Un nuovo fenomeno è arrivato in città: le mamme nazi-bio. Come riconoscerle? Come difenderci? A chi denunciarle? Buona lettura!
L’antefatto – POTERE ALLE MILF!
Serata al pub con una splendida milf bionda Antonella (nome di fantasia, ndr), 40enne, madre di due figli.
Ci conosciamo da quando lei aveva 20 anni e saltellava guardando Beverly Hills 90210 mentre ascoltava a rotta di collo gli 883. Io frequentavo le medie ed ero una capra con il flauto e la chitarra.
Lei mi dava ripetizioni su come leggere le note e suggerimenti per superare l’ora di musica indenne.
Da questo rapporto commerciale è nata un’amicizia e, con il tempo e con Facebook, ci siamo ritrovati e re-incontrati.
Scopro che lei è una mamma Nazi-bio inconsapevole: marce forzate con gli scout in posti ameni e sperduti a rischio crollo, vacanze in montagna con camminate da 40 km al giorno, ciclismo, Lego e via dicendo.
Sono bambini che frequentano le elementari e, nella sua testa bio-nazi, i videogiochi sono il male assoluto in Terra. Pokémon inclusi.
Congedandola con un abbraccio mi sono posto alcune domande e ho sviluppato alcune riflessioni che vorrei qui proporvi.
Perché nazi-bio?
Mangiare sano o marciare per 120 km non le rende delle cattive madri, magari un po’ naziste come recita il titolo, ma non sono pericolose (per gli altri).
Pensano che i figli odierni siano troppo legati ai mondi virtuali e quindi, per difenderli, si schierano dalla parte opposta: campeggi forzati, vacanze in roulotte elemosinando l’acqua da un torrente (utilizzato come bagno pubblico da orsi in calore da mesi, lontre e marmotte assetate, giusto per fornirvi un’idea), tende fatiscenti piantate su dirupi a strapiombo, cibarsi di bacche e licheni, accendere il fuoco con pietre e legnetti (aspettando 40 minuti prima di vedere un fuoco decente), quando un Bic da 50 centesimi risolve egregiamente il problema in 10 secondi.
Sono tutte esperienze bellissime… tra amici, quando hai meno di vent’anni e senza l’obbligo morale di recitare preghiere in latino ogni venti minuti, magari.
A tutto questo si accompagna cibo sano preparato in casa, ovviamente, con elementi bio naturali sanissimi… accompagnati dalla sottomarca della Coca-Cola, che ha all’attivo più zucchero e coloranti di un pannello radioattivo per le fiere di paese.
Altri esempi?
- A scuola in auto, accompagnando i figli fino all’ingresso (sfondano l’ingresso con il SUV e le barre in titanio anti bufalo), disboscando la foresta amazzonica con mezz’ora di motore acceso a pieno regime.
- Seguono la dieta dei benedettini condita dalla Nutella che, seppur meravigliosa, dolcissima e deliziosa, non è tra le creme alle nocciole migliori reperibili al supermercato (non boutique, occhio).
- Se la prendono tanto con le multinazionali americane poi acquistano scarpe da 9,99 euro al Decathlon, realizzate da bambini sordomuti boliviani come minimo.
E qui mi fermo perché, oltre ad avere le lacrime agli occhi, rischierei di diventare ripetitivo.
Il problema di questo stile di vita bio-nazi è la preclusione totale, a questi ragazzi, del mondo meraviglioso dell’elettronica dove, tra le mille cose, troviamo anche i Pokémon.
Posso capire se tu, dolce milf quarantenne, sei contraria a Gears Of War, GTA e simili ma…i Pokémon? Che colpe avrebbero scusa?
La cultura Pokémon
Passato il boom degli anni Duemila e il revival dato da Pokémon GO troviamo, nella folla, persone come me che li hanno scoperti a 14 anni e, con il primo Game Boy Color, hanno giocato a queste meravigliose avventure negli anni.
Ora ho 32 anni, qualche capello bianco in più, il Game Boy è diventato un emulatore ma lo spirito è rimasto inalterato, avendoli riscoperti nel 2016 con estremo piacere.
Per documentarmi al meglio ho visto anche una decina di film, usciti su base annuale, dedicati a questi piccoli amici.
Dunque vediamo… cosa insegnano i Pokémon?
Io parto dal GDR (gioco di ruolo, ndr) originale, ma in forma light è applicabile anche alla versione mobile GO.
Quando sei un allenatore hai una squadra di cui prenderti cura; i Pokémon che catturi non sono bestie da soma ma compagni da curare, potenziare, istruire (insegnando mosse, togliendo quelle inutili e integrando le loro statistiche con gli integratori).
La rarità o meno di un Pokémon è legata ad una sequenza numerica casuale (per cui dipende dai programmatori e dalla loro bastardaggine la rarità di un esemplare), non è colpa sua.
Ci sono Pokémon belli (prima e seconda generazione), Pokémon discutibili (dalla terza generazione in poi), Pokémon evitabili (quelli, purtroppo, ci sono sempre); ciò non toglie che catturarli, allenarli, portarli in Palestra e curarli durante e dopo le lotte richieda un notevole livello di dedizione e impegno.
I Pokémon non possono essere venduti (li vendevano al Casinò nelle prime edizioni e poi hanno smesso) ma scambiati: per farlo devi collegarti con amici che hanno una versione diversa dalla tua, e ciò comporta diversità e ricchezza
(alcune specie sono tipiche di uno scenario piuttosto che un altro).
Il discorso delle lotte nelle Palestre è affascinante, è la parte più coreografica del gioco: ma se scaviamo a fondo vedremo che, alle spalle, c’è una preparazione e un lavoro notevole, che spesso viene sminuito o sottovalutato.
Io sono cresciuto con i Pokémon e, credo di poterlo affermare a trent’anni, sono cresciuto bene: rispetto la natura, gli animali, mi piace camminare nei boschi e nelle radure quando mi capita, mi piace nuotare con i miei amici.
Il fatto che Pokémon GO sia basato su un meccanismo premiante dove più cammini e più vieni premiato è stata una molla per me: ciò mi ha portato a conoscere nuove persone, a pedalare e camminare tanto (in due anni parliamo di 1.000 km: escludendo quelli in auto a 30 km/h posso stimare circa 600/700 km autentici), oltre i miei limiti e le mie più rosee aspettative.
Lasciare il gioco acceso durante le lunghe file in cui mi imbattevo mi ha aiutato con le uova, certo, ma catturare i leggendari (soprattutto il rarissimo Mew)… beh è stata un’emozione.
Concludendo
Questi genitori ossessionati dalla vanga e dal badile, con le loro marce forzate e le preghiere a cantilena, tralasciano una parte bellissima dell’infanzia dei ragazzi: la fantasia.
Stanno uccidendo, giorno dopo giorno, la fantasia, la creatività e la magia di fare qualcosa non solo perché sia salutare e bello ma perché c’è qualcosa di più, un fine superiore.
E, come viene dimostrato dai Pokémon, non dev’essere per forza religioso con quel senso colpevolizzante cattolico-imperante.
Può essere semplicemente un sogno, una nuvola di ricordi e desideri che, dolcemente, ti accompagna per il resto della tua vita.
Un mio amico mi ha fatto riscoprire gli anime giapponesi e gliene sono molto grato: la profondità e la spiritualità che guida le matite dei disegnatori li rende dei piccolo gioielli, perle preziose di cui ogni tanto pubblico entusiastiche recensioni.
Non uccidiamo la fantasia, la creatività e l’amore per la natura anche sotto forma di piccoli mostri, perché no, in nome delle marce forzate, di una qualsiasi religione o del rigore richiesto ai militari.
La fantasia è il bene più prezioso: non seppelliamolo sotto a idealismi, stereotipi anni ’80 (i videogiochi fanno male) e pregiudizi.
Insegniamogli un utilizzo corretto e responsabile delle tecnologie, lasciandogli spazio per la fantasia: è il regalo più grande che possiate fargli, credetemi.
Marco
Sfondi e milf: credits by Pixabay.
Screens Pokémon: Pokémon Zaffiro (2003). Tutti i diritti riservati ai legittimi proprietari (Nintendo, GameFreak, Creatures Inc.).
Commenti su: "Le mamme nazi-bio" (2)
A volte vedo queste assurde donnine mammine coi loro passeggini venire qui su strada sterrata a correte spingendo i loro pargoli ignari di tanta fatica. Che poi la fatica per cosa sarebbe? Per mantenersi belle per il marito e l’amante, per gli amanti, per le nuove conquiste. Allora perchp fate figli? almeno lasciateli stare tra le stelle. Che poi si bevono la tisana senza zucchero in palestra e dopo le vedi al pub a ingollare pinte di birra superzuccherata. Poi fanno le tipe ” ce l’ho solo io” e poi se ne vanno con un mostro qualsiasi perchè troppo ubriache per notare che è un vecchio sbilenco di 70 anni, o forse sono ninfomani, o forse devono smaltire ancora qualche grammo di grasso. Poi i figli li mandano a danza, a kung fu, a yoga, a sinistra e destra, sti poveri angioletti che non hanno un minuto di tempo manco per giocare. Queste mamme andrebbero abolite, messe in mezzo alle palline colorate e lasciate là una notte intera.
Ottima idea, concordo