Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

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Auto elettriche RC/10: ecco alcuni ottimi motivi per evitarle. Buona lettura!

La doverosa premessa
Sospinto da un caro amico che aveva questa passione irrefrenabile ci siamo diretti alla pista su moquette presente alla fiera dell’elettronica a Modena.

Le RC/10 rientrano nel campo del modellismo dinamico, ovvero modelli che prendono vita e impennano a 650 km/h in salita.

Le auto elettriche RC/10 sono telai con motore, ammortizzatori, sospensioni e tutto quanto. Hanno un telaio superiore in plastica leggerissimo fissato con le mollette del bucato, per non aggiungere ulteriore peso.
Mentre un’associazione (o meglio club dedito a questa religione) faceva la sua dimostrazione, il mio amico ha preso i dati del presidente, in modo da poter galoppare al suo circolo il sabato successivo.
“Che bello che bello!”, gridava saltellando in tondo il mio amico emettendo flatulenze di gioia, mentre la mancanza del numero civico sul biglietto da visita accendeva in me più dubbi che risposte.

A causa della clandestinità del posto sono impossibilitato a citare nomi, cognomi e indirizzi. Tuttavia la storia che leggerete è autentica al 100%. Una volta rincasato ho dovuto lavare i miei vestiti a 90 gradi per tornare a respirare aria sana.

Il club curioso

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Trovare il club è stato un’impresa: situato in un capannone in maniera semi-abusiva (i permessi sono ancora in corso, ci vuole tempo…), veniamo guidati grazie alla tradizione orale e a continue telefonate al proprietario, con sfondi indecenti di peti e rutti molesti.

Una volta trovato questo capannone misterioso il modello del mio amico, un RC/18 (più il numero è alto più i modelli son piccoli, ndr), non era congruo con gli standard del club: troppo piccolo, troppo là, troppo su, troppo giù.

Non tira abbastanza, è un giochino per bambini. E via che quasi 100 euro sono finiti nel cesso, allegria.

L’incontro inquietante

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Un quarantenne pelato, con gli occhiali, la panza, vestito con una tuta che non lavava dall’86 sporca di pizza e residui organici, inizia a descrivere, eccitato come un tricheco nella fase dell’accoppiamento, di modelli che montano telai da 1.500 euro in fibra di carbonio presa dalla NASA in fusione ceramica mista oro, probabilmente, visto il costo esorbitante.

Lavarsi e indossare una tuta decente non è importante, spendere 1.500 euro per un telaio in carbonio quando, con gli stessi soldi (anzi: se sei di bocca buona te ne avanzano anche), potresti affittare per una settimana le “lucciole” di mezza Modena per farti spiegare la teoria della relatività, invece sì.

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Tra miasmi indicibili, un frigorifero da campeggio messo sotto chiave (sennò tutti arrivano e si scolano le birre senza pagare, parole del proprietario), musica da discoteca tunza-tunza che trapana i timpani e poi gli zebedei, si respira quell’atmosfera tuning-tamarra-montami-un-neon-nel-sedere-così-parcheggio-meglio che si ispira ai primi Fast and Furious.

Solo che qui, anziché respirare miasmi petroliferi guardando succinte ragazze che sculettano senza motivo, quando ti giri vedi gente obesa, pelata, dal peto facile e dall’alito atroce. Posso garantirvelo, non è proprio la stessa cosa.

Le sfere ruotano

RC10_148 Dopo un po’ le mie sfere toccano terra e la mia mente vola pensando che, con gli stessi soldi (poco più poco meno), anziché prendere un telaio segaiolo si potrebbe acquistare una reflex pieno formato ed entrare nel mondo della fotografia a 35 mm.

Senza contare che, con una buona reflex, puoi fotografare cose molto più interessanti di modellini smontati e ascelle puzzolenti e ansimanti in un pertugio semi-abusivo.

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A me rimane sconosciuto il motivo per cui una persona debba rinunciare alla deliziosa farfalla per rinchiudersi in un capannone, a sudare e puzzare come maiali nel letamaio, mangiando pizza da asporto scaduta e investendo 8 ore a serata svitando e avvitando viti minuscole con un solo unico scopo.

Tutta questa fatica per riuscire a driftare con il proprio modello, affrontando curve a cannella senza frenare ma sterzando in continuazione.
Tutto molto faigo se lo vedi in Fast and Furious con auto vere a 180 km/h, una noia mortale se lo vedi su modellini in scala con gente che ritiene che la doccia sia il modo con cui Satana si impossessa dei loro corpi.

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Io nel mentre fotografo a più non posso, con la speranza di vendere le foto al proprietario ed uscire il prima possibile da quel garage in miniatura che puzza di solitudine, miseria e compassione umana.

Sinceramente, quando ho acquistato la nuova reflex, pensavo di fotografare qualcosa di più interessante di modellini in scala che puntualmente vengono svenduti dopo pochi mesi al miglior offerente.

Conclusione

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Incontri equivoci con bambole

Ognuno, giustamente, è libero di investire soldi come vuole, nessun dubbio. Tuttavia se vi sentite attratti da questo mondo costellato da abbondanza di membri flaccidi e odore d’ascella, vi consiglio di acquistare un modello usato: su Facebook ne mettono in vendita a rotta di collo.

Dopo l’acquisto infatti, passati i primi 3 giri, la gente si rompe le balle e riscopre l’Xbox, la ragazza, il cinema, la fotografia, il nuoto, la bicicletta… cose che danno soddisfazione, insomma.

Dopo poco tempo i proprietari riscoprono i piaceri della faiga e quindi eBay, Facebook (e chi più ne ha più ne metta) vengono letteralmente invasi da questi modelli: la gente si rompe i marron-glacé e cerca a chi sbolognarli, vendendoli spesso di rimessa (tu la paghi nuova ma la rivendi, di fatto, usata) e imprecando contro le divinità apotropaiche per aver ficcato nel cesso, a conti fatti, 230 euro minimo.

Salvatevi almeno voi

Sperando di aver salvato delle vite umane da un investimento fallimentare certo, vi saluto.
Alla prossima!
Marco

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