Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

Joker (2019)

Joker_blog

Quando una società produce solo violenza e disprezzo cosa nasce? Cosa si alimenta nei sobborghi di Gotham City? Buona lettura.

PS: Sono ben cosciente che il Joker presente in apertura è Jared Leto, ma l’ho scelto per due motivi. Primo: è il miglior Joker che abbia mai visto. Secondo: su Pixabay non ho trovato una grafica con Phoenix. Abbiate pazienza 🙂

La trama

Arthur è un comico mediocre cinquantenne che vive ancora con la madre. Imbottito di psicofarmaci (sette pastiglie diverse) per via di un disturbo che lo porta a sganasciarsi dalle risate senza motivo, arriva a toccare sempre più il fondo: pestato da una banda di ragazzini perché aveva cercato di riprendere il suo cartello (faceva il clown da strada), licenziato dopo aver portato una pistola in un reparto pediatrico. Si ritrova solo, dopo esser stato abbandonato anche dall’assistente sociale perché lo Stato ha tagliato i fondi.

Arthur smette di prendere le medicine e nella sua mente una chiarezza folle inizia a farsi strada: sfruttando la pistola 38mm regalata dall’ex collega si fa giustizia in modo casuale, sporadico, di fronte all’ennesimo pestaggio gratuito.

L’omicidio di tre ricchi viziati e arroganti scatenerà un movimento popolare, una rivolta contro il potere economico della città scatenando tumulti, rivolte e anarchici.

La nascita del Joker è appena iniziata.

Silenzio in sala

Suicide Squad characters

Il Joker, per chi non lo conoscesse ancora, è lo storico antagonista di Batman dalla risata satanica.

Non fatevi ingannare dal nome: è un film drammatico vietato ai minori di 14 anni, per via della violenza gratuita presente in alcune scene.

È il classico film dove ride solo il protagonista, suscitando terrore e incubi a chiunque si opponga al suo cammino.

Volendo contestualizzare il personaggio in un contesto più ampio, uscendo per un attimo dal fumetto, Gotham è una rappresentazione peggiorativa di New York, dove la violenza serpeggia per le strade e il rispetto per il diverso non è contemplato.

Il Joker, sostanzialmente, è frutto di una società malata: aldilà della sua storia personale di abusi e malattia mentale, ciò che scatena la ribellione è il continuo trattamento ricevuto da parte della società.

A causa della sua condizione sociale svantaggiata (bassa istruzione, lavoro mediocre, malattia mentale) viene perennemente considerato come una feccia della società, un rifiuto, un insetto da schiacciare sul pavimento con scarpe da 300 dollari al paio.

Una persona normale avrebbe intrapreso un corso di autodifesa ma parliamo di un individuo malato, che vive in un mondo suo. Segue regole e logiche diverse da una persona in salute razionale.

Dalla metà del film assisteremo quindi alla nascita del Joker che, dopo aver chiarito i misteri sul suo passato, si libera degli ultimi simulacri affettivi, residui di un’infanzia infelice, scatenando la sua vera natura.

L’unica cosa buffa del film è notare il seguito popolare: facendo appello alla pancia dei cittadini, il Joker conquista il trono come idolo delle masse, non conta se ha dovuto uccidere qualche persona.

Quando alla cultura e al buon senso si sostituisce la pancia è ciò che accade: ondate di violenza e vendetta spicciola, per sfogare la repressione e i torti subiti nel corso degli anni.

Concludendo

Un film dark, scuro e molto pulp, citando Tarantino. Una storia sporca e grezza che lascia poche speranze, dove i fiori del male germogliano in un contesto repressivo dominato da una casta economica privilegiata.

Una regia sicura di alto livello, ottimi attori e musiche d’atmosfera ci faranno calare perfettamente nelle atmosfere di una Gotham City da salvare, soprattutto da sé stessa.

Qui non c’è la favola della buona notte alla fine della pellicola, non c’è la redenzione alla Scorsese: c’è solo una persona triste, abbandonata, che cerca di farsi strada nell’unico modo in cui è stato cresciuto: con la violenza.

Leone d’oro a Venezia come miglior film, Joaquin Phoenix (già visto e apprezzato in Her di Spike Jonze) interpreta l’ultimo degli ultimi in modo magistrale, calo ponderale di peso corporeo incluso.

Un film che invita alla riflessione sul trattamento degli ultimi della società, sulla comprensione cristiana che dovremmo adottare al posto della violenza e dell’indifferenza.

Troppo spesso ci affidiamo alla nostra superiorità e supponenza, quando dovremmo ricordarci che la gentilezza non costa nulla e può aiutare tanto, specialmente le persone in difficoltà.

Consigliato, ma non ai deboli di cuore.

Voto: 9/10

Marco

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