Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

La ricompensa del gatto

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Lo Studio Ghibli rappresenta il sogno proibito di tutte le gattare: buona lettura!

La trama

the_cat_returns_3 Haru salva la vita ad un gatto che sta per essere brutalmente investito da un camion a tutta velocità. Il gatto a cui salva la vita è il principe emerito del Paese dei gatti: la riconoscenza si trasforma in erba gatta come se non ci fosse un domani e in topolini freschi. Ma non finisce qui: sarà la promessa sposa del Principe Emerito.

Per salvarla da questo fatal destino intervengono due gatti, Baron e “Mucca” (soprannominato così perché è più obeso del gatto volante di Orange Road/È quasi magia Johnny) che, grazie alla loro intraprendenza, riusciranno a restituire la giovinezza, la libertà e le sembianze umane alla dolce Haru.

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Silenzio in sala

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Diretto da Hiroyuki Morita, è arrivato dopo soli 14 anni (è uscito nel 2002) nelle sale italiane. Meglio tardi che mai. Nasce come spin-off de I sospiri del mio cuore, dove i due gatti protagonisti hanno un ruolo minore, approfondito in questa pellicola.

Personalmente non sono un gattaro: non dormo abbracciato ad un gatto di peluche, non ho un gatto che saltella sul letto per mangiare, non vado in giro a palpare tutti i gatti che vedo per strada, non ho il muso di un gatto tatuato sulla chiappa destra.

Detto questo ho amato fin dal primo momento questo film: leggero, semplice, immediato, una ventata d’aria fresca.

In 75 minuti ci delizia con un’animazione di alto livello (parliamo dello Studio Ghibli, fondato da Miyazaki), una storia appassionante che mantiene lo spettatore sveglio e cosciente fino alla fine (evitando il “coma gattaro” che colpisce noi uomini); un giusto equilibrio tra gag, serietà e discorsi raffinati.

Stupenda la canzone dei titoli di coda: Become the wind, qui cantata da un’appassionata del film

Per chi mastica il giapponese senza problemi ecco la versione in lingua originale, rigorosamente senza sottotitoli

Come in ogni film che si rispetti abbiamo un cattivo, il padre del ragazzo (Il Gatto Re), che qui vediamo comportarsi alla stregua di uno psicopatico bastonato da un cane randagio a sei anni probabilmente.

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Esplosioni al tritolo impoverito a parte i buoni sentimenti, l’amore e la dolcezza dello studio Ghibli negli sfondi disegnati a mano rimangono inalterati: un richiamo ai valori dell’amicizia che strizza l’occhiolino ai classici Disney americani.

Citazioni colte

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Per chi a fine anni ’80 come me s’ingozzava di pandoro guardando Bim Bum Bam ricorderà sicuramente Le avventure di Bianca e Bernie, da cui questo film prende spunto per la storia della ragazzina salvata da due animali.

Altro riferimento notevole il Pinocchio di Collodi: quando la ragazza entra nel Paese dei Gatti inizia la trasformazione in gattara (il che non significa che trascorra il tempo sfondandosi di gelato guardando Bridget Jones, sia ben chiaro), esattamente come Pinocchio muta in somaro nel Paese dei Balocchi.

Conclusione

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Nulla si inventa, tutto si copia e si mescola. Le citazioni di questo film sono eccellenti e la realizzazione è da applausi: semplice, fresco e leggero, il tempo scorre senza che noi possiamo avvedercene. Il film mantiene un buon ritmo spumeggiante, alternando momenti comici a riflessioni semi-filosofiche.

A volte la traduzione italiana risulta un po’ forzosa, ma nel complesso è l’unico difetto imputabile a questa piccola perla dell’animazione giapponese.

Adatto a tutta la famiglia, una validissima alternativa all’animazione stereotipata statunitense orientato al puro consumismo.

Lo Studio Ghibli continua a regalare emozioni, in altissima definizione (è disponibile anche in blu-ray). Da recuperare assolutamente.

Voto: 9/10

Marco

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