Dov’è finito il cuore di Apple? Analizziamo la situazione attuale, buona lettura!
2019 Odissea dell’iPhone

L’iPhone, al momento, non ha una direzione ben definita e rischia di andare a sbattere da qualche parte, fornendo il fianco agli avversari
L’iPhone sta attraversando un’odissea, nel senso che sta cercando la via per tornare a casa e ritrovare se stesso.
La tendenza [un po’ demenziale, a mio parere] di vendere l’iPhone per correre verso l’ultimo modello sta rallentando, secondo le statistiche di BankMyCell.
Normale: quando cambiare telefono costa come uno stipendio medio (circa € 1.500, GB in più e sempre più fotocamere) è normale trovare una contrazione del mercato.
E la contrazione arriva grazie ai nostri amici cinesi.
Eh sì, perché ormai uno smartphone cinese a caso (Oppo, One Plus, Huawei – salvo emendamento Trump- e così via) ormai ha le stesse caratteristiche di iPhone e, se comprato bene
[ad esempio GearBest sincerandosi che sia un modello internazionale, cioè con le frequenze europee incluse], costa circa un terzo (€ 500 per un top di gamma).
Apple, per adeguarsi al mercato, copia i concorrenti. I concorrenti, per rimanere sul mercato, copiano Apple.
Si fotocopiano a vicenda i telefoni, creando confusione negli utenti e annullando il vantaggio competitivo conquistato negli anni (es. alluminio verso gli altri plasticoni).
La vera innovazione sembrava lo smartphone pieghevole “folder/portafoglio” ma, come ha dimostrato Samsung, se a piegarlo non sono robot con precisione millimetrica, dopo breve tempo lo schermo sbarella e si rompe.
In questo caso dovrete aprire un altro portafoglio, il vostro, e acquistare un modello più tradizionale.
Il cuore di Apple si è spento?
Tim Cook, come preannunciai alla morte di Jobs, è un bravissimo manager logistico: con lui i magazzini sono a posto, Apple è sana e gioconda e possiede una liquidità “oscena” (per quanto è abbondante e generosa).
Ottimo. Onore al merito (e al credito).
Ma dov’è la scintilla creativa, quella luce benedetta che teneva svegli gli ingegneri di notte per progettare il sogno del domani? Quello che nessuno aveva visto e sapeva di volere fino al prossimo keynote?
Jonathan Ive, storico designer di Apple anche nei momenti di crisi, ha lasciato il galeone. Continuerà ovviamente a collaborare come studio esterno, ma si sa che i rapporti a distanza hanno un peso diverso-
Ive non si riconosce più in una Apple di ragionieri e contabili, ormai i pirati si sono messi in giacca e cravatta e contano le mazzette di denaro.
Ma il denaro che contano non è un tesoro “rubato” ai concorrenti a suon d’innovazione, ma la mera contabilizzazione di utili su prodotti già consolidati.
La magia dal cilindro che, al momento, non si sa dove sia
Probabilmente stanno finendo i lasciti e le eredità creative di Jobs per cui occorre mettersi al tavolo di progettazione e re-immaginare il futuro.
Continuano ad aggiungere fotocamere ai telefoni, non capendo che ci sono dei limiti fisici che non possono essere superati.
E, tra parentesi, aumentare l’autonomia degli attuali smartphone sarebbe giù una cosa eccezionale e realmente utile.
Parliamo di fotografia

Sony_RX100_II fotografata dalla Nikon D7100
Esempio di vita comune: possiedo una mirrorless Sony RX100-M2, che possiede un sensore di uguale dimensione a quello di una reflex entry-level della Nikon, la D7100.
Prima del pieno formato (macchina dai € 2.000 in su) esiste il sensore CMOS, più economico, simile come dimensione al DX.
La mirrorless è comoda in viaggio o ai compleanni, per scattare le foto principali e amen, senza dover girare con tracolla e canguro annesso.
Nonostante la dimensione del sensore sia la stessa, a parità di ISO, la Sony produce ben più rumore della Nikon, generando una nebbia di sottofondo.
Ovviamente scatto sempre in RAW, per lavorare successivamente in camera oscura (Camera RAW), ma il problema rimane.
Adesso capite perché mi sbellico dalle risate quando dichiarano, in uno degli ultimi comunicati stampa, che il nuovo iPhone avrà una qualità fotografica pari/simile ad una reflex?
E il mio cuore dove andrà?
Io, pur amando Apple come design, funzionalità e stabilità, penso che quando il mio fido iMac tirerà gli ultimi, non prenderò un altro iMac.
Prenderò un Mac Pro [i modelli rettangolari con paratia laterale, niente “posacenere”] ricondizionato, è un mercato florido e se ne trovano tanti.
Per un decimo del costo posso avere una macchina pienamente performante e upgradabile senza sforzo.
Sono stanco di saldature, blindature e accrocchi simili. A casa voglio delle soluzioni performanti e semplici, il lavoro di help desk lo svolgo in ufficio.
Di recente ho acquistato un MacBook Air del 2017, Amazon l’ha fortemente scontato e io ho preso la palla al balzo.
Ne sono innamorato: è leggero, ha una batteria fantastica e per attività leggere è perfetto, rimanendo molto silenzioso.
Quindi rimarrò un utente Apple, ma con qualche modifica, in quanto le ultime proposte non mi hanno entusiasmato.
Concludendo
Speriamo che la nave cambi rotta, che Apple ritrovi se stessa e che riveda alcune politiche, tra cui gli smartphone dai mille euro e passa.
Non ho nessuna intenzione di passare ad un gestore telefonico che vuole cambiarmi il telefono ogni anno, indebitandomi a vita con lui per avere sempre l’ultimo modello di smartphone.
Io ero affezionato all’iPhone 5 e ho retto fino alla pubblicazione dell’iPhone SE. La mia intuizione che non tutte le persone volessero girare con le padelle si è rivelata corretta.
Vediamo se prevarrà, come mi auguro, il buonsenso e Apple saprà farci sognare ancora, in attesa della prossima “big thing”.
Marco
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