La Disney per far cassa ha deciso di lanciarsi nei documentari. Ma ne sarà veramente capace? Buona lettura!
La trama
2011, savana africana. Seguiamo le avventure di mamme e cuccioli, nello specifico ghepardi (spoiler alert: ne rimarranno 3), leonesse e così via. Alterneremo le scene con branchi da migliaia di individui e con un vecchio leone dal dente rotto, in quanto non può permettersi cure odontoiatriche.
Il film
La Disney ha bisogno di soldi, questo è chiaro.
A quanto pare i cartoni di stampo ariano come Dumbo non sono più così redditizi: si rende or dunque necessario entrare in altri ambiti.
Il problema dell’uscire dalla propria zona comoda è invadere campi dove, per esempio, National Geographic e BBC operano da anni (e con successo, anche). Tuttavia il bisogno di far cassa puntando sul patetico è troppo forte e così, truppe alla mano, si parte per l’Africa, a documentare la vita degli animali selvaggi.
Doppiaggi osceni
A quanto appena detto va aggiunta la colossale differenza di doppiaggio: nella versione originale, infatti, è stato chiamato il nostro amico Samuel L. Jackson, voce calda e tenebrosa che ben si sposa ai ritmi della savana. Nella versione italiana è stata chiamata un’attrice molto famosa, ma con una voce roca e in leggera decomposizione: Claudia Cardinale.
La sua voce quasi novantenne, purtroppo, mi ha costretto dopo 5 minuti a mettere l’audio originale con i sottotitoli: era inascoltabile.
Bastava chiamare Camila Raznovich o Licia Colò: costavano un terzo della Cardinale e hanno una voce sicuramente più adatta a parlare di leoni che s’incaprettano e di ghepardi che si rincorrono a 100 km orari, senza protossido d’azoto per giunta. Chi doppia un documentario non può avere una voce roca e cartavetrata, per questo tipo di spettacoli è richiesta una voce calda, rassicurante, che spinga all’abbiocco clandestino sul divano di casa, con un bel plaid che sprigiona 600 gradi centigradi.
Conclusione
Dopo una notte insonne pensando a fagioli e polenta ho concluso che può essere salvato, dipende da quale obiettivo vogliamo porci.
- Ce ne freghiamo delle riprese ravvicinate, delle animazioni in 3D per capire il funzionamento dei più grandi predatori della terra, del dettaglio preciso e affidabile? Allora acquistate questo ad occhi chiusi.
- Ci interessa vedere un documentario dove, oltre a parlare delle evacuazioni dei cuccioli, si impara qualcosa? Allora il coraggio di cui si parla nel titolo è necessario, per giungere allo scadere dei 90 minuti.
BBC e National Geographic tutta la vita, e tra i due BBC lavora meglio (le riprese sono di un livello superiore, bisogna ammetterlo).
Disney ci prova, probabilmente avrà anche investito parecchi soldi, ma il risultato è molto basilare.
Della stitichezza dei cuccioli o, per esempio, che su 5 ne rimarranno 3 perché le iene si sono sfogate, sono notizie utili per il nostro amico Piero Angela.
Adatto ai bimbi, a parte il doppiaggio inascoltabile non è malvagio: le riprese sono molto basic e le informazioni del narratore tendono a gonfiare le gonadi.
Ma, come vi dicevo, se intendete passare una serata in famiglia a suon di fagioli e lambrusco va più che bene.
Se cercate la definizione -oppure se semplicemente volete imparare qualcosa di diverso da quanto peta un leone al giorno, la ricerca del momento magico con riprese a livelli mai visti BBC tutta la vita, vedrete il mondo con occhi nuovi.
Guardate la serie BBC Planet Earth 1 & 2, poi giocate a individuare le 10 differenze. Vi divertirete come lemuri nel giorno dell’abbondanza.
Io vi ho avvisato, a voi l’ardua scelta.
Voto: 7/10
Marco
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