Gli MMS, un retaggio di secoli fa, continuano ad essere presenti nelle nostre vite. Perché? E soprattutto servono ancora? Scopriamolo insieme, buona lettura!
La storia
Gli MMS nacquero nei primi anni 2000, quando la gente sellava i cavalli per andare al mercato e si accoppiava in strada.
All’epoca i telefoni pesavano tra i 10 e i 20 kg e Internet non era ancora contemplato, non nella forma mobile perlomeno.

L’occhio del gestore telefonico
Gli allegri gestori, bivaccando con cinghiale e sangria, decisero or dunque di inventare un nuovo balzello: gli MMS, messaggi multimediali che al modico costo di 2/3 euro a messaggio permettevano di spedire foto, video e audio.
Ha senso mantenere questo servizio ancora oggi? Scopriamolo insieme…
Tempi moderni
Ad oggi gli unici ad avere interesse nel mantenere viva questa tecnologia sono proprio i gestori.
Come mai, direte voi con tono esterrefatto? Perché, come avete letto poc’anzi, sono estremamente redditizi: per sbaglio ne inviate uno e un importo variabile tra 1 e 3 euro (se li inviate con Iliad pagate 0,49 cent cadauno: non sono inclusi nel piano) vola via dal vostro credito, sparito nel nulla.

Nonna Anselma, 150 anni
Con la nonna che usa lo smartphone alla stregua di un badile vi lascio immaginare: partono i 50 euro come coriandoli a Carnevale.
Praticamente gli MMS sono i nonni di WhatsApp, con la differenza che Whatsapp, appoggiandosi alla rete mobile 3G/4G (anziché al defunto GPRS/EDGE – tecnologia di commutazione che serve agli MMS), costa infinitamente meno, sfruttando i GB che avete nella vostra offerta.
Un MMS prevede un invio di dati sui 300 KB, basta superare i 300 caratteri per entrare nella competenza “MMS”.

La nuova speranza per il marketing
Tempo fa gli MMS venivano venduti come il pane da società di marketing come “nuova frontiera della comunicazione”: il 98% dei telefoni può leggerlo, responsività aumentata di 10 volte rispetto alla mail e via elencando.
Sembrava l’oro colato dal cielo… invece era (ed è ancora oggi) un sistema farraginoso, pesante, purulento e inutile… se il telefono non era compatibile ricevevi un link da esplorare sul PC di casa, comodissimo come le spine nel deserto.
Gli operatori telefonici, ovviamente, se ne guardano bene dall’avvertirvi su come disattivare il servizio.
MacBlu86, paladino degli smartphone innocenti, ancora una volta accorre in vostro aiuto!
iOS (iPhone, iPad e familiari assortiti)
Dalla versione di iOS 11.4 siete a posto: la voce è stata rimossa da Apple, per cui non correte nessun rischio. Siete disabilitati dagli MMS per default, festeggiate con gazzosa e lambrusco.
Se utilizzate un sistema più datato (es. 10.3.3) siete potenzialmente a rischio: ecco la guida per disattivarli.
Tap su Impostazioni (gli ingranaggi su sfondo grigio, ndr), Messaggi.
Io di solito attivo sempre “Invia come SMS”: ormai gli SMS (tranne nel caso di TIM) vengono offerti a sbadilate per cui è un peccato non sfruttare questa opzione.
Inoltre iMessage funziona solo su iPhone, per cui l’sms risulta il modo più veloce, sicuro ed economico per recapitare un messaggio.
Consegna garantita senza nessuna connessione ad internet, provare per credere!
Alla voce SMS/MMS disattivate l’interruttore “Messaggeria MMS”: in questo modo eviterete, anche per sbaglio o sotto tortura, di inviare MMS a caso, con relativi addebiti sul credito telefonico.
Per Android vi linko la guida riportata su questo sito: è leggermente più complesso, è bene seguire i vari passaggi.
Concludendo

L’utente inconsapevole
In attesa che l’AGCOM ponga fine a questa follia amministrativa provvediamo da soli: disattiviamo gli MMS e il nostro credito telefonico ringrazierà.
Non sempre la colpa è dei gestori: spesso utilizziamo servizi in modo inconsapevole e il gestore, ovviamente, non si premura di avvisarci.
A me, per esempio, è successo con l’hotspot: pochi minuti di connessione verso il tablet e il credito si è dimezzato di colpo.
Con questi errori i gestori guadagnano migliaia di euro e chi, purtroppo, non si informa… paga, in modo salato.
Sperando che, oltre ad acculturarvi vi siate divertiti, vi aspetto per la prossima avventura!
Marco
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