Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

18 regali

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Una storia tutta italiana che colpisce all’anima: buona lettura!

La trama

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2001: Elisa, futura madre 35enne, scopre di avere un tumore durante la gravidanza.
Per trovare la forza di proseguire decide di programmare 18 regali per sua figlia, fino alla maggiore età.
Anna, attraverso uno stratagemma inconsueto, conoscerà la sua famiglia meglio di quanto potesse sperare.

L’antefatto italiano

Di solito quando parliamo di film italiani, se escludiamo i grandi registi, ci troviamo di fronte a prodotti “cacio e maccheroni“:
commedie più o meno discutibili con attori famosi, dialetti, battute da caserma e stereotipi.

Mia nonna 93enne è ancora sconvolta all’idea che al cinema, in tempi pre-covid, ogni settimana compaiano 4/5 film nuovi.

Il problema, sempre portato avanti con coraggio su questo blog, è la QUALITÀ e i CONTENUTI.

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Qualche mese fa, mentre stavo vivendo il lockdown forzato da Covid-19, vedo un trailer in TV di un film italiano drammatico.
Buono.
Parla di un tumore, di una madre morente e di un viaggio per scoprire la propria madre.
Seppur sia un dramma inimmaginabile le premesse erano validissime.

Il film

Tratto da un’incredibile storia vera.
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Vittoria Puccini abbandona le vesti di Rivombrosa per gettarsi nel difficile ruolo di una madre “a scadenza”, sapendo di essere un’incubatrice per la sua meravigliosa bambina ma di non poterla veder crescere.

Come insegna House, difatti, tumore + gravidanza provocano scelte drastiche, un 50 e 50: si salva la madre o la bambina.
Riuscire a salvare entrambe, purtroppo, è impossibile anche con la migliore equipe.

Edoardo Leo, svestiti i ruoli dell’amico “triste” di Zanin ne Un medico in famiglia, si impegna in un ruolo serio, drammatico e ben calibrato.

Un padre single/vedovo, che deve gestire una figlia adolescente ribelle, vivendo sempre nel massimo rispetto della moglie e non risposandosi mai.

Tramite l’espediente del sonno la ragazza riesce a rivivere l’amore dei suoi genitori, la sofferenza indicibile della madre, la gioia contagiosa della sua amica “di tumore” (che diventerà la zia).

Festeggiare il proprio compleanno pensando alla morte della mamma non è il massimo, siamo tutti concordi; ma riuscire lo stesso a festeggiare, portando con sé il dolce ricordo che ha lasciato nei nostri cuori e i suoi 18 regali, beh non è da tutti.

La diciottenne Anna è arrabbiata con il mondo, contro tutti, vorrebbe riavere la mamma indietro sperando che qualcuno ne paghi il conto.
Anni di amore, affetto e risate passate insieme a cucinare e a crescere insieme.

Il regalo più bello è la lettera della mamma (come in Billy Elliot, vi ricordate?), che le accenderà il cuore e le riporterà quella voglia di vivere perduta.

Un piccolo gioiello italiano che ha avuto l’onore di approdare su Netflix l’8 maggio 2020.

Concludendo

18regali_04Un film stupendo, che miscela brevi attimi di ironia ad un crescente dramma, diretto magistralmente verso un lieto fine quantomeno meritato.

Ammetto di non conoscere la filmografia del regista ma complimenti: Puccini e Leo molto intensi e sofferti, il dolore è palpabile e viene condiviso dalle lacrime di chi assiste in sala.

Un calibratissimo utilizzo della computer grafica, poche musiche e momenti intensi regalati da inquadrature moderne ed eteree.

La ragazza protagonista sparisce un po’ dietro agli attori prima citati, ma risulta comunque un’interpretazione piacevole.

Per una volta, concedetemi l’ironia sul fanalino di coda, si piange per emozioni autentiche e non per pellicole oscene di dubbio gusto.

Consigliatissimo, un raro esempio del cinema italiano che regala ancora grandi emozioni.

Voto: 9,5/10.

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