Una tastiera come tavolozza, la fantasia come tela

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Dopo anni di diffidenza mi sono ripromesso di rivedere la trilogia dell’anello. Partiamo dal primo: buona lettura!

La trama

Nella terra di Mezzo Bilbo Baggins, un hobbit cinquantenne che grazie all’anello ha spento 111 candeline, si ritira a vita privata per andare a raccoglier funghi.

Lascia casa e anello al nipote Frodo che, aiutato dal pluricentenario Gandalf Il Grigio, cercherà di riportare l’Unico Anello, che tutto vede e corrompe, al monte Fato.

Lungo la strada nemici, orchi e piedi maleodoranti accompagneranno il nostro cammino.

Sweet sixteen… o no?

Quando il film uscì in Italia io avevo proprio sedici anni e, trasportato di peso dalle mie amiche, andammo a vederlo in sala.

Noi vedemmo la versione cinematografica (178 minuti, quasi tre ore) e ci sembrava già lunga: io ho appena visto la versione estesa da 3 ore e 45 minuti, rendendomi conto del primo giudizio affrettato e inconsapevole.

Nel blu-ray, difatti, hanno aggiunto scene extra (sottotitolate, essendo in elfico non doppiate), che aggiungono calore e spessore ad una storia pressoché interminabile.

Mortensen
Purtroppo quando lo vidi al cinema, nel lontano 2002, fu difficile godersi il film: le mie amiche, alla notizia di Orlando Bloom (Legolas) e Viggo Mortensen (Aragorn), raschiavano in terra come furetti in calore a digiuno, con commenti che preferisco non riportare.

Legolas

Capelli lunghi, colore biondo platino e odore d’ascella scatenavano istinti purulenti, per cui era difficile godersi in pace il film con questo schiamazzo di sottofondo (lo vedemmo anche a casa e le cose non migliorarono).

Le dolci fanciulle provarono a corrompermi, offrendomi la versione di Rocco Tarocco registrata alla membro di suino: gente che passava davanti e colpi di tosse, ma io mi sono armato di lanciafiamme: le cose o le guardi bene o lasci stare. I tarocchi li lascio alle arance.

Dopo 18 anni dalla prima visione, armato di pazienza, calma e una bella Burn ghiacciata (come corroborante a suon di caffeina), sono partito per quasi quattro ore nella Terra di mezzo, curioso di vedere un capolavoro fantasy sterminato con la maturità dei trent’anni.

Silenzio in sala (finalmente)

Con la maturità senile dei trent’anni e dopo aver giocato a Diablo III con cinque personaggi ho apprezzato notevolmente la trama fantasy, ben costruita e strutturata con molti personaggi curiosi.

Senza i continui commenti isterici legati ai pettorali di uno o alla dotazione sessuale dell’altro, infatti, sono riuscito a concentrarmi sulla storia: semplice e lineare, racconta la maturità di questo hobbit che affronta un gravoso compito (dove molti hanno fallito, facendosi corrompere come parlamentari alla prima legislatura).

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I dialoghi sono strutturati in modo eccellente, le inquadrature sugli occhi delle fanciulle sono mozzafiato (ma i paesaggi incontaminati della Nuova Zelanda non sono da meno).

Un grande budget, una regia sicura da parte di Peter Jackson che, detta in confidenza, poteva tagliare qualcosa e arrivare a tre ore e mezza (titoli di coda inclusi) senza grossi problemi.

Un fantasy realizzato in modo eccelso, che concentra amore, passione e crescita personale ambientandoli in scenari epici, decisamente indicati con il tono della storia.

Alcuni dialoghi e inquadrature, con il senno dei trent’anni, sono equivoci in un modo osceno: ci manca veramente un soffio che Frodo non faccia la festa a tutti quanti, a forza di guardarli negli occhi toccando sempre braccia e spalle.

La visione patata-centrica

Volendo trovare delle perplessità in un capolavoro come questo ho elaborato la teoria patata-centrica, in quanto per tutto il primo capitolo ricorrono i seguenti elementi fino alla fine:

LOTR_1 Ogni volta che compare una donna (elfica, fantasma, guerriera decaduta, ecc…) tutti rimangono senza saliva e spalancano la bocca, come se avessero visto la Madonna
LOTR_3 L’occhio di Sauron, seppur ispirato a quello di un rettile, ricorda un’enorme vagina infuocata (o buco della contentezza, citando Giacobazzi)

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Uno dei protagonisti mentre invoca il grande potere fecondatorio di Sauron

Congiungendo questi elementi va da sé che i ragazzi siano terrorizzati da questo occhio/vagina enorme, che ogni volta appare lasciandoli esterrefatti e traumatizzati.

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Loro lo chiamano l’occhio di Sauron: per noi è l’origine della vita stessa

Vedere una donna sopra al metro e cinquanta per loro è un tale evento che ogni volta sbiellano, rimanendo impietriti come se fossero al cospetto della Maga Circe.

Quindi il film, secondo questa personale (e spero originale) visione, è un ricongiungimento alla “casa madre”, laddove tutto è iniziato, un ritorno alla “sorgente della vita”.

Altro dubbio che nasce spontaneo è la salute di Frodo: al di là dell’anello è facile immaginare che la sua sofferenza sia legata alla costipazione intestinale, vedendo come si contorce per tutto il film.

Concludendo

LOTR_2

Al di là delle facezie che hanno acceso la mia curiosità nel paragrafo precedente, è una pellicola che merita una visione attenta e riflessiva, per cogliere tutti i singoli dettagli.

Se volete essere sicuri di godervelo in pace non chiamate delle adolescenti accalorate, altrimenti per tutto il film dovrete sorbirvi commenti, risatine e paragoni fallici. Io vi ho avvisato.

Enya ha scritto e cantato due canzoni nel film, rendendo alcune scene semplicemente epiche. Magari 15/20 minuti si potevano tagliare, senza grosse sofferenze.

Un tesoro da recuperare e vedere con molta calma. Consigliato.

Voto: 9/10

Marco

Commenti su: "Il signore degli anelli – La compagnia dell’anello" (4)

  1. Come hai fatto a farne a meno finora? 😀

    • Sedimentando negli anni l’idea che fosse qualcosa di inaffrontabile, con riferimenti espliciti all’osceno, ho resistito bene.
      Vedendolo in pace, sveglio soprattutto e senza distrazioni moleste come citate nell’articolo… è stato molto piacevole.

  2. Mi ha fatto sorridere la parte del “patata centrica” 😂
    In realtà l’effetto che fanno sia Arwen, sia Galadriel, è dettato dal fatto che sono i due esseri più belli e incantevoli della Terra di Mezzo. Inoltre gli Elfi di per sé hanno un effetto folgorante sui mortali, che rimangono estasiati dall’aura che emanano.
    Prendendo come controparte Eowyn, ella è mortale e non desta alcun effetto sugli altri personaggi infatti.
    Considera inoltre che Galadriel è l’elfo più “vecchio” della Terra di Mezzo in quel momento, ha migliaia di anni. Se conoscessi una donna bellissima nata nel 10.000 a.C. penso che anche tu rimarresti folgorato 😅

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