Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

Blade Runner 2049

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Il ritorno al cinema di un classico della fantascienza. Buona lettura.

La trama

Dopo il primo Blade Runner troviamo questa umanità distopica, dove il virtuale ha sostituito il reale. Questa nuova generazione di umanoidi deve eliminare i vecchi modelli, per migliorare l’immagine aziendale.

Durante una delle sue missioni il nostro protagonista (Ryan Gosling) s’imbatterà in un caso curioso, impossibile: il figlio/a di una coppia di umanoidi. La soluzione di questo caso comporterà un viaggio nel passato, dentro se stesso e la sua anima, scoperchiando vasi di Pandora non sempre facili da affrontare.

Ecco l’elenco degli attori principali:

  • Ryan Gosling: Agente K
  • Harrison Ford: Rick Deckard
  • Ana de Armas: Joi
  • Sylvia Hoeks: Luv
  • Jared Leto: Neander Wallace
  • Robin Wright: Tenente Joshi
  • Mackenzie Davis: Mariette

Il film

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Spesso si vuole esagerare con queste pellicole, proponendo alieni ridicoli o cacce per salvare il pianeta che annoiano dopo mezz’ora. Qui ci ritroviamo con un film da 2 ore e 43 minuti che non annoia, non stanca: una bella dormita prima e ve lo godrete tutto d’un fiato. È un film dove K, l’agente protagonista, va alla ricerca della sua identità, cercando di distinguere il reale dai ricordi innestati.

Scoperchiare questo vaso di Pandora, tuttavia, gli costerà molto: farà i conti con verità scomode che si tende a rimuovere, con intrighi di palazzo e cacce all’uomo per evitare che vengano alla ribalta errori del passato.

Meraviglioso, come sempre, Jared Leto, sempre sul pezzo, sempre nella parte: si è bendato per provare le emozioni e le sensazioni di un cieco e c’è riuscito perfettamente. Credibilissimo, entra nel personaggio come pochi: un vero attore con la A maiuscola.

Dalla metà del film in poi ritroviamo anche una vecchia conoscenza, Harrison Ford: ormai pronto alla pensione, rappresenta l’anello di congiunzione con il primo film, scoprendo come si è ridotto pur di sopravvivere e sfuggire alle attenzioni della corporate.

La forza di Ridley Scottblade-runner-2049-ryan-gosling-new-image-noscale

Vidi Blade Runner qualche anno fa e, devo dire, richiese un’attenzione particolare: un film complesso, ben girato e credibile, rispetto a tante pagliacciate futuristiche prodotte negli anni successivi.

Mancando Scott alla regia il rischio poteva palesarsi per questo seguito: Scott è il produttore esecutivo e ha ingaggiato Denis Villeneuve, un regista a me sconosciuto pluripremiato fin dai primi esordi.

La forza di Ridley è un futuro palpabile, realistico, a portata di mano: il protagonista ha un rapporto con un ologramma, gira su un’auto che possiede un computer di bordo e un iPad come estensione… è un film ambientato tra 32 anni ma possiede molti elementi credibili, che anziché meravigliare lo fanno percepire come concreto, possibile, realizzabile.

Concludendo

Fotografia di altissimo livello, con una composizione delle scene maniacale, musica molto forte (forse abbassare le casse in sala non sarebbe stato male, andavano in distorsione) che mantiene la tensione ci accompagna alla scoperta della verità insieme a K. Geniale l’ologramma sovrapposto alla persona reale, grafica ed effetti di livello eccellente per raccontare un’altra pietra miliare nel mondo della fantascienza.

Credibile, concreto e umano: il viaggio alla scoperta della sua identità è un viaggio all’interno di noi stessi, dove riscopriamo le nostre ataviche radici e riviviamo i momenti della nostra infanzia, capendo che occorre farne tesoro per gli stadi successivi della nostra vita.

La sala piena ha dimostrato che la qualità, la professionalità e maestranze rodate generano un mix difficile da battere. Bello, intenso, forse un po’ lungo ma i tempi dilatati di Ridley sono una carezza rispetto alle attese infinite ed estenuanti di Hateful Eight di Tarantino. Consigliato, recuperando magari l’originale per avere un quadro completo della storia.

Voto: 10/10

Marco

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