Analizziamo il controller cablato ufficiale per Nintendo Switch: ne vale davvero la pena? Buona lettura!
La genesi
Volendo fornire ad un amico un controller affidabile ed economico la soluzione cablata sembrava un’idea sensata. Il controller ufficiale licenziato Nintendo, prodotto dalla Hori, costa quasi 30 euro ed offre 3 metri di cavo.
In aggiunta è possibile rimuovere il pad delle frecce e posizionarlo sul retro, per ottenere i quattro pulsanti separati come nei JoyCon originali Nintendo.
L’arrivo da Amazon
L’arrivo da Amazon è sempre un’emozione. Mi appresto quindi ad aprirlo per poterlo testare.
Tolte le istruzioni, il cartone e i sacchetti di plastica plurimi si scopre un pad vigoroso: probabilmente è stato testato nelle mani di muratori bergamaschi.
L’impugnatura è possente, adatta a mani grandi che devono vangare e sbadilare bonus senza pietà: normale che, per noi esseri umani, l’impugnatura risulti un po’ generosa.
Togliendo la feature della copertura a quattro frecce riposizionabile lo collego sul retro della console e mi tuffo sul divano, destinazione Crash Bandicoot.
Il test dal vivo
Nonostante mi stia deliziando con Super Mario Odissey devo ammettere che Crash Bandicoot richiede una precisione e un tempismo non indifferenti.
Il controller si comporta bene, è reattivo nei comandi veloci e, avendo rimosso qualsiasi motore o vibrazione possibili, risulta molto leggero.
Il colore nero e gli spigoli/curve sono ben rifiniti, i pad hanno una buona presa… mentre le maniglie per l’impugnatura sono tarate per muratori bergamaschi, come vi dicevo.
Si vede che, al di là delle dimensioni delle mani, un team di ingegneri si è seduto al tavolo per elaborare le soluzioni più avanzate.
Le note dolenti
Tuttavia, dopo qualche ora di gioco, emerge un difetto evidente: la base della console è molto leggera e non rinforzata con del piombo pressofuso, per cui tende a spostarsi.
Se, alle spalle della console, c’è un cavo che tira come un marinaio in calore, durante il gioco si nota un pericoloso avvicinamento della console: se è sopraelevata la caduta è inevitabile.
Le soluzioni sono due: o avvicinate il divano affittando dei manovali oppure allungate il cavo, a scapito della qualità del segnale.
Se il cavo non presenta un grosso problema (tre metri sono sufficienti, nel 90% dei casi) rimane una forte delusione per l’esperienza di gioco; se posso rinunciare ai sensori di movimento e al collegamento NFC con i bambolotti dell’Amiibo… alle vibrazioni non ci rinuncio.
La Sony sono quasi vent’anni che vende pad cablati motorizzati (i caposcuola di tutti, i DualShock); non si capisce perché la Nintendo debba produrre pad non motorizzati (che, nel mercato dei compatibili, si trovano anche a metà prezzo).
In un gioco dove si salta, si corre e si respira dinamite mista a nitroglicerina le vibrazioni rappresentano il sale della vita.
Tuttavia in questo pad non sono pervenute e, sinceramente, era forse l’unica funzione fondamentale richiesta ad un pad cablato, che provoca forti emozioni quando si muove il filo (a causa del possibile volo della console).
Recensione finale
Prodotto adatto a giocatori nerboruti dalle grosse mani, stile Gianni Morandi che quando saluta toglie la vita ad una colonia di api con il suo palmo.
Tuttavia il prezzo risulta fuori mercato: per gli stessi soldi si acquistano joypad compatibili, wireless e con le vibrazioni incluse.
Considerando che la precisione rimane la stessa del Pad Pro da quasi 70 euro non offre un reale vantaggio in più: costa meno ma è privato di alcune funzioni essenziali per un pad di questo livello.
Il prodotto è stato licenziato Nintendo ma, come si evince dal nome, realizzato conto terzi. A questo punto vado wireless con la mia bella dose di vibrazioni, mi dispiace.
Voto: 5/10
Marco
Rispondi