolescenti purulenti ci aspettano…
Alle nuove leve/generazioni piacerà sicuramente il nuovo Spiderman: fanca**ista come loro, spensierato, con mojito e una buona dose di scaricabarile sempre pronta all’occorrenza.
L’adolescente tipo, insomma.
Alla vecchia guardia (ho 33 anni ma nel mondo del cinema, a quanto pare, sono trascorse diverse ere giurassiche) i nuovi Spiderman faranno senso [leggi schifo, ndr], c’è poco da dire.
Il senso di responsabilità e del dovere stile anni ’60 del vecchio Spiderman, lo spirito di giustizia e i grandi ideali che animavano l’uomo ragno sono scomparsi, per lasciare spazio ad uno Spiderman da selfie,
che saltella per la città come una scimmia rincoglionita, beandosi per aver sventato un pericolo inesistente.
È una questione di gusti quindi, a voi l’ardua scelta.
Io, dopo aver visto Far from home, sinceramente, mi vado a ripulire gli occhi con la trilogia originale di Maguire [bacio al contrario dall’alto incluso, scena iconografica degli ultimi anni].
Voi fate come volete, io vi ho avvisati.
Voto: 4/10
Marco
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