Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

ssd_samsung

Gli SSD sono ovunque ormai. Come funzionano? Quali sono i vantaggi? Valgono la spesa? Vediamolo insieme, buona lettura!

Per anni l’unica differenza per i dischi tradizionali è stata tra la connessione PATA e SATA; ultimamente stanno spuntando come funghi i nuovi drive SSD (non possiamo chiamarli dischi perché di fatto non c’è nessun disco all’interno, come vedremo in questo articolo), versioni sviluppate, potenziate e migliorate delle chiavette USB.

Cosa mi serve per fare il passaggio all’SSD?

Un computer (portatile o desktop) con connessioni SATA; gli SSD PATA sono rari e molto costosi, per cui ve ne sconsigliamo l’acquisto. Parliamo di 300/600 dollari a disco (vi costa come un computer nuovo, praticamente), non ne vale la pena. Sono realizzati spesso da piccoli produttori e la domanda, com’è facile intuire, è bassa: ciò alza notevolmente il costo degli SSD PATA, invitando gli utenti ad orientarsi su altre soluzioni.

Altro elemento fondamentale per gli SSD recenti è il supporto per il TRIM, una tecnologia che permette al disco di segnalare al sistema operativo le celle vuote, in modo che possano essere liberate definitivamente mantenendo le prestazioni del disco efficienti anche dopo qualche anno.Il TRIM non sempre è supportato alivello nativo: Seven lo fa, sul Mac invece viene abilitato di default il TRIM per gli SSD montati da Apple.

Da El Capitan viene abilitato il TRIM anche per hard disk di terze parti.
Per abilitarlo via terminale basta digitare la seguente stringa:

sudo trimforce enable

NB: Prima di compiere questa operazione è caldamente consigliato un backup con Time Machine, nel caso dopo il riavvio vediate comportamenti strani e/o inaspettati.

Se non avete installato El Capitan e utilizzate un Samsung/OWC/San Disk/Kingston (o altre marche) vi consigliamo TRIMEnabler, un piccolo programma gratuito che vi permette di attivare il TRIM sull’SSD da noi installato.

SSD (Solid State Disc)

SSD (Solid State Disc)

I vantaggi

Dovendo accedere ad una memoria flash cercare e ritrovare file è molto più veloce, possiamo avere un incremento delle prestazioni vicino al 400% rispetto ad un disco tradizionale; non avendo bisogno di rintracciare i file sul disco con la testina i tempi sono fulminanti. Inoltre non ha parti in movimento, per cui abbiamo una maggior sicurezza durante gli spostamenti e il silenzio assoluto.

La mancanza di parti in movimento di fatto lo rende un drive silenziossimo e fresco, in quanto il calore emanato per il funzionamento è ridotto a livelli minimi. Il miglioramento a livello di prestazioni (sia su Mac che su Seven) è significativo e cambiare disco comporta un miglioramento delle prestazioni apprezzabile e duraturo.

Gli svantaggi

Gli SSD sono di capacità inferiori a quelle attuali, di solito non superano i 640 GB (ma essendo una tecnologia in continuo sviluppo mai dire mai).  Viene consigliato un affiancamento a doppio disco: sull’SSD lavora il sistema operativo e i programmi, sul disco classico da 1/2/3/4 TB (migliaia di Gigabyte), in modo da non fare compromessi.
La vera velocità infatti serve per la gestione del computer, i file video e audio possono anche essere depositati su un disco tradizionale a 7200 rpm.

Altro problema che ostacola molti verso il passaggio a questa nuova tecnologia è il prezzo astronomico che fanno sembrare gli SSD componenti dorati e preziossimi (circa 33 cent di  euro al GB); in realtà la crescente domanda stabilizzerà l’effetto sorpresa, che però ha consentito alle prime aziende innovatrici di costruire indisturbate un nuovo tipo di memoria che fosse veloce come un fulmine.

Come montarlo?

Su un portatile: I dischi SSD sono tutti realizzati con il fattore di forma di 2,5 pollici, per cui non hanno problemi ad essere montati sul portatile. Come accennato all’inizio serve solo che il portatile abbia una connessione SATA, di che tipo non importa (il SATA è flessibile e si adegua automaticamente al tipo di connessione presente sul portatile, per cui un SATA 3 gira anche su portatile con il SATA 2).

È logico che prima di salutare per sempre il nostro vecchio disco dovremo fare una migrazione dei dati sul nuovo SSD: esistono vari programmi forniti dalla casa (nel caso di Samsung) come il Data Migration Software, che spostano tutti i dati richiesti sul nuovo SSD di destinazione. Una volta spostati i dati apriamo il vano del disco fisso sul nostro portatile, togliamo le viti e montiamo il nuovo drive.

Per sicurezza non formattate il vecchio disco immediatamente, è meglio aspettare e vedere se sul nuovo SSD compare tutto quello che ci serve; nel caso così non fosse potremo sempre recuperare i dati mancanti dal nostro disco originario.

Su un desktop (computer fisso)

Per i desktop la storia è simile ma dobbiamo acquistare un adattatore da 3,5 pollici: i dischi SSD infatti sono troppo piccoli per gli attacchi di un desktop tradizionale e quindi serve una piastra in metallo che ci permetta di inserirlo nelle slitte del nostro PC.

Una volta acquistato l’SSD e la slitta in metallo basterà fissare il drive con due o quattro viti alla slitta e il gioco è fatto (attenzione a porre i contatti SATA verso l’esterno, altrimenti non riusciremo a collegarlo).  Facciamo il passaggio dei dati come descritto sopra e montiamolo in uno slot libero, mantenendo sempre uno spazio libero tra un disco e l’altro per evitare problemi di surriscaldamento.

Una volta montato l’SSD potrete mantenere anche il disco precedente (di solito avete 3/4 slot per montare più dischi), semplicemente ora non sarà più il disco di avvio ma solo un deposito dati.

Valgono la spesa?

Sì. È il migliore upgrade che potete fare al vostro computer. Anche se raddoppiate la RAM il cambio di velocità sostanziale lo avrete con un SSD in quanto riesce a bruciare i tempi tradizionali polverizzandoli. Controllate solo se il TRIM è attivato e le prestazioni vi lasceranno interdetti. Della Samsung viene consigliata la serie 850 EVO/PRO, in quanto ha prestazioni costanti in lettura e scrittura; la 850 base rallenta un po’ in scrittura (pur rimanendo veloce) ma è molto veloce in lettura.

La nuova serie 850 evo si base sulla 3D Nand, una nuova concezione di memoria che aumenta la densità mantenendo alte le prestazioni.

Ad oggi un Samsung 850 Evo da 1 TB costa sui 300 euro circa su strada (fonte: Amazon). Un prezzo decisamente abbordabile considerando che i primi modelli da 1 TB superavano i 1.000 euro.

L’investimento iniziale che richiedono viene ripagato da un PC più scattante, perfino un portatile del 2008 può tornare a nuova vita con un disco simile.

Ultima cosa veramente importante: gli SSD non vanno MAI deframmentati, in quanto questa pratica accorcia notevolmente la loro vita (sono dei cicli di scrittura e lettura inutili, in quanto i dati sono indirizzati in celle e sono reperibili in pochissimo tempo) ed è una riorganizzazione dei dati superflua e dannosa, vista la struttura di questi supporti.

Buona installazione e passaggio a tutti!

Marco

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