Oggi voglio portarvi la storia di una mela, una piccola e soffice forma che è scomparsa dal 2006 su tutti i computer Apple. È la storia dell’innovazione, della possibilità di cambiare le cose semplificando la vita anzichè complicandola. E parlerò anche del famoso malware MacDefender, promesso. Ready? Buona lettura!
La semplificazione di Apple
Quando l’allegro Steve Jobs riuscì finalmente a ritornare al comando della sua amata Apple impose vari tagli e ridimensionamenti, concentrandosi su poche linee. Uno di questi tagli, negli anni successivi, è stata la rimozione della mela dal tasto CMD, che per noi figli del Macintosh ha lo stesso peso del tasto ctrl su windows.
La decisione motivata di Jobs fu che “sul computer ci sono troppe mele, confondono”. L’unica mela visibile è quella sul retro della macchina, basta. Le altre sono inutili ripetizioni del logo dell’azienda e sono anti-estetiche, pleonastiche.
Per fortuna che c’è Susan
Susan Kare, geniale disegnatrice ora riconvertita a produrre icone per Facebook, decise di prendere in mano il suo librone dei vari simboli e di scegliere questo loop infinito che, nelle cartine svedesi, indica il punto d’interesse. Il logo piacque talmente tanto che alla fine la mela scomparve per sempre e rimase solo l’icona svedese, con l’aggiunta dell’abbreviazione cmd per facilitare la comprensione.
Gli improvvisatori che mettono le mani al Macintosh
Chi improvvisa e va a cliccare come un pazzo a destra e manca sui Mac degli altri (senza cognizione di causa, tra l’altro) dovrebbe imparare a star fermo, una bella scossettina sotto la sedia e vedi come posa i suoi tentacoli malefici dalla tastiera e dal mouse.
Ancora una volta mi trovo a scrivere che il maggior pericolo per un computer, anche per un Mac, è sempre l’utente: clicca a destra, clicca a sinistra e prima o poi il danno succede, facendo guadagnare a qualche malfattore denaro sonante.
MacDefender, un pericolo che si può (e si deve) evitare)
Per installare MacDefender (e non voglio offendere nessuno, giuro) devi essere ubriaco o alle prime armi (e se sei alle prime armi perché clicchi sul primo pop up che spunta?!).
Beninteso, non sto dicendo che l’antivirus sul Mac non serva: semplicemente bisogna sapere dove acquistarlo (clicca su quella simpatica mela nera in alto a sinistra e apri il Mac App Store).
Gli antivirus che si pubblicizzano paventando infezioni che stanno entrando come uno tsunami nel vostro computer, di solito, non sono affidabili.
Vediamone i motivi:
- Se ho davvero tutti questi virus come ho fatto a lavorare fino ad oggi senza rogne? Pensateci.
- Tutti possono vendere antivirus ma non tutti sono autorizzati a comparire sul Mac App Store: se vengono approvati da Apple e ricevono recensioni dai vari utenti vuol dire che un motivo ci sarà, anche se l’approvazione di Apple è una pura formalità. Piattaforma sicura, i dati della vostra carta di credito al sicuro all’interno dell’account di iTunes… tutta un’altra storia.
E prima di comprare potete leggere i pareri dei vostri “colleghi” Mac e capire se serve veramente a qualcosa e se fa quello che dice. - Un antivirus che mi chiede i dati della carta di credito senza una connessione SSL cifrata a 128 bit NON È UN ANTIVIRUS SERIO.
- I pop up che spuntano di continuo sono fastidiosi. Evitiamoli.
Cosa cambia da un antivirus ad un malware?
Il virus distrugge i dati sul vostro computer e corrompe le basi del vostro sistema rendendolo instabile.
Il malware è un programmino malefico che carpisce informazioni spedendole a mezzo mondo e arricchendo in modo illecito i furfanti che l’hanno progettato.
Cosa devo fare?
STARE FERMO. Se necessiti di un programma compralo sul Mac App Store o rivolgiti al sito ufficiale del produttore, senza intermediari e controllando che la connessione cifrata sia presente quando immetti dati sensibili. Se avete dei dubbi inserite dei dati casuali: se la pagina web procede comunque e vi porta avanti nella procedura è una truffa, perché dovrebbe stanare subito dei dati inventati. Uscite e rivolgetevi a piattaforme testate e sicure per i vostri acquisti online.
Marco
Commenti su: "Per una mela in meno e MacDefender" (3)
un mio amico dice sempre “il mac è nel macdefender, quindi il macdefender non deve stare sul mac”. Faccio parte di quelli che hanno sempre usato windows e che poi si sono presi un mac, di quelli che suonano uno strumento, registrano, fanno grafica (tanta) e videomontaggi (parecchi) ma che con il computer ci lavorano tanto..
abituarsi al mac non è drammatico ma all’inizio spiazza, se hai già lavorato con ubuntu il passaggio è meno ruvido, ma lo percepisci ugualmente..
dal mio punto di vista le differenze esistono e sono parecchie, ma non solo per questioni di mele.. sul mio imac un esterno può mettere le mani solo in mia presenza e solo con il mouse, non può accedere alla tastiera.. semplicemente perchè ho un mio ordine e dopo 3 anni ho disposto tutte le impostazioni nella maniera più comoda che non sopporterei spostamenti.. e quando qualche amico passa dalla finestra alla mela e mi chiede come fare con il mac qualcosa che faceva con windows la mia risposta è sempre la stessa: “è tutto dentro il tuo mac, trovalo..”
la differenza tra mac e windows è questa credo, il mac all’inizio ti spiazza ma ti da modo di avvicinarti a tutte le funzioni in maniera autonoma, windows invece ti costringe a una sorta di schiavitù, certe impostazioni rimangono complicate e spesso illogiche, hai perennemente bisogno di una guida.
per lavoro li uso entrambi, sono complementari diciamo, windows è necessario per il 75% dei programmi professionali, ma a oggi non immagino di disegnare con una macchina diversa da un imac.
Come stabilità, utility di sistema e software di base credo che non abbia paragoni. Con un Mac puoi lavorare, concentrarti e sapere di poter contare su una macchina affidabile, nel tempo il mio portatile ha visto l’assistenza una volta dopo 7 anni. Anche la costruzione è differente e si sente, è un investimento negli anni che tende a mantenere il suo valore. Certo si paga il design e il marchio ma dopo 7 anni su un Mac si può ancora contare, su molti PC sovrasta il coma vigile 🙂 .
Si si concordo.. il limite è solo nella disponibilità dei software professionali..