Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

Si muore solo da vivi

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Esordio promettente per una pellicola non banale: buona lettura!

La trama

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Il terremoto emiliano del 2012 ha mietuto molte vittime, tra cui i co-protagonisti di questa storia.

In questa terra popolata da salsicce, formaggi e cotechini volanti riviviamo le atmosfere felliniane, con un amore che ti porta via leggero e alcune idee oniriche considerevoli.

Tra la tranquillità della pianura padana vedremo l’evoluzione del personaggio che, dopo la pausa data dal decesso del fratello, deciderà che è ora di ricominciare a vivere.

Il film

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Dopo la tamarrata evento di Mulan mi sono aggrappato al cuscino del divano, pregando divinità apotropaiche, vedendo che il film era italiano.

Ho pensato Zio bello, chissà cosa accadrà!

A dir la verità ho gridato molto meno al porco di quanto pensassi.

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Niente battute volgarotte, prostitute a basso costo o situazioni da caserma ma un film girato con calma, senza strafare, omaggiando il grande maestro riminese.

Il regista, essendo un esordiente, non dice molto ma le sue immagini, per fortuna sono eloquenti.

Inquadrature dall’alto, in basso, in prospettiva, situazioni deliziosamente felliniane dove la realtà si fonde con la fantasia e, a volte, ci capita di confonderla.

Lo zio protagonista, un perdigiorno pelandrone, frequenta spesso il divano e si trascina stancamente con un sogno musicale che ormai ha fatto la polvere.

I richiami al grande maestro sono tanti, la recitazione emiliana, quelle situazioni da borgata non reperibili altrove, tutte dislocate sul grande Po come sfondo in una giovinezza sfiorita.

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Concludendo

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Una commedia agrodolce che, pur trattando temi delicati, mette quella punta di ignoranza emiliana che porta il sorriso e il sogno, tra fantasie oniriche e amari ricordi che affollano la mente del protagonista.

Commedia leggera ma non troppo, mai volgare, dolce e sexy anche nelle scene intime tra il protagonista e la Mastronardi, una fotografia eccellente rispetto alla media della cinematografia italiana.

Un film ispirato che dimostra il proselitismo di Fellini e la voglia di continuare a riprenderlo e citarlo, raccontando nuove storie.

Merita sicuramente una visione.

Voto: 8/10

Marco

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