Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

The circle

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Film thriller fantascientifico tratto dal romanzo cult di Dave Eggers: ne vale la pena? Buona lettura!

La trama

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La classica ragazza acqua e sapone Mae Holland (Emma Watson) lavora per una società di servizi disquisendo di pochi cent in bolletta. Ha un caro amico che sfrutta a più non posso, chiedendogli favori in continuazione. Mae vive con i genitori malati (il padre ha la sclerosi multipla), concedendosi lunghe pagaiate in kayak. La sua amichetta del cuore la candida, a sua insaputa, alla The Circle, una società di servizi e raccolta dati industriale su larga scala stile Google, Facebook e similari.

Dopo i primi saltelli a piedi uniti, petulando in continuazione con la sua amichetta, però, si accorge che non è tutto oro quello che viene condiviso in rete.

Il film

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Per quanto mi riguarda, non conoscendo il regista, la storia poteva parlare di una focosa contadina dei campi del sud: a me è bastato leggere Emma Watson e Tom Hanks per precipitarmi come un furetto a rintracciare una copia del Blu-ray.

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Mae Holland infatti è la solita stagista da 450 euro al mese che, casualmente, inizia una scalata vertiginosa verso il successo, sempre guardandosi intorno incredula come se avesse appena edulcorato l’aria con uno dei suoi peti. Il suo lavoro, tuttavia, non cambia di molto: davanti a 5 schermi (di cui non se ne capisce il motivo) risponde tutto il giorno ai clienti, mentre, grazie ad una telecamera piazzata sul maglioncino, mostra a tutto il mondo la sua giornata.

Quando si alza, quando impara ad usare lo spazzolino per la prima volta, quando capisce la differenza tra il pollice e l’indice e così via. Sembra il magico mondo delle sorprese di Winnie The Pooh, dove scopriamo che stuzzicare un alveare pieno di api assassine non è una buona idea. E l’alveare che va a stuzzicare Mae è bello grosso, e con due insetti di tutto rispetto.the circle_2

Nei panni del capo accomodante modello leader-modello Steve Jobs troviamo un brizzolato Tom Hanks, che continua a sfornare ottime interpretazioni nonostante gli anni. Tom Hanks, diciamoci la verità, è sprecato in film simili ma bisogna pur mangiare e quindi, tra un Cast Away e l’altro, si presta a questi ruoli minori, probabilmente per aiutare ragazze bisognose come Emma Watson.

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Emma Watson, come potrete immaginare, si sforza di recitare ma mantiene sempre quest’aria incredula, questo sguardo come se stesse chiedendo al regista qual è la sua prossima battuta. Un esempio di ciò che sto dicendo potete vederlo nell’immagine qui sopra.

Non vive realmente il dramma di un padre malato, singhiozza un po’ e poi via a far festa, diventando una maestrina petulante che vuole cambiare il mondo a suon di puzzette e social. Si arriva alla fine del film solo con la speranza di vederla svestita, visto che il film parla di massima trasparenza. Ma, come vedrete, è meglio non contarci troppo.

Le scene calde

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Per chi, come me, sperava di vedere Emma Watson in abiti succinti rimarrà deluso: in questo film il massimo che possiamo vedere è “amore assistito” per disabili, come riportato dalla scena qui sopra.

Seppur la scena sia commovente ed emozionante, sotto certi aspetti, non è come vedere la Watson in topless, sia ben chiaro.

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Nonostante il film venga indicato come thriller, infatti, la vera angoscia è arrivare alla fine, cercando di capire se, oltre a dispensare consigli a tutti, la Watson organizzi una rivoluzione mondiale con il fondatore della The Circle, che sotto copertura la aiuta ed indirizza.

Concludendo

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Ennesima divagazione del Grande Fratello orwelliano, ennesima scopiazzatura (a livello di film, il libro parla di universo dispotico che qui non sono riusciti nemmeno ad abbozzare) del capolavoro The Truman Show, Her o Ex-machina. Tutti film molto belli, scritti bene e girati ancora meglio, che avvisano l’uomo dai pericoli di un’intelligenza artificiale troppo elevata.

Qui l’unico pericolo palpabile è la recitazione della Watson, circondata da una trama che non viene sviluppata a fondo, da personaggi appena abbozzati e da un sentimento, una disperazione interna, che non si capisce dov’è. È rimasta nei pantaloni di House? Chi può dirlo, ignoti spettatori.

Qui il vero dramma, ve lo ripeto, è non vedere un topless decente in un film che parla di trasparenza assoluta.

Rispetto all’ansia crescente o al livello di regia, di fotografia e di colonna sonora offerto dalle tre pellicole sopra citate siamo indietro anni luce, non ci siamo proprio.

Peccato, il potenziale c’era, il buon romanzo anche. Attori decenti come Hanks erano presenti, per il nostro giubilio. È mancato tutto il resto.

Sarà per la prossima volta, dai. Quando magari vedremo delle vere emozioni, Emma.

Voto: 6,5/10

Marco

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