A fine 2015 Apple ha presentato i suoi nuovi gingilli tecnologici: dopo un mese di test intensivi ecco il responso, buona lettura!
La doverosa premessa
Il Magic Mouse è sempre stato una fonte di sofferenza, specialmente per le batterie: divora energia come una centrale di smaltimento industriale sub-atomica e costringe gli utenti ad acquistare set da 4 batterie, in modo da poter fare la rotazione delle pile ed evitare di rimanere a secco. La Magic Keyboard, invece, grazie ad una gestione intelligente dello stand-by ha una durata notevolmente superiore.
Si possono usare le stilo ricaricabili, ovviamente (siamo nel 2022), ma la durata non è paragonabile alle batterie integrate Apple, questo va riconosciuto.
Magic Keyboard
La nuova tastiera Apple ha un profilo ribassato, compatto e tasti morbidissimi, che si avvicinano molto al comfort e al feeling provati durante la digitazione su un MacBook. La digitazione è leggera, soffice e dopo un mese con la nuova tastiera tornare al modello precedente restituisce uno strano effetto, quasi come se ci fossero degli ostacoli tra un tasto e l’altro (dati dal profilo rialzato delle singole lettere).
La corsa ridottissima dei tasti, unita alla sua compattezza (hanno presentato anche il modello con il tastierino numerico, recentemente) mi permette di scrivere molto velocemente, abbattendo l’ingombro sulla scrivania.
I piedini in gomma alla base, fissati in modo preciso e non alla membro di segugio, permettono di lanciarsi in sessioni frenetiche senza temere che la tastiera prenda vita, iniziando a spostarsi per tutta la scrivania. Voi riderete ma queste casistiche succedono spesso con i modelli economici-cinesi da bancarella a 5 euro prezz’o bbuono.
La durata della batteria integrata da 793 mAh (la stessa montata su alcuni iPhone) permette di digitare per un anno intero, con due/tre cariche al massimo, tramite cavetto USB-Lightning. La posizione intelligente della presa (frontale) consente, nel caso fossimo veramente a secco, di usare la tastiera anche se è in carica, non bloccando mai il nostro lavoro.
É un po’ bassa rispetto alla MX Keys della Logitech ma tuttavia è utilizzabile, basta essere contorsionisti ed essere abituati a scrivere su profili molto bassi, quasi pari al pavimento.
Una volta che le mani, dopo qualche crampo, avranno sviluppato la memoria fisica dell’altezza della tastiera vi abituerete senza grossi problemi.
Tuttavia dobbiamo ancora parlare del mouse-ciabatta, che regala sempre nuove emozioni ogni volta che se ne parla.
Magic Mouse 2
Il Magic Mouse è amato e odiato allo stesso tempo: chi lo getterebbe dalla finestra, chi vorrebbe accarezzarlo come un criceto e dargli un nome, come Guidobaldo o Teodolindo, oltre ad una casa e all’assistenza previdenziale, chi vorrebbe gettarlo nell’indifferenziata (che probabilmente è il posto che gli compete maggiormente).
Al di là delle preferenze personali, dei gusti e degli animali (che ognuno gestisce a casa propria) il lavoro maggiore è stato eseguito sul mouse: rimosso lo scompartimento batterie con sportello ballerino la batteria integrata (derivata dall’iPhone 6s) lo alleggerisce notevolmente, rendendo lo scorrimento ancora più fluido e performante.
La superficie in vetro, così sexy da toccare, sarà da pulire ogni settimana come minimo, riempiendosi di unto, manate e altre secrezioni corporee non meglio identificate.
D’inverno l’abbinamento vetro + alluminio vi farà ghiacciare la mano, costringendovi ad usare uno scaldamani per non soffrire durante il vostro workflow quotidiano.
Altra cosa decisamente opinabile è stato inserire il connettore USB sotto al mouse: in questo modo per fare la carica bisogna metterlo pancia all’aria, rendendolo di fatto inutilizzabile.
Ore di lavoro, testing e ricerche per ritrovarsi una sedia a dondolo sulla scrivania, che ballonzola a pancia in su perché non sono stati capaci di creare la ricarica wireless a contatto (come gli iPhone) e un cavo piantato nella pancia, perché porre un connettore frontale, mantenendo il design a ciabatta, era oggettivamente impossibile.
Per compensare questo aborto progettuale (Jobs l’avrebbe lanciato fuori dalla finestra scatola inclusa, senza ombra di dubbio, a suon di santi che volano in coro) hanno aggiunto una sorta di ricarica rapida, per cui con due/tre minuti di carica (dove potete andare in bagno per non assistere alla scena del mouse ribaltato e per dare un vostro contributo alla fossa biologica, ispirati da quanto avete appena visto) potete lavorare per un giorno intero.
La batteria da 1.986 mAh consente finalmente un utilizzo ottimizzato e riduce drasticamente il numero di cariche necessarie.
Il voler render il mouse sempre più simile ad un trackpad ha avuto i suoi effetti, a lungo termine.
Va sollevato fisicamente, la mano deve rimanere a conchiglia tutto il tempo, la precisione non è sempre il suo punto forte.
Con Photoshop spesso capita di avvicinarsi a Dio più volte, per esempio, perché si perde un punto o una selezione diventa imprecisa a causa del mouse “a paletta”.
Chi soffre di tunnel carpale si prepari a prenotare una visita specialistica, di sicuro gli servirà con un mouse del genere.
Siamo ben lontani dal comfort e dalla leggerezza del Logitech MX Master qui recensito, che non solo è più leggero e consente di utilizzarlo anche in carica (qui la presa è frontale e la carica, anche a fronte di un utilizzo giornaliero da 8 ore, dura quasi un mese) ma prevede un’ergonomia migliorata.
Molto comodo durante l’utilizzo, merita seriamente di essere preso in considerazione rispetto al Magic Mouse 2 (dopo aver provato l’MX Master è stato impossibile tornare indietro).
Pensateci, per un prezzo simile vi portate a casa un’esperienza sublime.
La degna conclusione
Nel complesso le nuove periferiche Apple (mouse escluso) sono passabili, hanno rimosso i difetti precedenti e aumentato l’autonomia delle batterie integrandole, evitando il ciclo continuo di carica e scarica delle batterie in giro per casa.
A conti fatti, però, l’upgrade risulta decisamente oneroso: per la nuova tastiera si parla di 109 euro, per il Magic Mouse 2 ben 81 euro (prezzi Amazon con spedizione Prime inclusa). I modelli precedenti di tastiera e mouse si attestano a 75,29 euro per la prima mentre il mouse rimane invariato, sostanzialmente.
Come consiglio personale potete rivolgervi ad eBay: armandovi di pazienza e tenacia potete ridurre sensibilmente il costo dell’upgrade (ovviamente controllando i feedback e acquistando con Paypal, of course), grazie a stock aziendali, utenti pentiti, miscredenti e così via.
Alcune features non sono fruibili su Mac più datati per cui tra i due Magic Mouse cambia il prezzo e la batteria integrata, per la tastiera è una questione di abitudine.
Tuttavia vendere il Magic Mouse 2 su eBay per finanziare l’acquisto del Logitech MX Master sopra citato è pratica diffusa e condivisa, per cui nessuno vi biasimerà se volete farlo. Dipende da quanto volete soffrire e piangere con un mouse piatto che va caricato ribaltato e che vi blocca per svariati minuti, tutto questo per un design progettato con il sedere di un babbuino.
Marco
Credits: per le immagini delle batterie si ringrazia il team di iFixit, le immagini dei prodotti sono “courtesy of Apple” e sono tratte dal sito ufficiale.
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