Individuiamo una strategia corretta per aggiornare il sistema senza traumi: buona lettura!
Premesse
Nell’informatica c’è un vecchio adagio che recita: se funziona non aggiornarlo, se non funziona risolvi il problema prima di aggiornarlo.
Troppo spesso siamo vinti dalla moda e dalla smania di aggiornare il sistema operativo, cambiandolo come se fosse un vestito o un paio di scarpe.
Purtroppo i tempi dell’informatica si basano spesso su affidabilità e sicurezza: le banche utilizzano gestionali ancora basati su COBOL, un linguaggio degli anni ’80 richiestissimo ancora oggi.
Le software house non ci aiutano: Apple e Microsoft rilasciano aggiornamenti di continuo, spingendo gli utenti ad aggiornare anche quando non è strettamente necessario.
Come procedere quindi senza dar fuoco alla casa?
Le regole d’oro
- Il nuovo sistema operativo ha funzionalità importanti per me? Se sì quali? Posso trovarle altrove?
- I software che attualmente sono compatibili con il nuovo OS?
- L’hardware che utilizzo abitualmente (scanner, stampanti, lettori di codici a barre, trivelle semiautomatiche…) è pienamente supportato dal nuovo OS? Driver?
Queste domande banali ma importantissime andrebbero poste prima di cliccare sul tasto Aggiorna.
Spesso leggo di persone che vogliono hackerare PC Windows con Mac OS per far giocare il figlio con Keynote, per presentare la differenza tra un topo morto e un’arancia scaduta a scuola con gli amichetti.
Persone che aggiornano sistemi “live” (in azienda sono definiti ambienti di produzione), dove l’operatività è importante, scoprendo che il software dell’82 in loro possesso non è compatibile.
Come procedere

apple_mouse courtesy of AppleDigital.it
- Controlliamo i requisiti di sistema del sistema operativo che stiamo installando, valutando un aumento della RAM e/o una migrazione dal disco tradizionale a 5400 rpm verso un SSD
- Controlliamo la compatibilità delle nostre app con RoaringApps, verificando se altri utenti hanno avuto problemi con i nostri software.
- Controlliamo anche se sono compatibili i nostri dispositivi hardware (stampanti e scanner) per evitare brutte sorprese.
Esempi pratici: Microsoft Office 2011 non è più supportato da Microsoft e non gira sui nuovi sistemi operativi che richiedono app a 64 bit al 100%.
La CS6 di Adobe su Catalina è instabile e crasha facilmente, per andrebbe evitato come la peste questo mix pericoloso. - Eseguiamo un backup con Time Machine (consigliato) o, se necessitiamo di un backup incrementale AVVIABILE/bootable, usiamo Carbon Copy Cloner.
Tutto questo su un disco esterno affidabile (possibilmente nuovo), per evitare di perdere tutti i dati. - Teniamo sotto carica il portatile (con la batteria carica almeno al 50%) e/o attacchiamo un UPS (Unit Power Supply, un gruppo di continuità) al nostro iMac per evitare cali di corrente improvvisi e picchi di tensione.
A questo punto, se il backup è andato a buon fine, possiamo aggiornare Mac OS, tenendo a mente che il disco esterno sarà la nostra ancora di salvezza nel caso volessimo ripristinare la situazione di partenza.
Sembrano aspetti secondari ma, seguendo la legge di Murphy, tutto quello che si può rompere, in situazioni critiche, tende a farlo.
Dopo l’aggiornamento lanciamo le nostre app preferite, controlliamo se tutto è sincronizzato, scorriamo velocemente le cartelle per controllare che non ci siano mancanze.
Mac OS (da Snow Leopard in poi, 10.6) non sovrascrive i dati personali, per cui non dovrebbero esserci anomalie.
Nel caso avessimo perso qualcosa ci basterà collegare il disco di backup e recuperare i dati richiesti.
Se tutto funziona bene potrete aggiornare il backup con le nuove modifiche, in modo da rimanere sempre tutelati in caso di anomalie.
SUPER VINTAGE
Ovviamente se le regole precedenti sono valide per chi aggiorna di una versione, maggiore attenzione va posta a chi utilizza sistemi molto datati con Tiger, Leopard e similari.
Per chi possiede sistemi operativi con dieci anni di età o superiore l’aggiornamento non è facoltativo, dovrebbe essere un obbligo.
Ovviamente ci sono casi in cui alcuni software particolari girano ancora con sistemi operativi decrepiti: in questo caso creare una macchina virtuale e/o rintracciare le versioni più recenti sarebbe opportuno, considerando che l’hardware non dura per sempre ma tende a rompersi.
In questa casistica occorrerebbe trovare le versioni aggiornate dei software di maggior utilizzo, per effettuare un aggiornamento sereno e il meno traumatico possibile.
Buon upgrade a tutti!
Alla prossima!
Marco
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